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Consiglio Grande e Generale, seduta del 23 luglio

La seduta si interrompe a dibattito avviato e proseguirà nella seduta di domani

Pubblicato:24-07-2019 07:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:33

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Comma 1. Comunicazioni

Alessandro Mancini, Ps
Parto dal messaggio di ieri delle loro Eccellenze, un messaggio opportuno, importante e necessario per corregge la deriva di una barca- il nostro paese- fuori controllo. Il rispetto delle istituzioni in Aula deve essere indispensabile, è la road map per questa e per la futura legislatura. C’è un però. Pensiamo a quello che è successo negli ultimi due mesi e mezzo: era il 23 maggio quando ci fu l’applauso dell’Aula per l’approvazione dell’Odg sulla commissione d’inchiesta e poi sono seguite le fasi successive per il pdl sulle risoluzione bancarie. Pensiamo al grande passaggio di discontinuità rispetto al prima del 23 maggio, al tavolo con maggioranza, opposizone, forze sociali e categorie economiche. Può essere questo l’elemento che certifica un cambio di passo? Può questo eleento essere la condivisione di una emergenza indispensabile, di una legge di sistema per garantire tutti i depositi e ridare la fiducia minima che il paese ha bisogno sul settore finanziario? O serve altro? L’intervento del Sds Zanotti di ieri è stato robusto, ha messo in evidenza gli sbagli e il suo stato d’animo, di chi ha sostenuto che così non si poteva andare avanti. Ma è una posizione solitaria all’interno del congresso di Stato. E in maggioranza, in quanti hanno sostenuto la linea di Zanotti? Tutto questo substrato di cambiamento, ancora, non lo percepisco. Adesso.sm di oggi è diversa dall’Adesso.sm di ieri? Cosa è cambiato? E’ ancora quell’Adesso.sm convinta di aver fatto bene a distruggere una banca, Asset? E’ la stessa che crede che il Cda di Siena abbia fatto un ottimo lavoro? Che ha a caratterizzato questa legislatura con un livello di scontro tra istituzioni mai verificato nel Paese, che ha diviso il tribunale unico e cacciato il magistrato dirigente? E’ l’Adesso.sm quella che ha fatto del terrore il suo cavallo di battaglia politica? (…) Questi sono gli interrogativi. Se si certifica che queste questioni le avete capite e siete disposti a fare autocritica, può dare un senso a quello che ha detto la Reggenza, a un cambio di questa legislatura e per costruire le basi della prossima.
Ma dov’è il Sds agli Esteri?Dov’è la politica estera che non è riuscita neanche a utilizzare rapporti e trattati e convenzioni con l’Italia per risolvere il problema targhe.? Si è occupato di tutto il Sds Esteri, tranne che di politica estera, ha diviso la magistratura, ha cambiato le regole per la nomina del dirigente tribunale… Perchè non rimette suo mandato? Queste sono le questioni per un cambio di passo, tutto il resto sono chiacchiere. Non mi interessa concentrarmi solo sulla legge sulle risoluzioni bancarie, che era un passaggio dovuto, mi interessa sapere che quanto successo prima del 23 maggio non succeda più. La politica delle alleanze, per quel che riguarda la mia forza politica e quella del Psd, per noi potrà esserci con chiunque di voi, con il presupposto che ci sia- con i fatti- una evidente smarcatura dal passato.
Tony Margiotta, Gruppo Misto
Qualcosa è cambiato, ho sentito vari interventi di maggioranza per aprire una stagione nuova di condivisione. Addirittura un Segretario di Stato, Zanotti, ha anche ribadito che sono stati fatti errori. Credo questo sia un dato politico importantissimo. Ricordo ai miei ex colleghi che il metodo utilizzato nelle ultime sessioni consiliari per risolvere le emergenze del Paese – risoluzioni bancarie e commissioni d’inchiesta- era alla base del programma elettorale di Adesso.sm, sottoscritto anche da me. Sottolineo la presa di coscienza di molti nella maggioranza. Con questo metodo, sono state approvate leggi importantissime in mezza giornata, grazie alla condivisione.
Politica estera: dobbiamo sperare sia inserito un emendamento sulla questione targhe, è inquietante. Leggo poi l’intervita del Sds Renzi al Corsera, in cui dichiara che l’80% dell’accordo Ue è stato fatto. Ne vogliamo parlare? In che direzione si sta andando? E’ stata fatta commissione esteri in cui sono state spiegate le strade possibili, e non abbiamo saputo più niente.
La nuova stagione politica citata dal Sds Zanotti ci deve essere, ma non con questa maggioranza e con questo governo, non ci sono più le condizioni per voi. C’è un problema di dialogo, di idee e di visioni che sono necessarie in questo momento sulla direzione che vogliamo dare al paese.
