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Papa Francesco ha nominato Matteo Zuppi nuovo presidente della Cei

Zuppi, arcivescovo di Bologna, è il nuovo presidente dei vescovi: l'annuncio durante la 76esima assemblea generale della Cei

Pubblicato:24-05-2022 13:31
Ultimo aggiornamento:25-05-2022 11:21

matteo zuppi
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ROMA – Papa Francesco ha nominato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, presidente della Conferenza episcopale italiana. A dare l’annuncio ai vescovi è stato il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, che ha dato lettura della comunicazione del Santo Padre. Così si legge in una nota della Cei. Nella mattinata di oggi, “i vescovi riuniti per la loro 76esima assemblea generale hanno proceduto all’elezione della terna per la nomina del presidente, secondo quanto previsto dallo Statuto”. Zuppi è stato scelto dal Papa all’interno di una rosa di tre nomi indicata dall’assemblea della Cei, di cui facevano parte anche il cardinale Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, e ad Antonino Raspanti, vescovo di Acireale.

GIORNI FA DICEVA: “SOLO UN MATTO…”

Questa volta chi è entrato Papa non è uscito solo cardinale. O per meglio dire, il favorito della vigilia è diventato davvero il nuovo presidente della Cei. Il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, è stato infatti nominato da Papa Francesco numero uno dei vescovi italiani, prendendo il posto del cardinale Gualtiero Bassetti. Zuppi è stato scelto da Bergoglio all’interno di una rosa di tre nomi indicata dall’assemblea della Cei, riunita all’Hilton Rome Airport di Fiumicino e formata da 226 prelati. Nella terna Zuppi è risultato il più votato davanti al cardinale Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, e ad Antonino Raspanti, vescovo di Acireale. Nella rosa di nomi, alla prima votazione, a quanto si apprende era entrato in realtà come secondo più votato un altro ‘emiliano’, l’arcivescovo di Modena e Carpi Erio Castellucci, che però ha deciso di ritirare la sua candidatura.

Considerato da sempre uno degli uomini di Chiesa più vicini a Papa Francesco, che lo ha creato cardinale nel 2019, Zuppi aveva visto crescere le voci sul suo conto fino ad essere indicato appunto come il favorito, soprattutto dopo che nei giorni scorsi lo stesso Bergoglio ha detto di volere “un bel cambiamento” alla guida della Cei. In un’intervista televisiva, nei giorni scorsi, alla domanda sull’argomento Zuppi se l’è cavata (a suo solito) con una battuta. “Il cardinale Biffi diceva che solo i matti vogliono diventare vescovi– scherzava il cardinale- si potrebbe dire che quelli ancora più matti vogliono diventare capi dei vescovi. I vescovi devono indicare qualcuno che sentano che faccia unità e possa rappresentarli tutti, aiutando la Chiesa italiana a continuare il cammino degli ultimi decenni e il cammino sinodale iniziato l’anno scorso. Vediamo che cosa decideranno i vescovi nella terna che indicheranno al Papa e cosa deciderà il Papa”.


Figura di spicco della Comunità di Sant’Egidio, prete di strada e mediatore per la pace in Mozambico nei primi anni ’90, Zuppi ha 66 anni ed è vescovo dal 2012. Romano di nascita, è stato ausiliare di Roma dal 2012 al 2015, quando a ottobre di quell’anno fu scelto da Bergoglio come nuovo arcivescovo di Bologna. Il suo ingresso in città fu salutato da una grande folla e da allora la sua popolarità è sempre stata in crescita. Sotto le Due torri gira spesso in bicicletta e non vive in Curia ma alla Casa del Clero, la casa di riposo dei sacerdoti anziani. Nei sette anni di episcopato bolognese, Zuppi si è distinto per un ‘taglio’ molto attento alle povertà e alle questioni del lavoro. Inedito, ad esempio, fu il suo discorso in piazza Maggiore dal palco dei sindacati per l’1 maggio. Così come numerosi sono stati i suoi attestati di sostegno e appoggio, anche in presenza, ai lavoratori delle aziende in crisi del territorio (su tutte, la vicenda Saeco).

