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SPECIALE ELEZIONI | I principali ballottaggi del Sud

Domenica 26 giugno dalle 7 alle 23 si vota per il secondo turno delle elezioni comunali

Pubblicato:24-06-2022 14:23
Ultimo aggiornamento:24-06-2022 14:40

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NAPOLI – Domenica 26 giugno si torna a votare per il secondo turno delle elezioni amministrative. Nei Comuni sopra i 15mila abitanti in cui nessun candidato sindaco ha conquistato il 50% più uno dei voti è previsto il ballottaggio. Nella seconda tornata elettorale, al candidato sindaco possono essere collegate liste differenti rispetto al primo. Le urne saranno aperte dalle ore 7 alle 23.

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CAMPANIA

SECONDO TURNO PER ELEGGERE I SINDACI DI POZZUOLI E CAPUA

Sono due i Comuni della Campania dove si tornerà a votare domenica 26 giugno per il secondo turno delle elezioni amministrative. Si tratta di Pozzuoli, in provincia di Napoli, e Capua, nel casertano. Nella città puteolana, la più popolosa tra quelle campane al voto, si sfidano al ballottaggio due esponenti del centrosinistra: Luigi Manzoni e Paolo Ismeno. Il primo ha raccolto il 46,35% delle preferenze al primo turno, il secondo il 41%. Manzoni aveva ricevuto il sostegno di dieci liste, tra cui la più votata, Pozzuoli democratica. Otto le liste schierate con Ismeno, tra le quali Figliolia per la Città, la preferita dagli elettori puteolani. Il Pd ha rinunciato a correre con il proprio simbolo. Sul voto l’incognita Vincenzo Figliolia: il sindaco uscente, non ricandidabile dopo due mandati consecutivi da primo cittadino, è indagato dalla procura di Napoli, nell’ambito di un’inchiesta sugli appalti nel Rione Terra, perché avrebbe concesso dei buoni spesa durante l’emergenza Covid in cambio di prestazioni sessuali. Una notizia trapelata sulla stampa poche ore dopo l’election day del primo turno e che ha acceso la campagna elettorale. Il terzo classificato, Raffaele Postiglione (Pozzuoli Ora!, Potere al Popolo! e Pozzuoli in Comune) ha annunciato di escludere ipotesi di apparentamento. Poco rilevanti i voti raccolti al primo turno dagli altri due nomi in corsa per la fascia tricolore: Antonio Caso del Movimento 5 Stelle si è fermato al 3,20% e Paolo Guerriero di Fratelli d’Italia al 2.05%. Sull’esito del voto a Pozzuoli, dunque, conterà poco la recente scissione nel Movimento 5 Stelle, con l’ex candidato sindaco Caso che ha già annunciato di voler restare nel Movimento a guida Giuseppe Conte.

Sfida sui generis a Capua. Da una parte il candidato progressista Adolfo Villani forte di un lungo curriculum politico alle spalle: già sindaco della città negli anni Novanta, è stato consigliere regionale in Campania fino al 2005 ed esponente prima del Pci e poi dei Ds. Al primo turno, oltre al Partito democratico, lo ha sostenuto anche il Movimento 5 Stelle che però ha raccolto solo il 3,92% delle preferenze (la lista meno votata delle cinque schierate con Villani) nonostante la venuta in città del leader 5 Stelle Giuseppe Conte. Anche in questo caso le tribolazioni interne all’M5S, sfociate nell’addio di Luigi Di Maio, non dovrebbero essere determinanti. Se al primo turno Villani si è classificato primo con il 34,82% dei voti, il suo sfidante al ballottaggio, il candidato civico vicino all’area moderata di centrodestra Fernando Brogna, ha raccolto il 25,29% dei consensi. Ma potrebbero essere decisive le mosse degli altri due aspiranti sindaci esclusi dal secondo turno: Carmela Del Basso e Paolo Romano, forti rispettivamente di un 20,78 e di un 19,11% di voti ottenuti il 12 giugno. Brogna ha chiesto a Del Basso e Romano di schierarsi dalla sua parte, ma nelle ultime ore i due ex candidati sindaci hanno escluso l’ipotesi di un apparentamento.

