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Turchia, ipotesi rimpasto per Erdogan ma i nazionalisti frenano

Scenari dopo la sconfitta del partito del presidente a Istanbul

Pubblicato:24-06-2019 12:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:26
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ROMA – La sconfitta nelle amministrative di Istanbul, la prima in 25 anni per il suo partito, e’ un altro duro colpo per il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che potrebbe portare a un rimpasto di governo o ad elezioni anticipate. Sono alcune delle ipotesi tracciate dagli analisti per il dopo voto.

L’eventualita’ di una convocazione anticipata alle urne e’ stata pero’ seccamente scartata dall’alleato nazionalista di Erdogan, Devlet Bahceli, leader del Partito del movimento nazionalista (Mhp).

Con il 54 per cento dei voti Ekrem Imamoglu, candidato del Partito popolare repubblicano (Chp), ha vinto ieri per la seconda volta in tre mesi la corsa per la carica di primo cittadino di Istanbul.


L’affermazione del 49enne ex imprenditore e’ ancor piu’ netta di quella del 31 marzo, annullata dall’Autorita’ turca per le elezioni in seguito alle accuse di frode presentate dal Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) di Erdogan. Una decisione criticata dall’opposizione turca e dalle cancellerie occidentali.
“Costruiremo la democrazia in questa citta’, costruiremo giustizia. Saro’ il sindaco di 16 milioni di persone, nessuno sara’ escluso, e’ finito il tempo di pregiudizi, divisioni, conflitti “, ha dichiarato Imamoglu ieri sera, rivolgendosi ai sostenitori scesi in decine di migliaia nelle strade di Istanbul.

Questa volta l’esito delle urne non sembra in discussione.
Erdogan ha espresso le sue congratulazioni al neo sindaco per la vittoria, mentre il candidato sconfitto, l’ex premier Binali Yildrim, gli ha augurato buona fortuna a solo due ore dalla chiusura delle urne. 

Negli ultimi due anni la recessione e la crisi finanziaria hanno eroso il consenso popolare per l’Akp e il suo presidente.
Archiviata l’era della crescita economica alimentata da un massiccio ricorso al debito, i timori degli investitori sono diventati manifesti facendo perdere quest’anno alla lira turca il 10 per cento del suo valore.

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