Insieme a Comune e Città metropolitana di Bologna, sotto la guida di Zuppi la Curia ha messo in piedi il progetto ‘Insieme per il lavoro’ per trovare nuova occupazione ai lavoratori in difficoltà. Il cardinale ha inoltre proseguito sulla strada già tracciata dal suo predecessore, Carlo Caffarra, nell’utilizzo per scopi di carità dei proventi Faac, la multinazionale dell’automazione ereditata dalla Curia alla morte del fondatore, Michelangelo Manini. Risorse che sono servite anche durante la pandemia per sostenere famiglie in difficoltà. Sempre vicino e quasi ‘esegeta’ delle parole di Papa Francesco, che ha portato in visita pastorale a Bologna nel 2017, con lo scoppio della guerra in Ucraina Zuppi si è espresso più volte per la pace e contro l’invio delle armi. Col suo nuovo incarico, non lascerà Bologna ma la Curia avrà un vescovo ausiliare. La presidenza della Cei per Bologna non è una prima volta: già il cardinale Antonio Poma guidò i vescovi italiani dal 1969 al 1979.

LE PRIME PAROLE DI ZUPPI

“Ringrazio il Papa e i vescovi per la loro fiducia”. Sono le prime parole del nuovo presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, nominato oggi dal Pontefice. “C’è stata un’accelerazione un po’ improvvisa, molto rapida – ammette Zuppi, appena prende la parola questo pomeriggio a Roma – per cui per prima cosa devo ringraziare il Papa e i vescovi. Il Papa perché nella terna indicata dai vescovi mi ha scelto. E i vescovi perché mi hanno indicato nella terna”. E questa “fiducia”, sottolinea Zuppi, che unisce “il primato del Papa, la collegialità dei vescovi e la sinodalità, è la Chiesa. Queste tre dinamiche sono quelle che mi accompagneranno e di cui sento tanta responsabilità. Si vive di obbedienza al primato del Papa, nella collegialità e nella sinodalità”.

Nel suo breve saluto, Zuppi ci tiene a ricordare anche i suoi precedessori. A partire dal cardinale Antonio Poma, anche lui arcivescovo di Bologna, che guidò la Cei dal 1969 al 1979. “Ha vissuto anche lui periodi di grande cambiamento – sottolinea il presidente Cei – lo ricordo con tanta riconoscenza, anche se non l’ho mai incontrato personalmente, ma ho incontrato tante sue tracce”. Zuppi cita poi il cardinal Poletti, di cui ricorda “il grande coraggio” sia dal punto sinodale, sia per aver dato la chiesa di Sant’Egidio alla Comunità che oggi ne porta il nome. Il presidente Cei ricorda poi i cardinali Ruini e Bagnasco, ai quali “ho chiesto udienza per la loro sapienza, la loro storia e il loro coinvolgimento”. E infine il cardinal Bassetti, che “in questi anni con tanta paternità e amicizia ha guidato la Chiesa italiana e ha accompagnato creando anche tanta fraternità”.

“GUERRA E PANDEMIA LE NOSTRE SFIDE”

La guerra in Ucraina e il post-pandemia sono le prime sfide che attendono la Chiesa italiana nel suo nuovo “cammino”, per capire “le tante sofferenze” ed essere “più vicina” a chi è in difficoltà. A indicarlo è neo-presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, nel suo primo, breve discorso pronunciato questo pomeriggio a Roma dopo la nomina. Una dichiarazione di pochi minuti, in attesa della conferenza stampa vera e propria in programma venerdì. Zuppi ci tiene a sottolineare “il momento che stiamo vivendo in Italia e nel mondo, e quindi anche come Chiesa: le due cose sono strettamente unite, sempre”.

Per prima cosa la pandemia da Covid, “con tutte le debolezze, le consapevolezze e anche le dissennatezze che ha rivelato, e le domande che ha aperto”. E poi la “pandemia della guerra – come la definisce Zuppi – che il Papa aveva indicato con tanta insistenza parlando della Terza guerra mondiale a pezzi e che aveva ricordato anche nella ‘Fratelli tutti’, parlando per esempio di temi come il nucleare”. Guerra che “in questi mesi terribili sta coinvolgendo tutto il mondo, non facendoci però dimenticare anche tutti gli altri pezzi della guerra mondale”, sottolinea il cardinale. È dunque “in questa sfida che si colloca il cammino della Chiesa italiana, verso il sinodo generale”.

