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Il direttore degli Uffizi: “I musei italiani potrebbero produrre oltre un miliardo l’anno”

"E' arrivato il momento di riportare le ricchezze artistiche ai loro luoghi di origine"

Pubblicato:24-08-2020 17:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:47
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FIRENZE – “Dopo una fase di grande crescita i musei statali italiani si sono stabilizzati lo scorso anno intorno ai 55 milioni di visitatori, dei quali quasi il 10% nei musei afferenti alle Gallerie degli Uffizi; gli introiti sono basati soprattutto sulla bigliettazione, mentre anche altri campi potrebbero essere messi a frutto. C’e’ uno studio della Boston Consulting secondo cui gia’ con le strutture esistenti si potrebbe arrivare a 600 milioni l’anno; rendendo i musei piu’ agili e imprenditoriali si potrebbe andare ben oltre e generare oltre un miliardo l’anno. Siamo gia’ sulla buona strada”. Lo ha spiegato oggi il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, intervenendo a Sky Tg 24 sul tema dell’economia della cultura.

“A parte la bigliettazione, infatti- ha proseguito Schmidt- ci sono ancora molte aree redditizie, come avviene in altri paesi, anche in Europa: penso all’e-commerce, al licensing, al merchandising, che da noi finora esiste solo in forme piu’ modeste. Questi servizi invece non sono contemplati dalla nostra normativa in merito, che risale in definitiva al 1992, quando al museo si vendevano al massimo guide e cartoline, e la vendita online non esisteva”.

Un altro aspetto molto importante, secondo il direttore degli Uffizi, e’ “la territorializzazione delle responsabilita’. In questo senso i musei statali in Umbria sono un modello molto virtuoso, perche’ sono organizzati come un unico grande museo diffuso. Sarebbe un modello molto utile anche per le altre regioni d’Italia, perche’ favorisce uno sfruttamento complessivo delle collezioni, semplificando la redistribuzione del patrimonio artistico (e delle risorse) nelle regioni”, ha spiegato.


“Dalla seconda guerra mondiale in poi i territori furono depauperati di molte opere d’arte, per spostarle nei centri e spesso nei depositi dove nessuno le vede- ha aggiunto infine il direttore- questo segue la logica dell’ultima fase della societa’ industriale; ma ora, nella nostra societa’ digitale, i piccoli borghi possono diventare attrattori per un turismo virtuoso e green e dunque e’ arrivato il momento di riportare le ricchezze artistiche ai loro luoghi di origine“.

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