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Coronavirus, Bartoletti (Omceo Roma): “Tamponi da medici di base? Unica soluzione possibile”

Cosi' Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente dell'Ordine dei Medici di Roma e segretario romano della Federazione italiana Medici di Medicina Generale, intervistato dall'agenzia Dire.

Pubblicato:24-08-2020 17:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:47

covid tampone
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“Affidare i tamponi ai medici di base? Penso che chi lo vuole fare lo debba potere fare“. Risponde cosi’ Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma e segretario romano della Federazione italiana Medici di Medicina Generale, interpellato sul tema dall’agenzia Dire.

Ritengo che questa sia l’unica soluzione possibile– spiega Bartoletti- Nel senso che qualora dovesse aumentare il numero dei contagiati dal Covid-19, e speriamo che non siano cosi’ ‘pericolosi’ come quelli della prima ondata, e’ chiaro che avendo a disposizione piu’ posti dove fare questo tipo di indagine abbiamo piu’ possibilita’ di bloccare la diffusione del virus”.

L’attivita’ non deve pero’ essere svolta “in maniera semplicistica” ma “ovviamente in condizioni di sicurezza- tiene a sottolineare Bartoletti- da personale adeguatamente formato e preparato, perche’ stiamo parlando di una malattia estremamente contagiosa e diffusiva“.


Per questo c’e’ bisogno di “una collaborazione con la Regione ed e’ necessaria una rete di sorveglianza, che magari sia dimensionata sul bisogno. Non servono tutti i medici, ma strutture di medicina generale che siano adeguatamente attrezzate e personale formato”.

Intanto Bartoletti fa sapere che si sta “viaggiando sull’onda di migliaia di tamponi in poco tempo. Ma bisogna specificare anche una cosa- spiega ancora- qualsiasi tipo di indagine diagnostica non ha mai la certezza di essere affidabile al 100%. Le nuove tecnologie, soprattutto quelle rapide, hanno il grosso vantaggio di darti una risposta in 30 minuti, che non e’ poco, ma nel caso in cui si riscontri un positivo vanno certificate e validate con le ‘vecchie’ metodiche”.

Quindi in presenza di una persona positiva al tampone o al test sierologico rapido si dovra’ avere “una conferma dalla sierologia o dalla biomolecolare tradizionale, per questo e’ assolutamente necessario un aggancio con la Regione e con la rete Coronavirus. Non puo’ trattarsi di un’attivita’ spontanea o lasciata alla singola iniziativa– conclude- va organizzata bene”.

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