Gian Matteo Zeppa, Rete
La collaborazione sul ‘salva-banche’, parliamoci chiaro, è stata dettata dall’urgenza, per la necesstà evidente dello Stato di non potersi permettere un altro fallimento bancario. Così la collaborazione negata per due anni e mezzo anche con le associazioni categoriali, che prima non c’è mai stata, si è avuta quando è stata dettata dall’urgenza.
Collaboriamo quindi: allora mettete sul piatto cosa state facendo per il finanziamento estero. Ci sono più correnti di pensiero: rivolgersi a 1) Fmi, 2) Federazione Russa 3) c’è poi il percorso di adesione Ue, per andare dalla Bce, 4) poi il mondo arabo e altre questioni che girano. Si comincia poi a insinuare nel Paese la voce di possibili investitori iraniani. Non sto dicendo una cavolata. Si diceva cheun gruppo di facoltosi iraniani fossero pronti a portare a San Marino bancali da 500 mila euro da immettere a San Marino. Si capisce poi che queste persone sono state audite all’interno di diverse Segreterie di Stato e che la merce di scambio richiesta era il passaporto diplomatico a vita. Qualcuno, io stesso, si è adoperato per segnalare la cosa. Non abbiamo gli anticorpi contro mafie e deviazioni economiche mondiali …forse li abbiamo, ma siamo assolutamente in pericolo, perché non ci sono strutture governative per fare in modo che queste derive non possano attecchire a San Marino.
Se vogliamo essere realisti, quella collaborazione è stata dettata da un’urgenza contingente perchè prima è stata fatta tabula rasa. Avete 5 membri nel Cda Cassa di Stato, questo per voi è collaborativo o volete dare un nome anche all’opposizione? Se non vi mettete nella condizione di creare anticorpi qui può venire solo chi deve riciclare denaro. Lo volete mettere un punto e fare collaborazione sulla legge elettorale o vogliamo continuare a venire qui dentro a dire ‘quanto sono bravo’?
Luca Boschi, C10
C’è una domanda che ricorre nel Paese: il governo cade o va avanti? E se cade, cade il 24 di luglio, o a settembre o in primavera? Altra domanda è: ce la farà il Paese? Io sono convinto che ce la farà, ma per farlo servono le riforme. Il paese ha bisogno di scelte, è vero, rivendichiamo i risultati di questa legilatura e nello steso tempo ci diciamo delusi per la mancanza di riforme strutturali. Altra domanda: governo e maggioranza saranno in grado di fare scelte? E’ una domanda che ci facciamo tutti i giorni, non oggi. Non ci interessa fare altri due anni e mezzo di governo per scaldare la sedia, ci interessa risolvere i problemi del Paese. I prossimi mesi il Paese vedrà risultati importanti e tangibil: integrazione europea, atto organizzativo Iss, il completamento del progetto Tlc, poi ci sono incentivi sullo sviluppo, provvedimenti in dirittura d’arrivo, come la riforma dell’ordinamento contabile…c’è tutto il settore delle opere pubbliche..tanti provvedimenti sono a portata di mano e una classe politica furba li vorrebbe portare a casa. Ma C10, in accordo con maggioranza, ha posto come condizione per andare avanti 3 nodi principali che vanno sciolti: la messa in salvaguardia del nostro sistema, 1) risoluzione crisi banca Cis, 2) progetto npl di tutte le banche sammarinesi, 3) poi il tema dei temi, il reperimento risorse finanziarie attraverso partner internazionali, tema strattamento legato al tema delle riforme, e c’è bisogno per queste di riappacificare paese. Ma non è pace fine a se stessa, ma pace per fare le cose, non per restaurare. Il nuovo metodo appoggiato fortemente da C10, ma la condivisione non deve essere ad alternanza, a seconda delle convenienze possibili, o c’è sempre o non c’è mai. Se non capiamo che serve un approccio strutturale di condivisione ai problemi, che dobbiamo fare squadra tutti insieme, questo Paese non lo salviamo più. Sul discorso di Sds Zanotti, le voglio dire che le sue preoccupazioni sono le nostre, il movimento C10 non può immaginare un governo senza di lei, la invito e così invito tutto il governo a guardarsi negli occhi e se ci sono le condizioni per andare avanti, rimbocchiamoci le maniche per fare più di prima.
Stefano Canti, Pdcs
