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Ispra: “Rifiuti ‘speciali’ in calo nel 2020 per il Covid”

Pandemia e emergenza sanitaria hanno prodotto 232 mila tonnellate di rifiuti sanitari, con un incremento record del 16%

Pubblicato:24-06-2022 14:54
Ultimo aggiornamento:24-06-2022 14:54

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ROMA – “Nel 2020 abbiamo registrato un calo della produzione di rifiuti speciali, circa 147 milioni di tonnellate, ma è un calo che deriva dalla situazione pandemica che ha di fatto diminuito la produzione”. Lo dice Stefano Laporta, presidente Ispra, a margine della presentazione della XXI edizione del Rapporto Rifiuti speciali Ispra. Quella dei rifiuti speciali è “una tematica che di solito non gode di una grande visibilità sui mass media- rileva Laporta- Eppure è uno degli aspetti cardine per l’economia circolare”.

CON IL COVID RIFIUTI SPECIALI IN CALO NEL 2020 (-4,5%), RECUPERO 70%

Quasi 7 milioni di tonnellate in meno di rifiuti speciali prodotti nel 2020, anno della pandemia e del lockdown, con un calo del 4,5% rispetto all’anno precedente. Nonostante il calo significativo nel 2020 (-5,2%, oltre 3,5 milioni di tonnellate) il settore delle costruzioni si conferma quello che produce più rifiuti speciali (45,1% del totale), seguito dalle attività di gestione dei rifiuti e di risanamento ambientale (26,3%) e dalle attività manifatturiere (18,2% circa 26,7 milioni di tonnellate). Questa la base dati consolidata fornita dall’Ispra con il Rapporto Rifiuti Speciali, elaborato attraverso un efficace e completo sistema conoscitivo sui rifiuti.

In collaborazione con le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente, il Rapporto Ispra esamina oltre 60 indicatori elaborati a livello nazionale, di macroarea geografica e regionale, nonché per attività economica e per tipologia di rifiuto. A diminuire di più sono i rifiuti non pericolosi (-4,6%), che rappresentano il 93,3% del totale di quelli speciali, mentre quelli pericolosi calano di circa 300 mila tonnellate (-3%). La produzione dei rifiuti speciali si concentra al Nord, dove il tessuto industriale è più sviluppato (56,9% del totale), soprattutto in Lombardia (21,6% di quelli prodotti a livello nazionale) e Veneto (11%). Qui è anche localizzata la metà dei 10.472 impianti, un quinto nella sola Lombardia (2106). Monitorati dal Rapporto anche i flussi di rifiuti con maggiori criticità gestionali: amianto (Friuli Venezia Giulia la regione a produrne di più nel 2020), veicoli (-5,8% quelli trattatti) e pneumatici fuori uso (-1,6% rispetto al 2019), fanghi di depurazione urbani e industriali (costanti nel 2020), rifiuti da costruzione e demolizione (dei quali quasi il 78% è avviato a recupero).


Grazie ai dati elaborati dall’Ispra in oltre 20 anni di lavoro- dice Laporta- l’Istituto ha potuto fornire al Mite tutte le informazioni necessarie alla redazione delle due riforme collegate Pnrr che disegnano la strategia per lo sviluppo dell’economia circolare dell’Italia nei prossimi 6 anni: la Strategia nazionale per l’economia circolare e il Programma nazionale di gestione dei rifiuti (Pngr). Il gap impiantistico tra Nord e Sud, descritto dal Rapporto, potrà essere in parte colmato dalle oltre 4000 proposte di progetti presentate per i Bandi Pnrr della missione sull’economia circolare, di cui quasi la metà arrivate dal Mezzogiorno”.

D’APRILE (MITE): “STIAMO CHIUDENDO END OF WASTE COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE

“Stiamo chiudendo come target del Pnrr al 30 giugno il decreto End of waste sui rifiuti da costruzione e demolizione, che costituisce un primo passo per poter ampliare le modalità di gestione di questi rifiuti”. Lo dice Laura D’Aprile, Capo dipartimento Sviluppo Sostenibile del Ministero della Transizione ecologica, a margine della presentazione.

“Sicuramente con le misure del Superbonus ci sarà un incremento della produzione di rifiuti da demolizione e costruzione- segnala D’Aprile- Questo incremento deve chiaramente corrispondere a un’idonea tracciabilità e a una valorizzazione maggiore di quello che sono i rifiuti da costruzione e demolizione che vengono recuperati. Abbiamo visto che per la maggior parte vengono recuperati come sottofondi stradali ma noi siamo in condizione come Paese di recuperare questo tipo di rifiuti anche per la creazione di manufatti e aggregati riciclati che servono per l’edilizia”.

NEL 2020 232MILA TONNELLATE DI RIFIUTI SANITARI, +16%

Pandemia e emergenza sanitaria hanno prodotto 232 mila tonnellate di rifiuti sanitari, la maggior parte pericolosi a rischio infettivo, con un incremento record del 16% nel 2020.

SICLARI (ISPRA): “DATI INDICANO VELOCITÀ DELLA TRANSIZIONE

“La validità di un metodo di lavoro che ci permette di presentare oggi questo rapporto. Un lavoro complesso che portiamo avanti da 20 anni con le agenzie sul territorio. I dati accompagnati da competenze tecnico scientifiche ci permettono poi di compiere dei ragionamenti per fare in modo che i decisori politici possano poi pianificare e agire. Questa mole importante di dati ci serve anche per capire se il sistema funziona. Per capire a che velocità stiamo procedendo con la transizione circolare ed ecologica”. Lo dice Maria Siclari, direttore generale Ispra, intervenendo alla presentazione del Rapporto.

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