L’IMPORTANZA DELL’ASCOLTO

Il cammino sinodale della Chiesa italiana, dunque, “continuerà con l’ascolto – afferma Zuppi – ed è importante anche come atteggiamento. L’ascolto ferisce, perché chi ascolta si fa ferire e fa sua la sofferenza dell’altro. E quello che stiamo vivendo ci aiuta anche a comprendere le tante domande, le tante sofferenze” e anche a capire come la Chiesa “può essere una madre vicina e come incontrare i tanti compagni di questo viaggio. Sentendomi in questo cammino c’è un sostegno, una vicinanza e una sinodalità che mi accompagna”, afferma il nuovo presidente della Cei.

Proprio l’idea del cammino, spiega, “è una delle cose che mi solleva di più”. Da un lato infatti “c’è la responsabilità – prosegue Zuppi – che fa misurare la propria piccolezza e inadeguatezza. E spero di restarne sempre consapevole”. E dall’altro c’è appunto “il camminare insieme, che è quello che sostiene. E poi ovviamente c’è la grazia del Signore, che chiedo abbondantemente che mi e ci guidi in questo cammino”.

CHI È MONSIGNOR ZUPPI

Zuppi nasce a Roma l’11 ottobre 1955, quinto di sei figli. Nel 1973, studente al liceo Virgilio, conosce Andrea Riccardi, il fondatore di Sant’Egidio, iniziando a frequentare la Comunità e collaborando alle attività al servizio degli ultimi da essa promosse: dalle scuole popolari per i bambini emarginati delle baraccopoli romane, alle iniziative per anziani soli e non autosufficienti, per gli immigrati e i senza fissa dimora, i malati terminali e i nomadi, i disabili e i tossicodipendenti, i carcerati e le vittime dei conflitti; da quelle ecumeniche per l’unità tra i cristiani a quelle per il dialogo interreligioso, concretizzatesi negli Incontri di Assisi. A 22 anni, dopo la laurea in Lettere e Filosofia all’Università La Sapienza, con una tesi in Storia del cristianesimo, entra nel seminario della diocesi di Palestrina, seguendo i corsi di preparazione al sacerdozio alla Pontificia Università Lateranense, dove consegue il baccellierato in Teologia.

Ordinato presbitero il 9 maggio 1981 dal vescovo Renato Spallanzani, Zuppi subito dopo viene nominato vicario del parroco della Basilica romana di Santa Maria in Trastevere, monsignor Vincenzo Paglia, succedendogli nel 2000 per dieci anni. Incardinato a Roma il 15 novembre 1988, dal 1983 al 2012 Zuppi è anche rettore della chiesa di Santa Croce alla Lungara e membro del consiglio presbiterale diocesano dal 1995 al 2012. Nel secondo quinquennio come parroco a Trastevere, dal 2005 al 2010, è prefetto della terza prefettura di Roma e dal 2000 al 2012 assistente ecclesiastico generale della Comunità di Sant’Egidio, per conto della quale è stato mediatore in Mozambico nel processo che porta alla pace dopo oltre diciassette anni di sanguinosa guerra civile. Nel 2010 viene chiamato a guidare la parrocchia dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela, nella periferia orientale della città; e nel 2011 è prefetto della diciassettesima prefettura di Roma.

Poco dopo, il 31 gennaio 2012 Benedetto XVI lo nomina vescovo titolare di Villanova e Ausiliare di Roma (per il settore centro). Riceve l’ordinazione episcopale il successivo 14 aprile per le mani dell’allora Cardinale Vicario Agostino Vallini e sceglie come motto Gaudium Domini fortitudo vestra. Il 27 ottobre 2015 Papa Francesco lo nomina alla sede metropolitana di Bologna e il 5 ottobre 2019 lo crea Cardinale con il Titolo di Sant’Egidio. È Membro del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dell’Ufficio dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.

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