Ascoltando gli interventi dei colleghi di maggioranza, molti purtroppo continuano a sostenere che Adesso.sm ha il merito di aver affrontato i problemi da tempo ignorati; abbiamo sentito chi sostiene – e verrebbe anche da piangere dicendolo – che avrebbero portato via la polvere da sotto il tappeto e persino qualcuno che sostiene che Adesso.sm avrebbe pure governato bene. Il collega Bevitori ha detto che “dobbiamo guardare avanti con serietà”. Serietà vuole anche dire, riconoscere gli errori commessi. Questo passaggio è stato interamente saltato. I problemi c’erano, ma di fronte ai problemi in questi ultimi due anni sono state fatte scelte sbagliate. Non si deve gridare allo scandalo se la Democrazia Cristiana scrive in un comunicato che questo governo ha contribuito alla situazione di dissesto del Paese. Perché è cosi. Non serve ricordarlo perché sono ancora nella memoria di tante gente, ma alcuni passaggi sono d’obbligo ricordarli: Banca Centrale, chiusura Asset Banca, bilancio di Cassa di Risparmio e svendita dei crediti Delta. Negli ultimi due anni si è fatto di tutto per evitare il dissesto di banca Cis. La stessa cosa non è successa per Asset Banca che si poteva salvare e si è fatto di tutto perché ciò non avvenisse; per Banca Cis si è cercato di tutto per evitare la Lca. Non è ora, colleghi di maggioranza, di fare qualche riflessione in coscienza sui vostri errori? Noi pensiamo ci siano più errori e per questo abbiamo sempre chiesto la Commissione d’Inchiesta su Confuorti.
Nell’ultimo periodo va riconosciuto un cambio di passo. Il cambio di passo è rappresentato dal segretario di Stato Eva Guidi nel portare avanti il progetto di risoluzione di banca CIS; dal Segretario di Stato Zanotti, da alcune forze politiche di maggioranza (Civico 10 e SSD), da una Banca Centrale ritrovata e operativa e dal contributo e sostegno di tutte le associazioni datoriali e di categoria.
Quando il collega Ciacci dice NO alla “restaurazione”, le dico che troverà nella Democrazia Cristiana un alleato disponibile e credibile. SI alla “riappacificazione”, SI alle azioni di responsabilità nei confronti di chi ha creato il dissesto di Banca CIS, ma SI anche alle azioni di responsabilità nei confronti dei precedenti vertici di Banca Centrale. Il collega Ciacci ha detto No all’”Immobilismo” e SI al “cambio di passo”. E’ un appello rivolto al Governo, non alle opposizioni. Anche perché di proposte nell’ultimi due anni la Democrazia Cristiana ne ha fatte.
Giuseppe Maria Morganti, Ssd
Il dibattito ha assunto toni e riflessioni attorno prospettive programmatiche del Paese, facendo un richiamo all’ottimo lavoro- coaudiuvato dalla Segreteria Finanze- che ha individuato uno strumento operativo essenziale per affrontare le crisi bancarie e contemporaneamente, applicando quello strumento per arrivare alla risoluzione, per smantellare vecchi poteri all’interno di Banca Cis, inoltre ha salvaguardato risparmiatori e dipendenti. Non si tratta di un miracolo, ma sicuramente di una grande cosa su cui si sono impegnati governo, maggioranza e anche l’opposizione, questo è il modo per affrontare gravissime problematiche ancora sul tappeto in Repubblica, una volta tolto uno dei bubboni più gravi. Il richiamo fatto alla responsablità: a chi si è riferito all’intevento di Ciacci, mi pare di capire che dall’opposizione si sono ricordati solo la prima parte dell’intervento e si sono dimenticati della seconda. Noi non acceteremo alcuna collaborazione se porta alla restaurazione dei poteri. Il paese ha tanta strada ancora per andare avanti e non significa guardare alle spalle per ripristinare logiche che finalmente sono state smantellate. Il Sds Zanotti ha posto all’Aula questioni molto serie, che a noi ha presentato mesi fa. La percezione che ha lui è la percezione che abbiamo noi. Se Zanotti non si convince, non puà essere sostituito, nessuno nel nostro gruppo si propone, perché pensiamo le stesse cose. Sostanzialmente, dobbiamo trovare una modalità di accordo con le forze sociali, la cosa più bella fatta da Guidi è stato metterle al tavolo, e coinvolgerle nella definizione di un veicolo publico per la tutela dei fondi pensione.
Sds Eva Guidi, Replica
Nel lungo dibattito, sono state portate in Aula molte cose su ci si sta confrontando negli ultimi mesi, tra cui la nuova banca nazionale e altre questioni oggi sul tavolo. Rispondo volentieri alla questione dei finanziamenti per la nostra Repubblica. Penso di non aver mai negato che San Marino abbia la ncessità di ricercare finanziamenti e che la ricerca viene portata avanti con grande attenzione. Sostenibilità e trasparenza, sono due parole su cui ragionare: deve essere un finanziamento per investimenti del Paese e non per pagare la spesa corrente. Da anni andiamo dicendo che il bilancio dello Stato presenta un deficit rappresentato dal calo della fonte di entrate delle banche. Gli anticorpi li abbiamo e sono molto forti: l’autorità di vigilanza, il tribunale, Aif, l’ufficio centrale di collegamento, le forze dell’ordine che collaborano con interpol, tutti gli organi di controlllo interno.

