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Il significato di ‘Bella ciao’: ecco perché è l’inno della Resistenza italiana e della Liberazione

Nonostante le sue origini siano incerte, il canto ha valicato i confini nazionali diventando simbolo di lotta in tutto il mondo

Pubblicato:24-04-2023 10:59
Ultimo aggiornamento:24-04-2023 13:52
Canale: Costume e Società
Autore:
bella ciao
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ROMA – È l‘inno della Resistenza italiana e della Liberazione dal nazifascismo, un canto le cui note risuonano ogni 25 aprile per le strade d’Italia. ‘Bella ciao’ è senza dubbio il brano popolare italiano più conosciuto nel mondo. Dopo aver ricevuto nuova linfa vitale anche grazie al suo utilizzo nella serie cult di Netflix ‘La Casa di Carta’, la canzone ha valicato i confini nazionali, diventando simbolo universale dei movimenti di lotta e protesta.

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LA STORIA DI ‘BELLA CIAO’

Non vi sono dati certi sull‘origine di ‘Bella ciao’. Sia l’autore della musica che quello del testo rimangono tutt’oggi sconosciuti. Inoltre, non esistono documenti anteriori agli Anni 50 in cui venga menzionato il brano come oggi lo conosciamo. Per questo motivo, l’ipotesi più accreditata è quella che il canto sia divenuto simbolo della Resistenza partigiana solo dopo la fine della guerra. La sua diffusione si deve al Festival di Spoleto, nella cui edizione del 1964, venne suonata la versione di ‘Bella ciao’ arrivata ai giorni nostri. Nonostante l’incertezza sulle sue origini, il canto è stato riconosciuto come inno di libertà e resistenza anche fuori dall’Italia. Il merito va anche al suo testo, in cui l’utilizzo di un generico ‘invasor’ evoca ideali universali di lotta e protesta contro la guerra in qualsiasi sua forma.

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IL TESTO

Una mattina mi son svegliato
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

O partigiano portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.

Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e le genti che passeranno
mi diranno che bel fior.

E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà.

25 APRILE, ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE D’ITALIA

Il 25 aprile si onora l’anniversario della Liberazione d’Italia. La data non è stata scelta a caso. Nel 1945 Clnai (Comitato di liberazione nazionale Alta Italia) proclamò l’insurrezione generale di tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti: era il 25 aprile, e di lì a poco, con la firma della resa di Caserta divenuta effettiva il 2 maggio, la guerra sul territorio italiano volse al termine.

“Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire” (Sandro Pertini proclama lo sciopero generale, Milano 25 aprile 1945).

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