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In Africa tornano a crescere le rimesse dei migranti: in Nigeria +5%

Un editoriale del quotidiano 'The Punch' spiega: sono un tesoro ma adesso investiamole

Pubblicato:24-05-2021 13:18
Ultimo aggiornamento:24-05-2021 13:18

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ROMA – Ridurre i costi delle commissioni e allo stesso tempo accrescere le quote delle risorse destinate agli investimenti invece che ai consumi: proposte in primo piano su ‘The Punch‘, quotidiano della Nigeria, in un editoriale dedicato alle rimesse trasferite in patria dai connazionali emigrati all’estero. Al centro del dibattito la riduzione del valore dei fondi a disposizione in conseguenza della pandemia di Covid-19.

Secondo le stime della società di consulenze Agusto & Co., nel 2021 gli invii torneranno a crescere dopo un biennio di contrazione legato all’emergenza del nuovo coronavirus, segnata anche nei Paesi più industrializzati da un aumento della disoccupazione. Il saldo positivo previsto per la Nigeria, la prima potenza economica dell’area subsahariana, sarebbe del 5%: l’incremento seguirebbe il crollo del 2020, calcolato dalla Banca mondiale in oltre il 27%.

Secondo l’istituzione finanziaria, nel complesso lo scorso anno il calo delle rimesse inviate in Africa è stato dell’12,5%. Una dinamica negativa che andrebbe, secondo ‘The Punch’, corretta ora con riforme e interventi strutturali. “In media il 70% dei fondi delle diaspore finisce assorbita in consumi” ricorda il giornale. “Anche se queste risorse contribuiscono comunque a contrastare la povertà, bisognerebbe impegnarsi affinché la quota del 30% oggi a disposizione per gli investimenti aumenti molto”.


Un altro aspetto, parte dell’Obiettivo dieci per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, quello che impegna a ridurre le disuguaglianze all’interno e tra i Paesi, sono i costi delle commissioni per le transazioni. L’Africa subsahariana è la regione del mondo dove sono più alti, equivalenti a circa l’8,5% delle rimesse stesse. Per gli invii in Nigeria si arriva addirittura al 12, quattro volte di più rispetto alla soglia massima del 3 raccomandata dall’Onu. “La tecnologia può essere la chiave” secondo ‘The Punch’, che cita uno studio della società di consulenze PwC, sottolineando le nuove opportunità rappresentate dalle piattaforme di “mobile money”.

Rispetto agli investimenti, invece, una delle soluzioni potrebbero essere fondi sovrani, sul modello di un Diaspora Investment Trust Fund allo studio in Nigeria. Un’altra opzione sarebbero poi obbligazioni speciali, sulla falsariga di quelle messe sul mercato dal governo dell’Etiopia per finanziare la costruzione della Grande diga del rinascimento lungo il corso del Nilo. Questi bond hanno finanziato una quota rilevante del progetto, di un valore stimato di quasi cinque miliardi di dollari. Nel 2018, dopo l’apertura agli acquisti da parte delle comunità etiopi all’estero, il ministero degli Esteri di Addis Abeba aveva riferito di vendite per oltre 56 milioni.

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