Comma 3. Prosecuzione dibattito su:
a) Progetto di legge di iniziativa popolare “Norme in materia di procreazione cosciente e


responsabile e di interruzione volontaria della gravidanza” (I lettura)
b) Progetto di legge di iniziativa popolare “Sostegno alla genitorialità ed ai figli nascituri” (I lettura)

Mara Valentini, Rf
I due pdl sono molto diversi e richiedono un lavoro che andremo a fare in Commisione. Il primo sostiene la maternità con proposte di sostegno importanti, ma non basta. Occorre un cambiamento culturale, un ritorno a un mondo in cui essere madri non sia un fastidio ma una opportunità. L’altro Pdl riguarda l’interruzione di gravidanza, noi tutti conosciamo il fenomeno della clandestinità, importante non chiudere gli occhi e affrontare il problema con norme. Nel corso del mio lavoro ai servizi socio sanitari sono incappata in situazioni dolorose per madri e bambini, sono sorti interrogativi sulle condizioni di salute di madre e bambini o sulla gravidanza a seguito di violenza, come intervenire? L’interruzione gravidanza è l’ultimo atto di un percorso di solitudine vissuto dalla donna, occorre lavorare su sostegno e accompagnamento delle donne in questa fase della vita.
Adele Tonnini, Rete
Da tempo la cittadinanza si è mossa con tutti i mezzi a disposizione per richiedere la depenalizzazione dell’aborto perché la politica non è stato in grado di farlo. Anche il Commissario per i diritti umani si è spento per la depenalizzazione nel nostro Paese. Uno Stato non può esercitare potere di vita e morte sui suoi cittadini senza dare loro strumenti per creare una coscienza per una scelta libera e consapevole. Se parliamo di libertà, alle donne deve essere concesso di interrompere la gravidanza.
Marica Montemaggi, C10
Discutiamo di due leggi su temi analoghi ma con approcci molto diversi. Sostegno alla genitorialità: quello economico bene, ma non basta. Serve consapevolezza, educazione alla sessualità ed affettività perchè sia concepita dai nostri ragazzi, anche attraverso norme. Non basta depenalizzare l’aborto, solo perchè si dica che a San Marino non si punisce più. Come Stato dobbiamo tutelare le nostre cittadine e i cittadini, non possiamo non considerare e non voler vedere ancora una volta, non sprechiamo l’opportunità di un pdl che abbracci a 360 gradi tutta la procreazione cosciente. Non posso accettare che lo Stato dica solo ‘depenalizziamo’, ma dobbiamo tutelare certe situazioni.

