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Governo e Regione insieme per salvare l’associazione Ciampacavallo

La viceministra agli Affari Sociali, Maria Teresa Bellucci: "faremo tutto ciò che è necessario fare perché questa realtà continui ad operare"

Pubblicato:24-05-2023 15:20
Ultimo aggiornamento:24-05-2023 15:20

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ROMA – C’è ancora tempo per evitare che la sede storica dell’associazione Ciampacavallo, che dà lavoro e assistenza a circa 750 persone con disabilità, venga sfrattata dal territorio che occupa: circa 3 ettari nel Parco dell’Appia Antica, a Roma. Il terreno, infatti, di proprietà della Fondazione Gerini, assieme alle aree circostanti (circa 40 ettari), è stato venduto ad un privato. Oggi sono arrivate le rassicurazioni da parte della viceministra agli Affari Sociali, Maria Teresa Bellucci, e dall’assessore regionale alle Politiche sociali della Regione Lazio, Massimiliano Maselli, che hanno partecipato all’incontro pubblico insieme ai presidenti delle consulte sulla disabilità del Comune di Roma.

LA VICEMINISTRA BELLUCCI: CIAMPACAVALLO DEVE CONTINUARE AD OPERARE

“L’associazione Ciampacavallo da oltre 20 anni dà risposte concrete ai bisogni di ragazzi e famiglie in termini di inclusione, aiuto e assistenza; a tutte quelle fragilità che altrimenti non troverebbero risposta- ha detto la viceministra Bellucci all’agenzia di stampa Dire- Si fa tanto per dare concretezza a quella costruzione del bene comune di cui c’è indispensabile necessità. Io sono qui non solo per attestare la mia stima e vicinanza, ma per fare tutto ciò che è necessario perché questa realtà continui ad operare come fa e come deve continuare a fare. Questi ragazzi non possono essere lasciati soli: hanno bisogno di veder riconosciuto il diritto a una vita indipendente, inclusiva e dignitosa. In funzione delle proprie specificità ma anche della propria unicità”.

L’ASSESSORE MASELLI: REGIONE DISPOSTA AD AGIRE SUBITO

L’assessore Maselli, durante l’incontro, ha detto che la Regione è disposta ad “agire subito per far valere il diritto di prelazione, ma questo è possibile solo in caso di un riconosciuto interesse culturale. Tuttavia, come ha spiegato l’avvocato dell’associazione, Manfredo Piazza, l’ente Parco non ha riconosciuto la valenza culturale del terreno per la Regione. Ma per Maselli “la Regione può agire in autotutela: la nuova giunta- ha detto- ha un interesse diverso. Quindi, dopo aver contattato l’ente Parco per capire la ragione della sua scelta, dovremmo poi trovare circa 800 mila euro: il valore riconosciuto al territorio oggetto della trattativa. E faremo di tutto perché questo possa accadere. Questa è una bellissima realtà che è difficile immaginare da un’altra parte. Da parte nostra- ha sottolineato l’assessore- l’Impegno è massimo. Speriamo di darvi buone notizie nei prossimi giorni“.


IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE: VENDITA SAREBBE UN GROSSO PROBLEMA

I tempi sono però stretti: il preliminare tra la Fondazione e l’imprenditore privato è già avvenuto, e il rogito dovrebbe essere alla fine di giugno 2023. “Questa vendita per noi sarebbe un grosso problema- spiega alla Dire Matteo De Lorenzo, presidente dell’associazione Ciampacavallo- passeremo da essere affittuari di una fondazione ecclesiastica, con cui condividiamo scopi sociali, a diventare di proprietà di un privato che poi avrà il diritto di aumentare l’affitto o sfrattarci. Da parte del futuro acquirente abbiamo avuto rassicurazioni verbali, ma non scritte. Per questo abbiamo chiesto aiuto alle istituzioni, e speriamo che questo spazio di lavoro e accoglienza possa essere protetto e tutelato”.

UN LABORATORIO DI INCLUSIONE SOCIALE CHE RISCHIA DI SCOMPARIRE

Lo spazio, di circa tre ettari, da più di 20 anni è diventato un punto di incontro e sostegno per le famiglie: circa 1.200 soci. All’interno ci sono una fattoria sociale, un centro di equitazione integrata, uno spazio per i laboratori. “Il nostro è un laboratorio di inclusione sociale in cui persone con disabilità di ogni tipo e di ogni età, vengono qui a lavorare insieme, persone a volte espulse da alcuni centri per le loro gravi disabilità- aggiunge De Lorenzo- negli ultimi anni molte realtà hanno chiuso. Noi non solo siamo rimasti aperti e siamo riusciti a gestire e garantire il funzionamento. Ma ora rischiamo di scomparire”.

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