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Low investment rate hinders Brazil’s growth, says study

2011 to 2020 was the worst decade for the country

Pubblicato:24-05-2021 17:07
Ultimo aggiornamento:24-05-2021 17:08
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By Bianca Oliveira

SAO PAULO – The succession of crisis of the last decade has impacted the investment rate, both public and private, in Brazil. This is what shows the study by researchers Juliana Trece and Claudio Considera, from Ibre/FGV (Brazilian Institute of Economics, of the Getulio Vargas Foundation), released last Friday.

The recession in the second quarter of 2014 to 2016 caused the level of investment to collapse, reaching 14.6% of GDP in 2017, the lowest in the last decade after 4 consecutive years of decline. The effects of the Covid-19 pandemic in the economy also did not help to improve these statistics.


Although the investment rate has not decreased in the last year and, on the contrary, it has continued its slow upward trajectory, which started in 2018, the scenario is not encouraging. In 2020, approximately 87% of the world’s countries had a higher investment rate than Brazil.

Considering the composition of investments in the country, the most prominent areas are construction, machinery and equipment. A strong reduction in the contribution related to construction explains the contraction in the analyzed indexes. According to the study, this is justified, mainly, by the reduction of government investments and also by the low demand for housing, due to the families’ indebtedness and the reduction of the population’s purchasing power.

The results of Trece e Considera’s research point to the importance of reversing the situation to stimulate effective growth in Brazil. “In order for GDP to grow again at more robust rates and, thereby, enable the reduction of the unemployment rate, it is necessary that in addition to investments in machinery and equipment, construction gains special attention even more considering the high contingent of jobs that this sector generates

BRASILE. LO STUDIO: “PER SOSTENERE LA CRESCITA SERVONO PIÙ INVESTIMENTI

Di Bianca Oliveira

SAN PAOLO DEL BRASILE – Il susseguirsi di crisi che ha caratterizzato l’ultima decade ha avuto un impatto sul tasso degli investimenti in Brasile, tanto nel settore pubblico quanto in quello privato. Lo mostra uno studio dei ricercatori Juliana Trece e Claudio Considera, dell’Instituto Brasileiro de Economia della Fundação Getulio Vargas (Ibre/Fgv), pubblicato questo mese.

La recessione che è stata registrata tra il secondo semestre del 2014 e il 2016 ha fatto crollare il livello degli investimenti, raggiungendo il 14,6 per cento nel 2017. Un valore, questo, che era il più basso degli ultimi dieci anni al quale si era arrivati dopo quattro anni consecutivi di caduta. Anche gli effetti della pandemia di Covid-19 non hanno aiutato a migliorare questi dati.

Nonostante infatti il tasso di investimento non sia calato e nell’ultimo anno ma anzi abbia continuato a seguire la tendenza in crescita che si registra dal 2018, lo scenario non è dei migliori. Nel 2020, circa l’87 per cento dei Paesi del mondo ha fatto registrare una tasso di investimenti più alto del Brasile. Considerando la composizione degli investimenti nel Paese, le aree di maggior interesse risultano essere quelle delle costruzioni e della meccanica. Alla luce di questo una forte flessione nel primo di questi due settori spiega la contrazione degli indici analizzati. Stando allo studio, questo si giustifica, principalmente, nella riduzione degli investimenti del governo e anche nella bassa domanda di case, in ragione dell’indebitamento delle famiglie e della riduzione nel potere d’acquisto della popolazione.

I risultati delle ricerche di Trece e Considera indicano l’importanza di invertire il quadro per stimolare un’effettiva crescita del Brasile. “Perché il Pil possa tornare a crescere a livelli più robusti e quindi, ad abbassare il tasso di disoccupazione – si legge nel documento – è necessario che oltre agli investimenti nel settore della meccanica anche l’edilizia possa beneficiare di un’attenzione speciale, anche alla luce dell’elevato numero di posti di lavoro generati dal settore”.

BAIXA TAXA DE INVESTIMENTO DIFICULTA CRESCIMENTO DO BRASIL, DIZ ESTUDO

Por Bianca Oliveira

SAO PAULO – A sucessão de crise da última década impactou a taxa de investimento, tanto público como privado, no Brasil. É o que mostra o estudo dos pesquisadores Juliana Trece e Claudio Considera, do Ibre/FGV (Instituto Brasileiro de Economia, da Fundação Getulio Vargas), divulgado na última sexta-feira.

A recessão do segundo trimestre de 2014 a 2016 fez desabar o nível de investimento, alcançando 14,6% do PIB em 2017, o menor da última década depois de 4 anos seguidos de queda. Os reflexos da pandemia da Covid-19 na economia também não ajudaram a melhorar essas estatísticas.

Embora a taxa de investimento não tenha se reduzido no último ano e, pelo contrário, deu sequência a sua lenta trajetória de elevação iniciada a partir de 2018, o cenário não é animador. Em 2020, aproximadamente 87% dos países do mundo apresentaram uma taxa de investimento maior do que a do Brasil.

Considerando a composição dos investimentos no país, as áreas de maior destaque são construção, máquinas e equipamentos. Uma forte redução da contribuição referente à construção explica a contração nos índices analisados. Segundo o estudo, isso se justifica, principalmente, pela redução dos investimentos do governo e também pela baixa demanda de moradias, em razão do endividamento das famílias e redução do poder de compra da população.

Os resultados da pesquisa de Trece e Considera apontam para a importância de reverter o quadro para estimular um efetivo crescimento do Brasil. “Para que o PIB possa voltar a crescer a taxas mais robustas e com isso, possibilitar a redução da taxa de desemprego, é preciso que além dos investimentos em máquinas e equipamentos, a construção mereça atenção especial ainda mais considerando o elevado contingente de empregos que este setor gera”.

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