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PISA – “Un lavoro che è diventato troppo duro, troppo pericoloso, troppo opprimente“: così le organizzazioni sindacali dei medici, dirigenti sanitari e veterinari, insieme alla Fnomceo, tornano sul caso della psichiatra Barbara Capovani, uccisa a sprangate dal suo ex paziente Gianluca Paul Seung a Pisa. Per ricordarla, i sindacati hanno organizzato una fiaccolata a Pisa, per mercoledì 3 maggio alle 20 in Piazza Vittorio Emanuele II.
“Il decesso della collega Barbara Capovani ci lascia sgomenti- si legge nel comunicato- non si può morire al lavoro”, scrivono i sindacati esprimendo vicinanza alla famiglia. E proseguono: “Ora è il momento di un assordante silenzio, verrà il momento di urlare al mondo la nostra indignazione. Ora è il momento del rispetto, per Barbara Capovani e per la sua famiglia. Per tutte le vittime di un lavoro che è diventato troppo duro, troppo pericoloso, troppo opprimente”.
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“Cammineremo in silenzio, tenendo accesa quella fiaccola simbolo della speranza, per un servizio di cure che oggi più che mai è al lumicino. Invitiamo tutti, svestendosi di cariche, appartenenze, etichette, ruoli sociali, ad accendere il lume della speranza, invitiamo tutti a partecipare silenziosi a questo profondo dolore”, concludono.
La Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri parteciperà alla fiaccolata in memoria di Barbara Capovani, che si terrà mercoledì 3 maggio a Pisa alle ore 20.00 in Piazza Vittorio Emanuele II.
“La Fnomceo sostiene e aderisce all’iniziativa- afferma il Presidente, Filippo Anelli- con l’intento di ricordare la nostra collega e di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza nazionale della violenza contro i medici e gli operatori sanitari. Una società che non sa difendere coloro che garantiscono il diritto alla salute è una società sconfitta, che si rivolta contro se stessa. Ora è il momento del silenzio, per far rumore contro la violenza”.
“Barbara Capovani continua a essere un medico- aggiunge il Segretario della Fnomceo, Roberto Monaco- anche oltre la vita. Grazie alla donazione dei suoi organi, salverà altre persone, così come ha dedicato l’esistenza alla cura. La sua generosità continua a vivere, e questo la rende un esempio di altruismo”.
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