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PALERMO – “Sappiamo di operare in un contesto pandemico e ci siamo preparati per sviluppare le procedure sanitarie. Non possiamo sottrarci al dovere che dovrebbe essere dei governi di soccorrere le persone e portarle in salvo“. Lo si legge in un tweet di Sea Watch Italy dopo la notizia della positivita’ di 28 migranti che erano stati tratti in salvo dalla Ong e che sono stati poi trasferiti a bordo del traghetto Moby Zaza’, fermo in rada a Porto Empedocle.
Le dichiarazioni sono di Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch, che aggiunge: “Il soccorso attraverso navi organizzate con personale medico e procedure idonee al passaggio di consegne alle autorita’ costituisce una garanzia di sicurezza rispetto agli arrivi incontrollati. Questa situazione e’ stata finora gestita con la massima cautela e collaborazione da parte dell’equipaggio e delle autorita’”.
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“L’allerta e’ partita dopo che un caso asintomatico segnalato dal personale medico di bordo alle autorita’ prima dello sbarco, per via della sua storia clinica recente, e trasferito a Caltanissetta per accertamenti, e’ risultato positivo al tampone. Pur non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalle autorita’ sanitarie, oggi abbiamo chiesto un secondo tampone per il nostro equipaggio, che gia’ si era sottoposto ai test prima della partenza, con esito negativo“. Lo si legge in un comunicato diffuso da Sea Watch Italy riguardo ai 28 migranti risultati positivi al Covid-19 e che facevano parte delle 211 persone soccorse dalla Ong e poi trasferite sulla Moby Zaza’.
“Il nostro personale medico ha messo in atto il protocollo di monitoraggio costante dell’insorgere di potenziale sintomatologia nelle persone presenti a bordo, con relativa trasmissione dei dati alle autorita’ competenti – si legge nella nota -. Il provvedimento di quarantena ci e’ stato notificato ieri. Inizialmente ci siamo chiesti il motivo dell’imposizione della misura di quarantena, e non di isolamento precauzionale, in attesa di avere ulteriori informazioni sullo stato di salute dei naufraghi, dal momento che il nostro equipaggio, come previsto dal protocollo di sicurezza interno sul contenimento del rischio contagio, non sarebbe comunque sceso dalla nave”.
Lamong poi prosegue: “Sea-Watch ha osservato con rigore un protocollo medico di prevenzione Covid-19 a bordo, prima, durante e dopo i soccorsi, i cui parametri sono stati resi pubblici e consultabili. Le persone soccorse, tuttavia, hanno trascorso ore, talvolta giorni, ammassate in imbarcazioni fatiscenti. Quasi tutte provengono da periodi di confinamento o detenzione in massa in condizioni disumane in Libia, dove, secondo un comunicato diffuso da International rescue committee, i contagi di Covid-19 sono raddoppiati nelle ultime due settimane a causa del conflitto in corso, le cui ripercussioni sono particolarmente tragiche soprattutto su rifugiati e persone detenute”.
La Ong tedesca annuncia di avere informato “le autorita’ dello Stato di bandiera” rispetto alla situazione e chiede “il supporto del governo tedesco in solidarieta’ con l’Italia”.
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