Enrico Carattoni, Ssd
Sono stati presentati due pdl che hanno linee di demarcazioni evidenti ma lo stesso obiettivo di dare sostegno alla genitorialità, inoltre si vuole affrontare un tema messo finora sotto il tappeto. Il dato più divisivo dei due pdl è l’interruzione di gravidanza. Non possiamo pensare di delegare o non affrontare quello che è un dramma di fatto. Sia che si faccia nel nostro ospedale di stato o fuori territorio, non si può non affrontare il temi dei diritti. Non significa che dobbiamo copiare norme di altri paesi, ci deve essere una interpretazione nostra, questi due pdl che nascono dalla volontà civile sono importanti. Anche se all’articolo 7 del pdl sul sostegno alla genitorialità, dove si chiede per concedere l’aborto il parerw di tre medici, penso sia svilente. Non penso il tema si debba delegare a un pool di esperti, ma è necessario dare alle donne gli strumenti per una scelta consapevole. Sul sostegno alla genitorialità ho comunque trovato spunti importanti.
Gian Carlo Venturini, Pdcs
Il dibattito avviato a giugno dovrebbe trovare oggi conclusione. E’ una tematica che non può essere affrontata con semplicità. Abbiamo di fronte due pdl, uno in antitesi con l’altro, uno promosso da cittadini che prediligono la salvaguardia della vita e propongono interventi per essa e per la genitorialità, il secondo pdl invece è presentato da altri cittadini che in virtù di una fantomatica libertà e autodeterminazione della donna, propongono la depenalizzazione dell’aborto. Personalmene penso che nessuno possa sopprimere una persona per i diritti di un’altra, l’embrione è una persona, è il soggetto più debole. La vita va tutelata in ogni forma, fin dal concepimento, dobbiamo superare le ideologie e aprire un confronto serio per trovare una sintesi per favorire la materità e la vita di ogni essere umano. Queste sono le premesse per un confronto serio.
Lorenzo Lonfernini, Rf
Su temi etici è difficile ragionare per schiaramenti, ognuno ha la sua scala di valori. Sui due pdl: quando ci si trova di fronte a momenti dififcili non ce la possiamo faer tra noi, o in una fredda relazione con lo Stato. Possiamo fare le leggi più belle, ma il dolore e il dramma non lo superiamo. Prima di questi due pdl dovremmo preoccuparci della cultura della condivisione e della solidarietà e delle relazioni umane. Sul progetto a sostegno della genitorialità mi piace sottolineare interventi in aiuto a famiglie numerose. È un punto qualificante da considerare. Sulle norme in materia di maternità consapevole vorrei entrare in punta di piedi, io sono sempre a favore della vita, ma non mi permetto di giudicare. Chiedo solo al Cgg di approcciarsi a queste leggi con rispetto e con approccio laico.
Emmanuel Gasperoni, Rf
E’ un tema etico e non esiste come programma elettorale. Parlo a titolo personale. Personalmente io sono favorevole all’aborto, per un aspetto professionale più che altro, così come sono in favore dell’eutanasia. Per questo reputo che l’approccio laico sia più garantista. E’ singolare i due argomenti dei pdl si discutano insieme. Quello sulla depenalizzazione dell’aborto è un pdl liberale, progressista, per San Marino è un’avanguardia. Quello sulla genitorialità è conservatore e a tratti oscurantista. Da un lato si sancisce l’autodeterminazione della donna, d’altra pare si oscura questa autodeterminazione cui la decisione la si lascia a tre medici, come se il problema fosse solo clinico, depredando la donna di una possibiltà di scelta sacrosanta. Do la mia disponibilità a fornire un’audizione in 4^ commissione per audire il Comitato di bioetica, con l’intento di rimettere in moto questo organismo su temi così cruciali.
Iro Belluzzi, Psd
Si parla di diritti civili al di là degli schieramenti politici, spero trovino concretizzazione nel percorso parlamentare senza sopraffare varie sensibilità presenti in Aula e nella realtà sammarinese. Sento dire che è una norma d’avanguardia, un pdl che arriva 41 anni dopo che altri paesi hanno introdotto la depenalizzazione dell’aborto, paesi anche molto cattolici…La titela della vita dovrebbe esserci a presciendere, logicamente collegato a quello della corretta comprensione e consapevolezza del momento in cui si vuole diventare genitori. È un tema che non riguarda solo il mondo femminile.
Tony Margiotta, Gruppo Misto
Il discorso del sostegno ecomico alla genitorialità può avere punti di incontro in commissione, ma il tema importante è quello dell’interruzione di gravidanza. Con l’approvazione della relativa istanza d’arengo si è avuto un voto storico per l’avvio ad un iter normativo che colmi il vulnus legislativo attuale.
Grazia Zafferani, Rete
Sarebbe stato utile affrontare questo dibattito con dati utili, che non abbiamo. Abbiamo ancora poco in mano per affrontare il fenomeno sull’interruzione di gravidanza e sulla genitorialità cosapevole. Nel dibattito dei giorni scorsi sui Pdl è prevalso sulla stampa un approccio ideologico, che nulla ha a che fare con la realtà di chi vive l’interruzione di gravidanza. La legge di Ciavatta non risolve tutti i problemi della genitorialità, ad esempio il problema del lavoro, alcuni mestieri non preservano il ruolo del genitore. Invito l’aula a riflettere su questo pdl e a non approvalro.
Roberto Giorgetti, Rf
Dai due pdl emerge la preoccupazione condivisa di affrontare un problema da troppo tempo ai margini del dibattito politico. Sulle norme sulla procreazione responsabile, l’approccio può essere puramente etico, oppure si possono prevede una serie di dinamiche nell’articolato. E’ in gioco una scelta di fondo con l’etica: bene vs male, giusto vs ingiusto. Gli articoli 1 e 2 qualificano l’aborto come strumento da evitare, creando condizioni per cui non ci si arrivi. È ovvio queste tematiche non possano essere affrontate con il codice penale, giudico superato l’inquadramento normativo attuale. Nellal egge non si prevede però per ragazze minori l’autorizzazione di chi ha la loro tutela legale, c’è qualcosa da rivedere. Così come per la variante derivante da stupro e incesto. Il rischio è di ottenere l’effetto opposto a quello voluto: si dice che non si lascia nella solitudine queste persone, ma togliamo loro i punti di riferimento più importanti. Nessuna imposizione per nessuno, ma non possiamo liquidare questi aspetti nella discrezionalità. Qualche riflessione in più deve essere messa in campo. L’Articolo 10: pretendiamo che se un medico è obiettore di coscienza non possa essere assunto? Non credo possa essere introdotto un approccio di questo tipo. L’ altro pdl non lo vedo incompatibile in diverse parti, se si crede in un percorso per far sì che alle donne siano date più possibilità per non interrompere la gravidanza, si deve affrontare anche l’aspetto di sostegno economico.
Giuseppe Maria Morganti, Ssd
Non è possibile l’approccio ideolgico, ma è necessario u approccio laico. Il codice penale determina in modo netto la posizione maturata dai nostri predecessori. Non è possibie spingere in una direzione o nell’altra, devono essere Stato e parlamento a farsi carico di un terza via sugli errori che si potrebbero commettere con le vie indicate nei due pdl. C’è bisono di rimboccarsi le maniche rispettando il punto di vista di tutti, non ci può essere maggioranza o minoranza, il principio etico deve essere salvaguadato per tutti. Il Cgg dopo la prima lettura deve mettersi al lavoro perchè il testo definitivo abbia questo senso.

