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Lucha y Siesta: “Parti dell’immobile in vendita su siti, nonostante impegno della Regione Lazio”

"Dubbi sulla legalità dell'operazione, e si tenta di cancellare la nostra identità"

Pubblicato:24-06-2021 14:07
Ultimo aggiornamento:25-06-2021 18:31
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ROMA – “La scorsa settimana ci siamo accorti che su alcuni noti siti immobiliari sono apparse porzioni di Lucha y Siesta sotto forma di appartamenti di varie metrature, in vendita ad opera di una costituenda cooperativa che vorrebbe partecipare all’asta. Ci sembra poco interessante discutere della legalità generale di un’operazione del genere; quel che è certo è ci sembra illegittima l’intenzione mostrata dalle foto inserite negli annunci: immagini modificate e rendering di falsi lavori in corso tentano goffamente di cancellare la ricca identità collettiva che ogni giorno dal 2008 si rigenera in via Lucio Sestio 10. La volontà di privati immobiliaristi di partecipare all’asta nonostante l’impegno pubblico della Regione Lazio, formalizzato attraverso un’offerta, ci lascia inoltre pieni di domande: quale spazio resta, nella feroce competizione liberista, per la costruzione di una città e di un Paese migliori? Quale capacità reale di governance hanno le istituzioni in questo scenario? Avremo risposte dopo l’asta, la competizione non ci riguarda perché in ogni caso continueremo dentro e fuori il nostro spazio ad agitare il conflitto necessario a dare vita a una città che non ci spinga più ai margini”. Così in un post su Facebook la Casa delle Donne Lucha y Siesta, a Roma.

“Di fronte alla speculazione che ovunque e di tutto – politica inclusa – fa terra bruciata, che inaridisce ogni esperienza al mero aspetto economico (riducendo il concetto di valore solo al denaro) e di fronte cui, quasi sembra, anche le istituzioni poco contano; di fronte al rischio che quotidianamente con fatica viviamo, come tante altre realtà impegnate nei territori cittadini, noi resistiamo e continuiamo a creare valore, benessere, bellezza e senso. La Casa delle donne Lucha y Siesta– continuano- non è un palazzo da mettere in vendita al miglior offerente, ma un bene comune transfemminista che appartiene già alla comunità territoriale e cittadina che la anima. Lucha è già tua! Lucha è già di tutti perché in questi 13 anni migliaia di persone hanno potuto immaginare, costruire, attraversare e abitare i suoi spazi, le sue attività e la sua pratica politica, a cominciare dalle quasi 2000 donne che sono state sostenute nel loro percorso di fuoriuscita dalla violenza. I luoghi delle donne e delle libere soggettività- concludono nel post- non si svendono, si moltiplicano. Siamo idealisti: vogliamo una Lucha y Siesta in ogni municipio”.


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