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Amatrice, il vescovo di Rieti: “Grazie Stato, ma non abbandonarci”

"La fuga dalla propria quota di impegno lascia le macerie dove sono, impedisce di ritornare, abbandona i più deboli"

Pubblicato:24-08-2017 10:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:37

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AMATRICE – Grazie allo Stato, ma ora non ci abbandoni. È questo il senso del messaggio lanciato dal vescovo di Rieti, Domenico Pompili, durante la messa ad Amatrice un anno dopo il terremoto che ha colpito il centro Italia.

“Voglio ringraziare lo Stato nella persona del presidente della Repubblica che ha inviato una corona (Foto)– ha detto-. E poi il presidente del Consiglio dei ministri per la vicinanza. Così come voglio ringraziare il commissario straordinario, il capo della protezione civile, presente e precedente. E il governatore della Regione Lazio. Voglio esprimere questo ringraziamento perché lo Stato possa continuare a darci una mano. Così come voglio ringraziare i tantissimi volontari che non ci hanno mai fatto mancare la loro vicinanza”.

“La fuga dalla propria quota di impegno lascia le macerie dove sono, impedisce di ritornare, abbandona i più deboli”, ha detto il vescovo di Rieti.


Per rinascere non basteranno eroi solitari. A dirla tutta, una comunità senza eroi è una comunità eroica. Qui non si tratta di attribuire colpe a qualcuno o attribuire medaglie a qualcun altro ma di fare quello che ci spetta. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare“, ha aggiunto.

 

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