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Avvocato famiglia Pasolini in Procura per chiedere accesso alle ‘carte segrete’ svelate dalla Dire

Non e' mai stata fatta una comparazione tra il Dna di Pelosi e quello di 'ignoto 2'

Pubblicato:24-07-2017 15:06
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:33

pier paolo pasolini
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Foto Agenzia Dire


ROMA – E’ stata consegnata oggi in Procura dall’avvocato Stefano Maccioni, legale del cugino di Pier Paolo Pasolini, un’istanza per chiedere al Pm di acquisire le ‘carte segrete’ custodite in una cassetta di sicurezza che, come ha reso noto l’agenzia Dire, sono in possesso di Alessandro Olivieri, il legale di Giuseppe ‘Pino’ Pelosi, l’unico condannato in via definitiva per l’uccisione del regista, morto il 20 luglio al Policlinico Gemelli di Roma a seguito di un tumore ai polmoni.

“Sono di parola: ho fatto depositare quello che avevo detto- dice all’agenzia Dire l’avvocato Maccioni- Adesso vediamo le determinazioni del pubblico ministero”.

“È fondamentale soprattutto acquisire il Dna di Pelosi su quello che abbiamo estratto dai reperti al museo criminologico– prosegue il legale della famiglia di Pasolini- Noi dobbiamo vedere se effettivamente apparteneva a Pelosi quello e’ ‘ignoto 2′, vediamo se e’ lui. Non possiamo lasciare anche questo dubbio tra i tanti che abbiamo”.


Non e’ mai stata fatta una comparazione tra il Dna di Pelosi e quello di ‘ignoto 2’, infatti, ma il tempo non gioca a sfavore. “Il Dna non ha problemi di datazione- spiega Maccioni- quindi invece di andare a disseppellire un cadavere la cosa piu’ semplice e’ prendere il Dna dagli esami gia’ effettuati da Pino Pelosi, che siano ematochimici o istologici. Per un certo periodo gli esami devono essere conservati, quindi andiamo a prenderli li’, in una struttura pubblica, e’ la cosa piu’ immediata”.

Ma che tempi si prevedono? “Francamente non lo so- risponde all’agenzia Dire l’avvocato Maccioni- Tra domani o dopodomani ho intenzione di riandare in Procura per parlare direttamente con il pubblico ministero. Per il resto non possiamo sapere se passera’ un giorno, una settimana o dieci giorni. Vediamo come evolve”.

di Carlotta Di Santo

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