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Marino (Questore Roma): “No a giustizia fai da te, ma vietato rimanere spettatori”

"Il cittadino assapori il gusto di una sana e legittima indignazione"

Pubblicato:24-07-2018 13:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:24

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ROMA – “Il cittadino non può considerarsi spettatore disinteressato e distaccato rispetto al territorio in cui vive ed opera, ma deve esserne protagonista, senza atti di eroismo, senza trasformarsi in sceriffo o giustiziere, ma avendo consapevolezza dei suoi diritti e dei suoi doveri”. Così il Questore di Roma, Guido Marino, in un’intervista all’agenzia Dire, parla del tema della percezione della sicurezza.

– Secondo quanto confermato dalla Polizia e dal Censis, a Roma i reati sono in calo, ma nonostante questo una famiglia su tre percepisce il rischio della criminalità nella zona in cui vive e nelle aree metropolitane si sente insicuro circa un cittadino su due. Ma Roma è una città sicura? E come si può migliorare la percezione di sicurezza dei cittadini?

In merito il Questore di Roma, non ha dubbi: “Il tema della cosiddetta ‘sicurezza percepita’ è spesso contrassegnato da una forte dose di retorica, di scarsa e scorretta informazione. Provo a spiegarmi meglio. Che le statistiche sull’incidenza dei reati offrano un quadro rassicurante è vero solo in parte: non credo che la vittima di un reato possa trarre sollievo dalle varie statistiche! Che una famiglia su tre ed un cittadino su due si sentano insicuri è plausibile solo in minima parte: sarebbe del tutto legittimo sentirsi insicuri se, dopo aver chiamato o segnalato chi delinque, lo Stato si dimostrasse poco attento, poco reattivo, poco sensibile a queste sollecitazioni; ma se la percezione di sicurezza è legata esclusivamente all’assurda pretesa di una ‘Volante’ sotto casa in grado di ‘piantonare’, più che controllare, il territorio, mi sembra evidente che si tratti di una soluzione quantitativamente irrealizzabile, concettualmente inefficace e sostanzialmente velleitaria. In sostanza- spiega il Questore- il cittadino non può considerarsi spettatore disinteressato e distaccato rispetto al territorio in cui vive ed opera, ma deve esserne protagonista, senza atti di eroismo, senza trasformarsi in sceriffo o giustiziere, ma avendo consapevolezza dei suoi diritti e dei suoi doveri: riconosco cioè il diritto di avere paura ma sostengo soprattutto il dovere di scegliere da che parte stare, se convivere con la paura, destinata a diventare un comodo e pericoloso alibi, ovvero tentare di superarla potendo contare su donne e uomini della Polizia che parlano la sua lingua e perseguono obiettivi identici ai suoi”.


Proprio su questo tema, il Questore di Roma, ha spiegato che “uno dei ritornelli più ricorrenti, ma anche dei più infondati, riguarda la presunta ‘assenza dello Stato’ in molte realtà. Ebbene, questa assenza non riguarda certamente la Polizia, ma molto spesso si traduce nella indifferenza, nella rassegnazione e nella incapacità di reazione del cittadino. Facevo le stesse considerazioni a Napoli, dove ho lavorato per tre anni prima di essere assegnato alla Questura di Roma. Non mi sono mai sognato di chiedere al cittadino di immolarsi per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico, ma solo di ricordare che donne e uomini della Polizia lo hanno già fatto e continuano a farlo!”.

Una precisazione importante arriva dal Questore: “Il cittadino non può limitarsi alla cosiddetta ‘indignazione ad intermittenza’ affidata a fiaccolate, convegni, dibattiti all’indomani di un fatto grave ma deve assaporare il gusto di una sana e legittima indignazione e, dunque, di una reazione a tutto ciò che attenta al suo territorio, ai suoi diritti, alla sua salute, pretendendo e controllando che ogni Istituzione risponda alle sue istanze!”. Da questo presupposto, il Questore Marino chiarisce: “Ammetto che la distanza, la diffidenza, la rassegnazione del cittadino sono pienamente giustificate dalla constatazione che chi delinque non va in galera o non ci rimane per il tempo previsto dal Codice Penale, sicché è complicato chiedere fiducia a chi ha subìto un reato ed è costretto a riconoscere che chi lo ha commesso è in circolazione anziché in prigione. Per quello che vale, il Poliziotto che arresta un delinquente prova identica amarezza ed altrettanta rabbia, ma non certo rassegnazione o tentazione di girarsi dall’altra parte!”.

“D’ESTATE CRIMINALITA’ IN SERVIZIO PERMANENTE EFFETTIVO”

“Il periodo estivo coincide con un calo fisiologico di tanti aspetti della vita romana ma non certo (ci mancherebbe!) con un calo dell’attività della Polizia di Stato: una presenza turistica costantemente elevata, una minaccia terroristica mai venuta meno, una criminalità ‘in servizio permanente effettivo’ costituiscono argomenti sufficienti a comprendere che il nostro lavoro non è legato a variazioni stagionali, climatiche, politiche o di altro tipo!”, prosegue Marino.

