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Lercio.it annuncia: è morto Berlusconi

"Non facciamo bufale ma fictional news, notizie satiriche", la video intervista agli autori Stefano Pisani e Patrizio Miraglia

Pubblicato:24-06-2017 08:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:27

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NAPOLI – “La post verità? Anche noi ne siamo stati travolti. Non facciamo bufale ma fictional news, notizie satiriche”. Nell’epoca della post verità, gli autori di Lercio, Stefano Pisani e Patrizio Miraglia, a Napoli come special guest del Newroz Festival, non hanno inventano le fake news ma dal 2012, con i loro 5mila titoli, fanno il verso alle testate che per sfruttare il clickbait “ci propinano titoli urlanti e sensazionalistici che in realtà nascondono notizie inesistenti”.

Lercio.it. Lo sporco che fa notizia è il loro fictional book

Oggi quell’esperienza è diventata anche editoriale e la bufala (o meglio, la satira) si fa libro. “Lercio. Lo sporco che fa notizia” è  il titolo del loro ‘fictional book’ “che parte da una soffiata – raccontano – che abbiamo avuto in anteprima: E’ morto Berlusconi”. Una notizia sensazionale che ha trasformato il
loro libro in un successo, già in ristampa ad un mese dall’uscita.

Lercio.it nasce nel 2012 “ci siamo conosciuti su internet, abbiamo fondato un collettivo satirico che oggi tutti conoscono come Lercio. Abbiamo fatto una parodia di Leggo e preso ispirazione dai loro titoli sensazionalistici”. Il successo arriva nel 2013 con una news: “Radio Maria, errore nel sistema: passano i Megadeth”.


Lercio.it: “Cercate di maturare coscienza critica”

La non-notizia è stata condivisa da migliaia di persone “al punto che il direttore – raccontano – ha dovuto smentirla, spiegandoci che neanche sapeva chi fossero”. Tante grandi testati sono cadute nella trappola di Lercio “come Repubblica che passò la notizia dei Megadeth a Radio Maria e ci prese come “fonte” parlando del perché  i bambini poveri indossano maglie da calcio”. Una svista “che può succedere – scherzano -. In realtà noi vogliamo anche lanciare un messaggio agli utenti e al popolo del web: andate oltre il titolo e cercate di maturare una coscienza critica. In un certo senso, siamo un antidoto alle bufale”.

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