Comma 4a) Dimissioni del Consigliere Matteo Fiorini da membro del Consiglio Grande e Generale e sua eventuale sostituzione b) Eventuale sostituzione del Consigliere dimissionario Matteo Fiorini in seno alle Commissioni Consiliari di cui è membro

Matteo Fiorini, Rf
Inizio le mie riflessioni rileggendo un passaggio del mio intervento in comma comunicazioni dello scorso 5 giugno, 2 giorni prima dei fatti avvenuti nell’ufficio di presidenza dello scorso 7 giugno che hanno portato alle mie dimissioni.

Riflettevo insieme a voi in quest’aula, 2 giorni prima, in questo modo: “la politica non può prescindere dalla capacità di dialogo. Alla politica del dialogo si contrappone un altro tipo di politica, che è quella dello scontro, dell’aggressione e di demonizzazione delle idee degli altri, e poi quando non è sufficiente demonizzare le idee si iniziano ad aggredire e demonizzare le persone che portano avanti quelle idee. È innegabile che da due anni e mezzo a questa parte nel paese, la politica del dialogo sia stata schiacciata da un altro tipo di politica, con responsabilità suddivisibili in più parti.”

Riflettevo anche che “di questo clima di scontro continuo e aggressione ci soffrono maggiormente le persone perbene, mentre gli squali si trovano perfettamente a loro agio”. E concludevo il mio intervento dicendo che “ero convinto che la stragrande maggioranza delle persone dentro quest’aula non amino questa modalità, e possano ancora lavorare senza necessità di crearsi nemici o demoni”.

2 giorni prima dicevo queste cose. 2 giorni dopo, nel normale ed educato esercizio di un mio diritto, che era quello di esprimere un’opinione davanti ai Reggenti e ai Rappresentanti Consiliari in Ufficio di Presidenza, venivo aggredito in maniera maleducata, offensiva e volgare.

E non all’interno di una “lite furibonda” come ha voluto rappresentare qualcuno. Nessuna lite, un’aggressione unilaterale.

E spero che nessuno voglia minimizzare l’accaduto. E nessuno possa nascondersi dietro un “non c’ero, non posso prendere posizione, perché non so come è andata”.

È andata così: in un clima di tensione e dialettica, definirei normale rispetto al periodo che viviamo, ho espresso la mia posizione, dicendo che in quella fase la maggioranza si doveva assumere da sola la responsabilità di un passaggio (il deposito della legge cosiddetta “salvabanche” sulle risoluzioni) che invece pareva si potesse fare con la firma di tutti, di fronte ai rifiuti che stavano emergendo. Ciavatta, di fronte a ciò ha esposto in un crescendo di toni le sue argomentazioni, culminate con un insulto e un epiteto (ripetuti più volte) entrambi afferenti, diciamo così più ad ambiti intestinali, che altro.

È poi uscito, lasciando colleghi e Reggenza sbigottiti. L’ho rincorso per le scale, chiedendogli di tornare indietro a scusarsi con la Reggenza (prima ancora che con me).

Lui si è rifiutato. Rientrato in udp, scioccato e provato dall’accaduto, e emotivamente scosso, credo in 41 anni di non aver mai vissuto un’aggressione verbale così violenta e inaspettata, ho chiesto una censura per ciò che era appena successo, minacciando le dimissioni se ciò non fosse avvenuto.

Ciò è avvenuto dai colleghi Morganti e Ciacci, dall’opposizione non è avvenuto, e dopo aver ascoltato vari arrampicamenti sugli specchi, ho ribadito che vista l’assenza di una presa di distanza netta mi sarei immediatamente dimesso. Silenzio imbarazzante. Per come sono fatto, non potevo fare altro di fronte a ciò.

Così come trovo imbarazzante il silenzio di tanti consiglieri di quest’aula i giorni successivi. Ma tant’è.

