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Università. Per 1 studente su 2 per lavorare serve una ‘spintarella’

La maggior parte tra chi frequenta l'Università (57 %) ritiene che questo tipo di 'aiuti' servano più nel settore pubblico che nel privato

Pubblicato:24-06-2015 14:26
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:24

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ROMA – Oltre il 43% degli studenti universitari si farebbe raccomandare per ottenere un lavoro. E’ quanto emerge da una ricerca del Centro di Ricerca e Servizi Impresapiens della Sapienza Università di Roma erealizzata nell’ambito del progetto #NonCiFermaNessuno.

In pratica, quasi 1 studente su 2 ritiene necessaria una ‘spintarella’ per lavorare.
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La maggior parte (57 %) ritiene che questo tipo di ‘aiuti’ servano più nel settore pubblico che nel privato e siano utili nei concorsi. I giovani intervistati sono piuttosto fiduciosi dell’utilità dei loro percorsi formativi e per lavorare sarebbero disposti a trasferirsi all’estero. Il 76,7% sogna un contratto a tempo indeterminato. L’indagine è stata condotta in collaborazione con lo staff di Campus Mentis su un campione di 2098 studenti universitari intervistati tramite questionari somministrati in forma anonima durante le tappe del tour #NonCiFermaNessuno in 15 atenei italiani dal 25 settembre 2014 al 27 maggio 2015.


A rispondere ai questionari soprattutto le studentesse (59,2%), i ragazzi tra i 20 e 23 anni, provenienti dai licei (67,1%) e gli iscritti, in corso e fuori sede, a corsi triennali di Economia, Lettere e Scienze sociali e psicologiche.

I risultati della ricerca sono stati diffusi questa mattina in un incontro intitolato “Giovani, futuro e lavoro” che si è svolto nel Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma alla presenza di Mario Morcellini, Prorettore alle Comunicazioni Istituzionali, Fabrizio D’Ascenzo, Direttore del Centro di Ricerca e Servizi ImpreSapiens e del Dipartimento di Management, Paola Panarese, Professore aggregato del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale, e Luca Abete, inviato di Striscia La Notizia e testimonial del tour.

“La ricerca nasce con l’obiettivo di orientare gli studenti e dar loro la parola – spiega Paola Panarese, che ha coordinato la ricerca – I giovani intervistati sono consapevoli della necessità di adattarsi a un contesto lavorativo complesso. La predisposizione alla flessibilità si accompagna, però, al desiderio di stabilità”.

La maggior parte degli studenti non lavora, ma di questi oltre la metà vorrebbe farlo (il 62,7 %). Chi lavora è soprattutto part-time e precario (il 26,6 % è in stage) e svolge lavori non del tutto coerenti con l’ambito di studio, né ben pagati. Gli intervistati vorrebbero in gran parte proseguire gli studi.

Ma i dati non sono solo negativi.

Sono soprattutto i più giovani (18-19 anni) a considerare competitive le competenze acquisite all’università. Al crescere dell’età aumentano la percezione di minore competitività. Tra gli intervistati prevalgono gli studenti soddisfatti, che percepiscono il valore della formazione universitaria in termini di competenze e interessati alla formazione in sé e alla formazione per il lavoro. Attribuiscono maggior valore alle conoscenze informatiche che alla conoscenza dell’inglese. In pochi hanno studiato all’estero (13,1 %).
Nel corso dell’evento è stato proiettato in anteprima nazionale il docufilm che racconta il viaggio di #NonCiFermaNessuno negli atenei italiani.

https://vimeo.com/131593642

“Girare le Università è stata un’occasione per confrontarci con studenti e portare una ventata di ottimismo tra i ragazzi, che si sentono a tal punto sfiduciati da ritenere necessaria la raccomandazione per poter lavorare – sottolinea Luca Abete, ideatore e testimonial del progetto – Abbiamo voluto ascoltarli con questa indagine e con uno degli strumenti più utilizzati dai ragazzi, il video. Il docufilm, in cui i protagonisti sono gli studenti, fa riflettere, a tratti sorridere, ed in certi casi commuovere. Anche questo è #NonCiFermaNessuno, la community di chi non si arrende”.

I dati completi della ricerca sociologica sono qui

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