Munizioni, mercenari, tecnici: così la Cina alimenta la guerra russa in Ucraina

I "Discord leaks" del 2023 rivelano che Pechino approva forniture dual use a Mosca, a patto che sembrino civili. Droni, circuiti, GPS e persino cuscinetti a sfera: usati per lavatrici o tank

Pubblicato:24-04-2025 10:05
Ultimo aggiornamento:24-04-2025 11:18

Xi Jinping
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ROMA – Luglio 2023, appena fuori Kreminna: un razzo piove dal cielo e le truppe ucraine fuggono tra i fischi dei proiettili. Zhakhar, sergente delle forze speciali, trova due scatole con munizioni. Non russe. Cinesi. È l’inizio di una storia che Pechino ha sempre negato, ma che l’Ucraina ora racconta con convinzione crescente: la Cina non è spettatrice neutrale della guerra, è parte in causa.

Zelensky l’ha detto chiaramente: “Presto sveleremo prove della presenza di tecnici cinesi in Russia, impegnati nella produzione di armi”. Nel frattempo erano già stati catturati due cittadini cinesi sul campo di battaglia, arruolati come mercenari.

Dalle munizioni agli ingranaggi industriali, il flusso è costante. I “Discord leaks” del 2023 rivelano che Pechino approva forniture dual use a Mosca, a patto che sembrino civili. Droni, circuiti, GPS e persino cuscinetti a sfera: usati per lavatrici o tank, dipende da chi li compra, racconta il Telegraph. Nel 2023, le esportazioni cinesi di cuscinetti a sfera verso la Russia sono aumentate del 345%. Ed è difficile ignorare l’aumento del 70% nelle importazioni russe di nitrocellulosa, essenziale per l’artiglieria, proveniente da paesi “insospettabili” come Turchia, Germania, USA e Taiwan.

Non è un rapporto unidirezionale: secondo il Telegraph se la Cina rifornisce la Russia di componenti, la Russia la ripaga con petrolio, gas e carbone. Pechino è oggi il principale acquirente di energia russa. Ma anche Kiev ha comprato a lungo dalla Cina: ottiche, droni, elettronica. Per questo la denuncia di Zelensky non è solo un atto d’accusa, è un cambio di strategia. Punta a dimostrare che la Cina è un attore ostile, e così facendo, a riallineare Washington, magari sfruttando il crescente sentimento anti-cinese di Trump.

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