PUGLIA

A BARLETTA SFIDA CON APPARENTAMENTO TRA SCOMMEGNA E CANNITO

“I pontieri hanno lavorato bene, è stato portato a casa il risultato”. Si mormora a Barletta, città che domenica torna alle urne per scegliere chi indosserà la fascia tricolore. La matita degli elettori dovrà segnare Cosimo Cannito, appoggiato dal centrodestra (con il 42,27% del primo turno) oppure Santa Scommegna, appoggiata dal centrosinistra (36,63% conquistato 10 giorni fa) e da qualche giorno anche da Carmine Doronzo (Coalizione Civica per la Città futura – Sinistra italiana – Italia viva – Barletta in Comune – Barletta sicura) che porta in dote il 18,47% delle preferenze conquistato lo scorso 12 giugno. Un apparentamento su cui tanti hanno lavorato, specie nel centrosinistra, specie tra coloro che individuano nel “campo largo” lo spazio in cui tirare la palla e farcela restare. L’accordo siglato con Scommegna, suggellato da tanto di foto e sorrisi della candidata ed ex dirigente comunale, non ha sopito però le polemiche. Le ha alimentate. “Tradimento”, “folgorazione sulla via di Damasco”, “Cosa non si fa per la poltrona” sono stati i commenti più benevoli riservati a Doronzo che, impugnato cellulare e social, è sbottato: “All’unica candidata che ci ha chiesto una collaborazione non ho chiesto una poltrona ma un atto formale per risollevare la città. Ciò che ho chiesto è il rispetto di programmi e impegni concreti per Barletta, impegni condivisi, impegni sottoscritti e che ora sono sotto lo sguardo attento di migliaia di persone. Questo dovrebbe fare la politica, sempre”.

Doronzo ha poi elencato le proposte programmatiche condivise tra cui “approvazione entro il primo anno di amministrazione del piano urbanistico generale e del piano delle coste”, e alcune condizioni come “non accettare in maggioranza consiglieri eletti nelle liste di opposizione” e “non nominare in giunta consiglieri eletti o candidati non eletti, o provenienti dalle liste di opposizione”. Tutte accettate. “Un colossale tradimento nei confronti dei suoi elettori”, tuonano da Fratelli di Italia. “La scelta non mi sorprende”, commenta Maria Angela Carone, grillina che puntava a guidare palazzo di città senza essere riuscita ad andare oltre il 2,63% delle preferenze. “Improvvisamente folgorati sulla via di Damasco” Doronzo e i suoi sostenitori “hanno capito che Santa Scommegna adesso va bene, sebbene sia “bugiarda” e “l’altra faccia della stessa medaglia” di Cannito, e anche se “non è ben vista dalla città” può essere la loro sindaca – scrive su Facebook – soprattutto, con l’apparentamento e in caso di vittoria, avranno quattro consiglieri comunali invece di due, oltre a non so quali altre garanzie in termini di assessorati e altri benefit che scopriremo nelle prossime settimane. Un capolavoro”.

CALABRIA

A CATANZARO DONATO E FIORITA SI SFIDANO AL BALLOTTAGGIO

Domenica 26 giugno in Calabria saranno tre i Comuni chiamati al turno di ballottaggio per l’elezione del sindaco. La sfida principale si svolgerà a Catanzaro, capoluogo di Regione, dove a contendersi la fascia di primo cittadino correranno Valerio Donato, sostenuto da una coalizione civica espressione del centrodestra, e Nicola Fiorita per centrosinistra e M5S. Donato al primo turno ha ottenuto il 44,01% dei consensi, mentre le sue liste il 53,81%. Per il ballottaggio niente apparentamenti, ma avrà comunque il sostegno politico di Fratelli d’Italia, che al primo turno con la candidata sindaca Wanda Ferro ha ottenuto il 9,16%. Fiorita al primo turno è stato votato dal 31,71% dei catanzaresi, le sue liste hanno invece raccolto il 25,85%. Anche per lui nessun apparentamento. Da quanto emerso al primo turno, il prossimo Consiglio comunale di Catanzaro avrà comunque una maggioranza di consiglieri ad appannaggio del centrodestra unito, che sfiora il 60%.

Il secondo Comune calabrese impegnato al ballottaggio sarà Acri (Cosenza): la sfida sarà tra Pino Capalbio sostenuto dal centrosinistra e che ha sfiorato per pochi voti l’elezione al primo turno (49,60%) e Natale Zanfini a capo di una coalizione civica. Si voterà anche a Paola (Cosenza) dove la sfida sarà tra Emira Ciodaro (civiche) e Giovanni Politano (civiche).

BASILICATA

URNE APERTE SOLO A POLICORO

Domenica 26 giugno in Basilicata urne aperte solo a Policoro. Al comune della costa ionica, nel Materano, è ballottaggio tra Enrico Bianco e Nicola Lopatriello, entrambi appoggiati da liste civiche espressione del centrodestra. Bianco alla prima tornata elettorale ha ricevuto il 48,44% di preferenze mentre Lopatriello, appoggiato anche da Italia viva, il 37,54%. Gianluca Marrese, espressione del centrosinistra ma senza simboli di partito, ha ottenuto il 14,02% di voti ed è stato pertanto escluso dal secondo turno. 

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