Uso 2 figure per provare a esprimere un’analisi:

quando nelle fasi che precedono un temporale le nubi si condensano, esiste un processo di accumulo di energia graduale, invisibile ai più, che poi si esprime nell’istantaneità del lampo, del fulmine, che è la conseguenza e la scarica di quel lento accumulo di energia.

Quando un quadro cade dalla parete avviene in un attimo, un millesimo di secondo prima è ancora appeso, magari da anni, e un millesimo di secondo dopo è a terra. Prendo in prestito questa immagine da un noto scrittore. E come avviene quella caduta a terra del quadro, visibile agli occhi di tutti?

Avviene attraverso un lungo processo, invisibile ai più, e in particolare a chi non può o non vuole vedere, di incrinatura del chiodo, di piccole fessurazioni dell’intonaco, piccole crepe nel muro. Millimetriche, eppure alla lunga decisive.

L’episodio dell’aggressione da me ricevuta in ufficio di presidenza, è il lampo che tutti vediamo, il quadro che cade, ma da tempo in quest’aula molti si sono accorti e hanno denunciato, inascoltati o derisi, le minuscole crepe nel muro che avrebbero inevitabilmente portato a questo.

E siccome credo che il Consigliere Ciavatta non sia né un demone né un nemico, non ha molto senso concentrarsi tanto sulla caduta del quadro ma sul processo che ha portato a questo. E soprattutto, diciamolo francamente, su come si sia arrivati al fatto che, di fronte a quanto accaduto, abbia prevalso negli altri rappresentanti consiliari presenti, la volontà di difendere l’alleato politico aggressore piuttosto che l’avversario politico aggredito.

Quando è iniziato il processo per cui il rispetto delle istituzioni, l’osservanza di alcune regole, molte di queste non scritte, hanno iniziato a soccombere di fronte agli interessi più volgarmente di bottega, di convenienza politica di breve termine?

Quando abbiamo tutti in quest’aula, iniziato ad essere assuefatti rispetto a questa deriva?

Quali sono queste crepe che inosservate hanno portato alla caduta del quadro?

Faccio una premessa, per non passare da bacchettone: nessuno dei comportamenti che dirò, di per sé, è per forza una mancanza di rispetto per le Istituzioni, ognuno di questi (preso singolarmente) è persino capibile o giustificabile, se compiuto come atto forte di protesta, estemporaneo. Come eccezione alla regola.

La politica è fatta infatti anche di momenti forti, di protesta, di gesti simbolici, o provocatori.

È la somma di tutti, è la ripetitività, è lo sdoganare la provocazione come normalità, che logora le istituzioni, che intimidisce le persone, e porta tante micro crepe affermando un nuovo modo di fare politica, che rinuncia ad alcune regole e ne autorizza altre.

Ognuno ha la sua percezione e sensibilità su questo, e l’espressione “rispetto delle regole” e “rispetto delle istituzioni” alla fine può avere significati diversi fra gli uni e gli altri.

Però negli ultimi tempi molto spesso ho sofferto di fronte ad alcuni episodi ripetitivi.

È rispettoso per le istituzioni definire a più riprese, per anni, dei rappresentanti del popolo legittimamente eletti “spingibottoni”? è stato fatto più volte e tollerato.

è rispettoso uscire dall’aula durante un discorso di fine mandato della Reggenza al Consiglio Grande e Generale? Anche questo abbiamo visto.

È rispettoso delle istituzioni uscire dall’aula mentre un consigliere legittimamente autorizzato a essere in quest’aula come tutti noi, pronuncia il suo intervento?

È rispettoso verso le Istituzioni che ai richiami dei Reggenti, sempre di più ultimamente, si risponda con toni spesso irriverenti? Che non ci sia più alcun riconoscimento del ruolo di vertice istituzionale?

È rispettoso quello che è avvenuto, in particolare sulla partita della Giustizia, che in ambiti istituzionali si usino minacce, denunce, querele, comportamenti che antepongano ragioni di parte al rispetto delle regole?

O il giocare a nascondino in corrispondenza degli appelli, raccontandosi che garantire il numero legale in quest’aula sia un compito solo di alcuni consiglieri e non di tutti gli eletti (che ricordo rispondono a una convocazione, anzi a un ordine della Reggenza).

Mi spingo anche oltre e qui voglio essere bacchettone: È rispettoso verso le istituzioni che alcuni consiglieri, anteponendo il loro personale concetto di laicismo, regolarmente non partecipino a riti istituzionale che prevedono momenti alla Pieve, tipo il rito di elezione dei Capitani Reggenti? Non rendendosi conto che in quel momento la Pieve è luogo Istituzionale (oltre che, per chi crede, di culto).

