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Morte Samantha, l’esperto: “I filler sono dispositivi ad alto rischio e mai da fare in casa, meglio il lipofilling”

Abbiamo intervistato il professore di Chirurgia plastica Benedetto Longo dopo il caso della donna morta a Modena per un ritocco estetico fatto in casa

Pubblicato:24-04-2022 17:47
Ultimo aggiornamento:27-04-2022 13:26
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ROMA – “L’infiltrazione, un’iniezione, è sempre un trattamento invasivo. Non sappiamo ad oggi la natura del materiale che è stato infiltrato alla giovane mamma, possiamo dire però che questi trattamenti non si fanno in casa, ma sempre in strutture sanitarie e con personale medico qualificato. I centri estetici, voglio ribadirlo, non sono autorizzati a fare nessun tipo di iniezione, tantomeno si possono fare trattamenti di questo tipo in casa. Si può pensare che la giovane donna abbia avuto una reazione allergica, o che le sia stato inoculato il materiale in un vaso provocando una tromboembolia. Se fosse stata in un ambiente protetto poteva almeno essere rianimata adeguatamente”. A commentare alla Dire quanto può essere accaduto alla giovane mamma Samantha Migliore, morta nella sua casa di Modena tra le braccia del marito e davanti ai figli, mentre si sottoponeva a un trattamento per migliorare l’estetica del seno, è Benedetto Longo, professore associato dì chirurgia plastica presso il policlinico universitario Tor Vergata dì Roma, che accende i riflettori sui rischi e le complicanze che possono essere legate a scelte incaute dettate dal desiderio di avere un aspetto più bello e più giovane e di cercare la via del risparmio con pacchetti sul web. E poi Samantha avrebbe risparmiato? “Tra i 1.000 e i 1.500 euro” costerebbe il trattamento e pare che il pacchetto venduto a Samantha fosse di 1.200 euro.

“FILLER INVASIVO E AD ALTO RISCHIO”

Le indagini sono in corso ed è difficile ad oggi dire cosa sia stato iniettato nel corpo della giovane, ma per “correggere piccole imperfezioni e aumentare di poco il volume- ha spiegato il professore- si possono effettuare iniezioni usando filler riempitivi. La durata dei filler è variabile, alcuni sono permanenti, ma voglio ribadire che il filler non è un farmaco, ma un dispositivo medico e rientra nella categoria di quelli ad alto rischio perché invasivo. L’iniezione di grossi volumi di filler è sempre sconsigliata, e l’ indicazione è solo per piccoli volumi e correzione di piccoli difetti”.

“È SEMPRE MEGLIO PREFERIRE IL LIPOFILLING O LE PROTESI

Per Longo quindi l’intervento al seno preferibile per aumentare il volume o dare quindi al seno un aspetto fresco, più sodo e intervenire sulle imperfezioni, magari dopo gravidanze e allattamento come forse era il caso della giovane mamma, è sempre “il lipofilling o l’inserimento di protesi”. Interventi come quello che aveva scelto Samantha “sono trattamenti che possono essere efficaci- ha specificato Longo- in un numero limitato di pazienti che devono essere selezionate accuratamente dagli specialisti: possono essere donne che non vogliono sottoporsi a chirurgie maggiori, che hanno piccoli difetti e un budget contenuto. A parità di condizioni- sottolinea il chirurgo- è sempre preferibile il lipofilling. I filler permanenti infatti, che sul momento possono soddisfare la paziente, nel tempo, come riportato in letteratura, anche a distanza di mesi o 1 anno, possono migrare e non soddisfare più. Il trattamento comunque relativo all’iniezione di filler va sempre eseguito in anestesia locale richiedendo pertanto l’accurata anamnesi della paziente: se abbia malattie immunitarie, ad esempio, o allergie”.


“DIFFIDATE DELLE PROMOZIONI ONLINE”

Samantha era una donna che aveva da poco ritrovato felicità. Si era sposata lasciando alla spalle la tragedia da cui era scampata miracolosamente: il suo ex le aveva sparato alla testa. Ha trovato la morte nella sua casa e le indagini faranno luce sull’accaduto. Alle donne quindi, questo l’appello del professor Longo, “dico di diffidare del pacchetto di medicina estetica, delle promozioni o annunci sul web e social media che in maniera sempre più aggressiva propongono immagini di ‘pre e post’ commercializzando una pratica che è di natura medica e che richiede pertanto requisiti di assoluta sicurezza per i pazienti. Bisogna- ha ribadito con fermezza- andare dal medico e nel corso della visita, prima di sottoporsi a qualsiasi cosa, capire cosa viene iniettato e tutto sulle possibili complicanze”.

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