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Le intercettazioni? Di Pietro: “Vanno sempre prese con le pinze”

ROMA -  "Sul piano tecnico ci sono tre ipotesi: o l'intercettazione non esiste e un giornalista si fida

Pubblicato:24-07-2015 07:49
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:28

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ROMA –  “Sul piano tecnico ci sono tre ipotesi: o l’intercettazione non esiste e un giornalista si fida della fonte sbagliata. O magari l’intercettazione è illegale, fatta senza l’autorizzazione della Procura, e questo dimostra dimostra da una parte che chi l’ha fatta ha commesso un reato gravissimo, dall’altra che qualcuno al telefono dice delle cose inaccettabili. La terza è l’ipotesi più plausibile: in una inchiesta così complessa sono state fatte migliaia e migliaia di intercettazioni, chi le ha sbobinate si è concentrato sulle più importanti, le altre sono rimaste nell’ambito della polizia giudiziaria, qualcuno le ha sentite e le ha riferite, facendo un atto gravissimo, raccontando di un atto coperto da segreto istruttorio”. Lo ha detto l’ex magistrato Antonio Di Pietro, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ‘ECG Regione’.

“Bene ha fatto Crocetta a denunciare l’Espresso: il fatto è così delicato che non ci può nascondere dietro il segreto giornalistico. Se l’intercettazione non esiste e l’Espresso si è fatto abbindolare da qualcuno, deve chiedere scusa e poi chi lo dirige deve venirmi ad aiutare a zappare la vigna. Io sono stato molto lontano dalle intercettazioni quando ero magistrato. Richiedono un grande utilizzo di personale- ha aggiunto Di Pietro- e poi sono equivocabili. Vanno prese con le pinze, sempre”. Alcuni magistrati abusano dell’utilizzo di intercettazioni telefoniche. Di Pietro lo lascia intuire: “Qualche magistrato è malato di protagonismo? Una volta qualcuno mi rinfacciò di aver creato i Dipietrini. Il problema è questo- ha concluso- una cosa è partire da una notizia di reato e sviscerarla, altra cosa è ricercare la notizia di reato”.

di pietro

A. Di Pietro

“Crocetta ha detto che è il più grave attentato alla democrazia nella storia repubblicana? Io, in quanto a tentativi di delegittimazione, insulti e diffamazione credo di non essere secondo a nessuno, però mi sono sempre difeso all’interno del sistema processuale portando prove e controprove e facendo condannare tutti, anche il padreterno Berlusconi, per diffamazione”, spiega Di Pietro.  “Sul caso Crocetta bisogna vedere come stanno i fatti. L’Espresso scrive una cosa che se non fosse vera dovrebbe portare alla sua chiusura. Non è possibile trattare così le persone se non si ha la sicurezza di ciò che viene scritto. Detto questo- ha concluso- se il fatto è veramente avvenuto, è talmente grave che Crocetta dovrebbe andarsene subito. Anche perché è un Governatore che parla molto e conclude poco”.


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