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Governo, Rettore Unicusano: “Puzza di bruciato e investitori scappano”

L'economista: "Usare il deficit per rilanciare investimenti"

Pubblicato:24-08-2018 14:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:29
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ROMA – “Gli investitori esteri quando sentono puzza di bruciato se ne vanno. E quindi vendono parte delle posizioni in loro possesso”. Lo ha detto il Magnifico Rettore di Unicusano Fabio Fortuna, nel focus economia a Radio Cusano Campus. “Le prospettive italiane non sono particolarmente brillanti, speriamo di ribaltarle- ha detto Fortuna- tutti sono con i fucili spianati, aspettando a settembre la nota di aggiornamento del Def, a ottobre la legge di bilancio per vedere se il contratto di Governo va avanti”. Fortuna ha fatto quindi riferimento alle pensioni, “al discorso della quota 100 per andare in pensione, la somma tra l’età anagrafica e i periodi contributivi, ma ancora non è chiaro come funzionerà e dovrà esserci elasticità a seconda dei settori di attività”, ha spiegato. Questo perché “chi svolge un’attività pesante deve avere la possibilità di andare in pensione prima di altri”. In quota 100 “ci sarà quindi una differenziazione anche in base ai settori di attività”. Quindi, “dobbiamo vedere cosa riuscirà a fare il Governo, le difficoltà sono quelle di trovare le fonti di copertura“. Dove le troveranno? “Un po’ dalla crescita”, ma anche da “un aumento del deficit che potrebbe essere usato per gli investimenti e per rilanciare l’economia. Credo si possa fare rimanendo nel limite del 3%”.

Nelle ultime ore Moody’s “ha abbassato le stime sulla crescita dell’Italia. Ma non c’è nulla di nuovo. Le stime sono già state riviste al ribasso da tutti gli organismi nazionali e internazionali”. Dall’Italia agli Stati Uniti: “C’è qualche problema per Trump, per storie che poco hanno a che fare con politica e Governo. L’impeachment è una minaccia, ma non da augurarselo. Non solo per Trump, ma pure per gli Usa e per l’economia globale. È una ipotesi lontana proprio per le conseguenze“. Sempre in tema Usa, la guerra dei dazi con la Cina. “Spesso i dazi si incrociano e si annullano”, ha concluso Fortuna. Le partite tra Usa e Cina “si compensano tra loro. Creare dazi ostacola l’economia, crea un fenomeno di protezionismo. E’ un gioco di azione e reazione. Trump è partito all’attacco perché si sente più forte”.

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