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Fiamme nel Parco Nazionale della Majella, l’incendio va avanti da cinque giorni

A rischio anche l'Eremo di San Pietro, la piccola chiesetta in cima al Monte Morrone, dove papa Celestino V andava a pregare quando ancora era eremita

Pubblicato:24-08-2017 14:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:37

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ROMA  –  Le fiamme divampano nel Parco Nazionale della Majella e non accennano a spegnersi. L’incendio del Monte Morrone ha avuto origine il 19 agosto da passo San Leonardo e da allora ha colpito zone dei Comuni aquilani di Pacentro e Sulmona e si sta spostando ora verso il versante pescarese, in particolare in direzione Roccacaramanico.

A rischio anche l’Eremo di San Pietro, la piccola chiesetta in cima al Monte Morrone, dove papa Celestino V andava a pregare quando ancora era eremita.


“Nonostante l’intervento incessante dei mezzi aerei, prosegue con più focolai l’incendio del Morrone che ormai si è spinto sulle creste sommitali in vista della Valle dell’Orta– scrive il parco Nazionale della Majella su Facebook- . Da questa mattina all’alba sono saliti in quota mezzi e personale del Parco Nazionale della Majella e della Protezione civile per tentare di coadiuvare i canadair nello spegnimento delle praterie e degli arbusteti a ginepro. Il Parco è inoltre intervenuto, in accordo con il comune di Pacentro, nel miglioramento della strada sterrata che sale a Capoposto; questo al fine di agevolare la salita dei mezzi antincendio”.

Nel frattempo l’Agenzia regionale per la tutela dell’Ambiente (Arta) ha diffusa i risultati dell’analisi dell’aria dopo l’inizio dell’incendio. Monossido di carbonio (CO), Benzene, Toluene, Polveri PM10, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA):  è stato registrato un innalzamento di concentrazione per tutti questi inquinanti.

I “valori di maggiore concentrazione si sono verificati nelle ore notturne- scrive l’Arta sul suo sito-, mentre durante le prime ore del mattino i valori sono diminuiti con il mutare della direzione del vento. Nella notte tra il 22 e il 23 agosto, che al momento è ancora l’unico riferimento analitico a disposizione dell’Agenzia, tutti gli inquinanti hanno dunque raggiunto concentrazioni medie orarie significative certamente non caratteristiche della zona in esame. Alla luce di questi primi risultati, si è ritenuto opportuno proseguire il monitoraggio fino a data da stabilirsi. Arta diffonderà i dati delle successive misurazioni non appena saranno sufficienti per formulare valutazioni più approfondite”, conclude.

 

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