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L’innovazione nelle imprese familiari dall’Italia alla Cina, arriva la Summer School

La Summer School si terrà a Bologna dal 3 al 10 settembre 2018

Pubblicato:24-05-2018 17:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:55

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BOLOGNA – L’Università di Bologna (Unibo) e la China University of Political Science and Law (Cupl) di Pechino hanno lanciato un progetto di cooperazione nell’ambito della ricerca e della formazione imperniato sui temi dell’innovazione dal punto di vista dell’impresa, specialmente di quella familiare, nel quadro della strategia espansiva cinese One Belt One Road e delle sue ripercussioni sull’Europa. Il progetto, promosso da School of Development Innovation and Change (Sdic) dell’Università di Bologna, mira allo studio delle interazioni tra innovazione, cambiamento istituzionale e diritti di proprietà intellettuale (IPRs), che segnano l’evoluzione economico-istituzionale in corso nell’Unione Europea e in Cina nella seconda fase della globalizzazione. L’attenzione è diretta soprattutto ai settori industriali basati sull’Information Technology e sulle piattaforme digitali in cui si sviluppano nuovi modelli organizzativi, quali smart manufacturing, e-commerce, big data, intelligenza artificiale.

Sul piano della formazione, il progetto ha lanciato la Summer School on Innovation, Insitutional Change and Intellectual Property Rights in programma per settembre 2018, primo capitolo di studio e pista di lancio di un nuovo corso di laurea per manager di imprese famigliari in partenza nel 2019.

La Summer School si terrà a Bologna dal 3 al 10 settembre 2018 e vedrà la partecipazione di studenti cinesi della CUPL e studenti italiani ed europei. Sono previsti in totale 40 posti per studenti italiani, europei e cinesi.


Le application degli studenti italiani devono essere inviate tramite il form sul sito della Summer School https://www.sdic-school.org entro e non oltre il 30 giugno 2018.

L’attività didattica, strettamente connessa a quella di ricerca e svolta da giuristi, economisti ed esperti di business intelligence, si articola in moduli per l’approfondimento di tre tematiche: a) diritto internazionale degli IPRs e comparazione tra normativa europea e cinese; b) globalizzazione e cambiamento strutturale; c) innovazione, politiche industriali e domanda di lavoro qualificato in Europa e in Cina.

In parallelo con la Summer School viene proposto un programma di eventi e incontri cross-cultural con la partecipazione di imprenditori cinesi ed italiani per discutere sulle frontiere dell’innovazione, Industria 4.0, management di IPRs e domanda di nuovi skills nei mercati internazionali del lavoro.

Come spiega Gilberto Antonelli, presidente della Scuola di Giurisprudenza Unibo e presidente Sdic, “per innalzare il vantaggio competitivo in questi settori in cui Europa e Cina si confrontano con global player americani, le policy di riferimento sono Industry 4.0 e Made in China 2025. Ma, mentre la Cina ha piazzato alcune sue imprese nella lista delle prime 10 imprese mondiali per capitalizzazione, l’Europa non ne ha nessuna. Inoltre, nei settori high-tech e in quelli del manufacturing avanzato la Cina persegue una politica di acquisizioni in Europa che ha fatto innalzare verticalmente gli Investimenti Diretti all’Estero cinesi nella UE tra il 2000 e il 2016, sebbene senza una direzione costante né una logica univoca”.

Dal punto di vista strettamente commerciale, prosegue il docente, “l’Europa rimane la principale fonte di importazioni per la Cina e il secondo mercato di sbocco delle esportazioni cinesi (e viceversa, nella stessa proporzione) ma il saldo del flusso commerciale EU – Cina è negativo per l’UE tra il 2005 e il 2015, pur con forti asimmetrie tra paesi e settori industriali. Un dato importante, tuttavia, è la crescita della domanda cinese di servizi europei”.

Conclude quindi Antonelli: “Le domande che il progetto di ricerca si pone ruotano attorno agli assi dell’innovazione e della competitività, da una parte, ma anche della cooperazione per alleviare rischi e debolezze delle imprese che innovano, ma non sono in grado di gestire in modo efficiente i nuovi modelli organizzativi per le difficoltà e i costi legati a collocazione – analisi – protezione dei dati, cyber security, regolamentazione degli IPRs, etc. A questi problemi si associano le tipiche debolezze delle imprese tradizionali in termini di business administration, che colpiscono specialmente le imprese famigliari (europee e cinesi) ma anche le grandi imprese, e specialmente le imprese statali cinesi”.

La School of Development Innovation and Change (Sdic) è un’associazione senza scopo di lucro finalizzata a promuovere la ricerca sullo sviluppo locale e globale, l’innovazione ed il cambiamento. Promuove, inoltre, la formazione scientifica post-lauream a più livelli sui temi dello sviluppo, dell’evoluzione e dell’innovazione nei sistemi economici contemporanei, sviluppati ed in via di sviluppo. Nel 1999, anno di fondazione, la Sdic ha istituito il primo corso di Master in lingua inglese dell’Università di Bologna: il Master in Development, Innovation and Change (MiDic).

La Sdic coordina ricerche sullo sviluppo locale e globale sotto il profilo economico, giuridico, storico, politologico e della cooperazione internazionale; sostiene inoltre l’insegnamento accademico finalizzato alla preparazione delle figure professionali richieste da Agenzie internazionali ed organizzazioni non governative.

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