“RIGUARDO ROGHI TOSSICI SERVE INTERVENTO PREVENTIVO, NON DI POLIZIA”

La Polizia di Stato, al pari delle altre Forze di Polizia, è costantemente impegnata nel controllo del territorio e, dunque, per contrastare ogni forma di attentato al territorio stesso, ma degrado e roghi tossici richiedono anche interventi di tipo preventivo quali manutenzione del territorio, raccolta e smaltimento regolare dei rifiuti, sanzioni esemplari ed effettive per chi non lo fa!”. Così il Questore di Roma rispondendo alla domanda su cosa può fare la Questura in merito a fenomeni di degrado ed in particolare ai roghi tossici che con l’estate e il caldo tornano a suscitare grande preoccupazione nei cittadini di alcune zone della Capitale anche perché spesso legati alla presenza di insediamenti abusivi sul territorio.

“INSIDIA DA EVITARE È ALLARMISMO”

“Una insidia di cui faremmo volentieri a meno, se permette, è connessa ad una dose eccessiva di allarmismo, prevalentemente mediatico, che spesso precede l’evento e che fatalmente alimenta confusione, tensione e paura del tutto ingiustificate ed infondate”. Sul tema dell’ordine pubblico, il Questore di Roma, Guido Marino, in un’intervista rilasciata all’Agenzia Dire, parla della gestione dei grandi eventi. Alla domanda su quale sia la ricetta per gestire in una città come Roma le visite di Stato, manifestazioni politiche e sportive anche in chiave ‘allarme terrorismo’, il Questore Marino ha risposto: “Non essendo abituato ad enfatizzare e celebrare il nostro lavoro, mi limito a dire che la positiva gestione dell’ordine pubblico nelle sue varie manifestazioni è la logica conseguenza di una serie di fattori: l’analisi dell’evento in tutti i suoi aspetti, il conseguente impegno a cercare di prevedere anche l’imprevisto, la comprovata preparazione dei Funzionari ai quali viene affidata la gestione dei relativi servizi, l’attenzione quasi maniacale agli aspetti anche marginali (solo apparentemente) di un evento, il rapporto irrinunciabile con gli organizzatori dell’evento medesimo, ebbene tutto questo porta alla conclusione che la pianificazione e la realizzazione dei servizi di ordine pubblico non sono mai affidate al caso, ma sono state e continuano ad essere affidate a mani sicure ed a cervelli affidabili”, ha spiegato Marino.

“TASER NELLA CAPITALE? IL QUESTORE: ANCORA PRESTO PER PARLARNE”

“Non sono in grado di rispondere” a chi chiede quando arriverà anche a Roma l’uso del taser per le forze di polizia “poiché l’introduzione, l’uso ed i limiti di questo strumento sono sottoposti, come sempre, ad una disciplina ed alle conseguenti direttive che tra qualche tempo riguarderanno la Questura di Roma, come tutti gli Uffici di Polizia”. Così il Questore di Roma, Guido Marino. “Al momento, quindi, ne parleremmo in modo prematuro ed approssimativo; vale la pena di ricordare, comunque, la dotazione e l’impiego di ulteriori strumenti ampiamente collaudati come il cosiddetto ‘spray al peperoncino’, già in uso al Reparto Volanti della Questura e ai commissariati”, ha concluso Marino.

“VALUTAZIONI SU SGOMBERI NON COMPETONO SOLO A NOI”

“E’ noto a tutti che gli stabili occupati sono tanti, forse troppi, e che lo sgombero è preceduto ed accompagnato dalla valutazione scrupolosa dei profili di ordine e sicurezza pubblica, di igiene e di incolumità, che evidentemente non competono solo alla Questura e non si esauriscono nella fase culminante dello sgombero”. La posizione di Guido Marino sulla questione ‘sgomberi’ è chiara: “Il tema degli stabili occupati è complesso, molto spesso viene affrontato con superficialità e con una spiccata tendenza al sensazionalismo ovvero alla strumentalizzazione, anche in ragione di una informazione non sempre corretta”.

Il Questore di Roma poi precisa: “Detto questo e prescindendo dalle inutili e frequenti recriminazioni sulle cose che si sarebbero dovute fare e non sono state fatte, l’atteggiamento della Questura è costantemente ispirato a quei requisiti a cui ho fatto cenno, cioè equilibrio, decisione e preparazione: che le donne e gli uomini della Questura di Roma ne siano in possesso e lo dimostrino quotidianamente lo posso testimoniare e sottoscrivere!”. Tornando sulla vicenda di Piazza Indipendenza che circa un anno fece molto discutere, Marino ha ribadito: “Lo stabile di via Curtatone è stato sgomberato con un intervento ineccepibile delle Forze di Polizia e, dunque, l’equilibrio, la decisione e la preparazione che quell’intervento ha richiesto costituiscono gli ingredienti necessari, ma non esclusivi, di una operazione del genere”.

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