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Vaccino, Bassetti: “Sì all’obbligo o in inverno ospedali pieni”

"Il mondo scientifico si è espresso ed è favorevole all'obbligo vaccinale", dice Bassetti

Pubblicato:24-08-2021 14:45
Ultimo aggiornamento:24-08-2021 14:45

matteo bassetti
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ROMA – “Il mondo della medicina dice chiaramente che in vista del prossimo inverno rischiamo di rivedere gli ospedali pieni se determinate categorie di persone non si vaccineranno. È assurdo che questa estate la politica abbia lasciato il cerino in mano ai medici in merito all’invito alla vaccinazione. La politica deve assumersi le sue responsabilità. Vuole un autunno-inverno tranquillo, oppure vuole vedere un numero significativo di persone non vaccinate, con una variante molto aggressiva?”. Così Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino Di Genova, intervenuto ai microfoni de ‘L’Italia s’è desta’, contenitore di ‘Radio Cusano Campus’.

L’FDA ha approvato in via definitiva il vaccino Pfizer-Biontech, quindi ora non si può più parlare di vaccino sperimentale. Bassetti aggiunge che “il mondo scientifico si è espresso ed è favorevole all’obbligo vaccinale. È ovvio che serve l’obbligo se, nonostante tutte le iniziative prese e non ultimo il Green Pass, ci siano ancora soggetti non vaccinati. Basterebbe altrimenti togliere la possibilità di avere il Green Pass tramite tampone, lasciando questa opzione unicamente per chi proprio non può vaccinarsi. Oggi le condizioni ostative alla vaccinazione sono pochissime– conclude- qualcuno non si è reso conto che siamo ancora dentro la pandemia”. 

Una terza dose di vaccino anti Covid “sarà necessaria o quanto meno utile per quanto riguarda alcune categorie. Non possiamo pensare di farla a tutti. Non si farà una terza dose di massa, ma una terza dose selettiva. Secondo gli studi si arriverebbe massimo a un 5% della popolazione, come per gli immunodepressi, gli oncologici, ecc.”, prosegue Bassetti che poi precisa che “anche definire il ‘quando’ per una terza dose è importante. Una terza dose a un anno di distanza sarebbe un ‘richiamo’, come quello che facciamo per l’influenza”, conclude.


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