È rispettoso delle istituzioni che in quest’aula, dietro il paravento dell’immunità, si facciano allusioni, accuse, spesso a persone non presenti e che non possono difendersi?

Ripeto: sono tutti comportamenti che, presi uno a uno, in modo estemporaneo, possono avere una ragione e possono essere un’eccezione al quadro di regole che ci siamo dati.

Ma la riflessione è necessaria, poiché il nostro quadro istituzionale è un patrimonio INTANGIBILE ma Importantissimo per il nostro Stato.

Non abbiamo petrolio, né materie prime, ma l’Unesco ci dice che il nostro Patrimonio è il valore intangibile della nostra unicità di città—stato che vive di Istituzioni uniche, che vive di riti, di tradizioni, e che tutti noi, che non abbiamo tanto altro alla voce “ricchezza”, dovremmo sempre rinnovare: anteponendo il patrimonio di secoli alle necessità del momento, della polemica singola, dell’episodio contingente.

Io credo che in quest’aula siamo tutti molto bravi a usare le parole, parole che hanno caratterizzato anche i giorni seguenti rispetto al fatto in Ufficio di Presidenza, parole molto belle (e che ho apprezzato e di cui ringrazio) da parte di SSD e Civico 10, oltre che ovviamente dal mio movimento politico.

Parole invece che in mezzo a tentavi di scuse (ai reggenti per carità, a me invece no) hanno tirato fuori altri sassi da lanciare o persino una ricostruzione vittimista in base alla quale il consigliere Ciavatta sarebbe caduto in un tranello teso ad arte.

Bene, oggi possiamo dirne tante altre di parole.

Io solo so come mi sono sentito in quel momento e come ho creduto, istintivamente e in ragione della mia personale percezione e situazione, che occorresse di fronte a quanto accaduto non più parole, un GESTO.

Un gesto forte, certo, che può apparire più di resa che di impegno, più di sconfitta che di lotta, ma che al contrario credo possa e debba essere un segno chiaro, irrevocabile.

Non per censurare un singolo comportamento, non è questo che a me interessa. Anche perché, come ho fin da subito scritto nella lettera ai Reggenti, “momenti di ira sono umani” e immagino che ci possa anche essere modo di superare da parte mia e di Roberto Ciavatta l’accaduto, ma a mio avviso occorre una riflessione forte, fatta non solo di parole ma di gesti, sul livello di accettazione generale del modo di fare politica.

Accettazione generale.

in quell’udp, i membri di opposizione presenti di fatto hanno autorizzato Ciavatta, ex post, a comportarsi così, giustificandolo e non riuscendo a fare una cosa semplicissima: cioè dire “noi siamo con lui, condividiamo la sua opinione, ma ci dissociamo da questo comportamento”.

Io avevo chiesto questo agli altri consiglieri presenti, una presa di distanza netta, senza la quale avevo annunciato che mi sarei dimesso per protesta e per denuncia. Non sono riusciti a fare nemmeno questo, ex segretari di stato, ex reggenti non sono riusciti a fare nemmeno questo. Solo per difendere un interesse di breve termine, il potenziale leader che potrà loro dispensare gratitudine in un futuro prossimo. L’ho trovato un comportamento pusillanime.

È chiaro quindi che con amarezza oggi, a maggior ragione, riconfermo la mia scelta.

Con dispiacere, in primis verso il mio partito, verso la mia coalizione, riproponendomi di continuare con immutato impegno a dare il mio contributo in altri ruoli, in primis quello di Coordinatore di Repubblica Futura.

Questa scelta è sofferta, e se finora ho addotto principalmente motivazioni “oggettive”, che tutti possiamo vedere, non posso nascondervi anche la forte incidenza di un piano più soggettivo, più personale di questa scelta.

Tutti noi sperimentiamo sempre di più la difficoltà di portare avanti il ruolo: la fatica la Responsabilità, talvolta la frustrazione di non essere all’altezza dei difficilissimi compiti, la difficoltà di conciliare un impegno crescente con la propria professione, con la famiglia, con il prendersi cura di sé. Tutte queste componenti rendono soggettivo il livello sotto il quale non si può scendere nell’accettare eventuali deviazioni rispetto le regole del gioco.

Quest’ultima considerazione, oltre a tutte le altre, rafforza e sostiene anche tutti gli altri ragionamenti fatti.

Sono combattivo, ma non rancoroso, esco da quest’aula molto avvilito e preoccupato per quella che a mio parere è una deriva, preoccupato ma non pessimista, poiché confido che si possa e si debba, ciascuno per quanto può, fare la propria parte per continuare a servire il nostro paese facendo tesoro degli errori e proteggendo maggiormente e recuperando cultura istituzionale, ripartendo da questo episodio. Per preservare la nostra essenza, che può essere per noi una fragilissima, ma inestimabile, ricchezza.

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