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VIDEO | Al San Carlo di Nancy con Navio, il robot per protesi al ginocchio per pazienti di tutte le età

Mario Tartarone, direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell'ospedale San Carlo di Nancy, spiega in una intervista all'agenzia Dire tutte le novità del sistema robotico Navio

Pubblicato:24-07-2020 12:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:40

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ROMA – Arriva nella sala operatoria dell’ospedale San Carlo di Nancy di Roma un nuovo robot che supportera’ il chirurgo nell’impianto di protesi del ginocchio. E’ il sistema ‘Navio’ che permettera’ al nosocomio, che oggi e’ gia’ primo tra gli ospedali della Capitale per numero d’interventi di questo tipo e che mira ad essere l’unico riferimento per il centro e sud Italia, di eseguire entro la fine dell’anno ben 150 impianti. L’utilizzo di questa macchina produce un doppio vantaggio: all’esperto restituisce un gesto chirurgico preciso nella posizione dell’impianto di protesi e questo consente una riduzione nel paziente dei dolori post-intervento, un recupero veloce e migliora la propriocettivita’ ossia la fastidiosa sensazione di avere un ‘corpo estraneo’ nel ginocchio. Queste le novita’ del sistema robotico Navio, che Mario Tartarone, direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale San Carlo di Nancy, ha spiegato intervistato dall’agenzia Dire.


-L’innovazione e’ di casa al San Carlo di Nancy, perche’ dopo il robot da Vinci arriva in sala operatoria il sistema robotico Navio, sia per intervenire sull’artrosi che impiantare le protesi del ginocchio. Ci spiega l’importanza di questa novita’ e quali sono i vantaggi, tanto per il paziente che il chirurgo?

Il sistema robotico Navio e’ un sistema semiautomatico costituito da un manipolo che e’ gestito direttamente dalla mano del chirurgo, ma controllato nei suoi gesti dal robot. Questo ci consente, al momento dell’atto operatorio, di essere estremamente precisi sia nella misurazione e quindi nell’impiantare le componenti protesiche nella misura piu’ corretta per quel singolo paziente e per quel ginocchio, sia di gestire il bilanciamento dei legamenti e ottenere dunque un movimento fisiologico ed anatomico per il paziente stesso. In questo modo si riesce a ripristinare l’anatomia dell’articolazione piu’ precisa e questo consente di conseguenza una maggiore durata della protesi stessa nel tempo diminuendo cosi’ il rischio di dover intervenire un’altra volta sullo stesso paziente”. -I problemi al ginocchio non sono cosi’ infrequenti e possono colpire i soggetti di tutte le eta’.


Quante protesi, monocompartimentali o totali, riuscirete ad impiantare entro l’anno con questo macchinario? Grazie a interventi di precisione come questi e’ possibile procrastinare i tempi di sostituzione di protesi?

Il nostro ospedale, ormai da anni, e’ il primo centro a Roma come numero di protesi impiantate di ginocchio. Infatti viaggiamo stabilmente oltre i 600 impianti l’anno e siamo attualmente ad una percentuale del 50% tra impianti di protesi monocompartimentali e totali. Per rendere quanto piu’ rapida possibile la curva di apprendimento nell’ambito di questo tipo di nuova tecnologia, in cui crediamo fortemente, stimiamo di eseguire con Navio circa 150 interventi entro la fine dell’anno. L’obiettivo e’ avere il robot come supporto di routine dal 2021. Va detto poi che il paziente e’ cambiato cosi’ come le sue richieste. Una volta il soggetto che necessitava di una protesi di ginocchio era molto anziano con scarse richieste funzionali il cui obiettivo era solamente camminare e fare qualche piccola passeggiata. Oggi e’ cambiato il profilo del paziente, spesso ci troviamo davanti anche il cinquantenne che magari anni prima si e’ sottoposto all’operazione di menisco e ora inizia ad accusare dolori ed e’ affetto da artrosi al ginocchio. Spesso il problema riguarda un solo compartimento del ginocchio, ma quel paziente ha maggiori esigenze e chiede di tornare a praticare tutte le attivita’ anche sportive praticate un tempo come la corsa o il tennis. Sono aumentate le richieste e per questo motivo e’ fondamentale il ricorso a queste tecnologie, come Navio, che ci consentono di essere sempre piu’ precisi e fornire risposte sempre piu’ adeguate alle esigenze dei pazienti”. –L’ospedale vuole essere un centro di formazione per la chirurgia robotica, avete infatti stretto un accordo quinquennale con l’universita’ Cattolica di Roma.

Ce ne parla?

La chirurgia robotica costituisce il presente e chiaramente il futuro della chirurgia protesica per questo il San Carlo di Nancy ha di recente stipulato un accordo quinquennale con l’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore del Policlinico Gemelli e con la Scuola di Specializzazione. Gia’ da ora abbiamo degli specializzandi che frequentano nella nostra struttura e che abbiamo il piacere di formare al fine di usare questo tipo di tecnologia che sara’ sempre piu’ diffusa a livello nazionale e non solo. Sempre nell’ambito della formazione l’importanza di fornire ai chirurghi del futuro questo tipo di conoscenza e’ legata al fatto che c’e’ una piena interazione tra la macchina e il chirurgo. Il chirurgo puo’ imparare dalla macchina anche se e’ lo specialista che devo guidarla. Il messaggio che deve passare e’ che attualmente questo tipo di macchine deve essere sempre gestita da mani esperte ovvero chirurghi che hanno alti volumi di operazioni di questo tipo. Solo cosi’ e’ possibile trarre tutti i reali benefici che la macchina ci puo’ consentire di avere”.

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