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Da secoli ad Anghiari la Scampanata: “Sveglia dormiglioni, alle 6 in piazza. Altrimenti…”

Chi non si fa trovare in piazza alle 6 in punto, per punizione finisce 'scarrettato' in giro per il paese e ricoperto di uova, farina e cioccolato: la folle tradizione di Anghiari, in Toscana, torna in maggio dopo la pausa forzata dovuta al Covid

Pubblicato:24-04-2022 15:04
Ultimo aggiornamento:24-04-2022 16:03

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ANGHIARI (Arezzo) – “Ma voi siete matti“. Il commento dei ‘forestieri’ che si trovano ad assistere alla Scampanata è quasi sempre questo. Già, perché lo spettacolo che si para davanti a chi si trovi di primissima mattina – in maggio ogni cinque anni ad Anghiari– è quello di una persona seduta su un carretto tirato a braccia da un gruppo di robusti giovanotti. Il poveraccio, divenuto irriconoscibile persino a sua madre, è completamente ricoperto di uova, farina, cioccolato liquido e quant’altro (di commestibile), è circondato dai “giustizieri” che gli lanciano di tutto un po’ e gli avvicinano al viso, legata a una lenza di una canna da pesca, una pestifera aringa. Il carretto è seguito da una banda e da una rumorosa folla di compaesani. Perché? Semplicemente, non si è alzato dal letto e non si è fatto trovare nella piazza centrale del paese al rintocco delle campane, alle 6 di mattina. Insomma, è un dormiglione, e quindi va punito.

ALLE 6 IN PIAZZA BALDACCIO BRUNI

Ma andiamo per ordine: Anghiari è un piccolo paese in provincia di Arezzo dove dai tempi antichi si ripete il rito della Scampanata. Si possono iscrivere alla società solo residenti nel Comune o chi, seppur residente altrove, è nato in paese. Chi si iscrive deve segnare nome, cognome e soprannome (ad Anghiari tutti ne hanno uno e se non ce l’hai, c’è chi lo inventa per te). Il regolamento ha poche, semplici norme: la prima è che i martedì, i giovedì e le domeniche di maggio, quando suonano le sei, bisogna essere in piazza Baldaccio Bruni, ben svegli e vestiti, e rispondere all’appello. Chi fa tardi o resta a letto, viene scovato, portato in piazza dai ‘cercatori’ e sottoposto a un processo sommario che arriva sempre alla solita sentenza: colpevole. L’avvocato difensore c’è, ma o è connivente con cercatori e giustizieri o pronuncia un’arringa volutamente debole. Anche perché, se è troppo motivato rischia anche lui la punizione, ed è successo.

IL CARRETTO PER I CONDANNATI

Il condannato, quindi, viene caricato sopra uno scomodissimo carretto di ferro, portato in giro per il centro storico, con la banda che suona in loop lo stesso motivo (“La marcia di Paiolo”) e, appunto, imbrattato dalla testa ai piedi: insomma, viene sottoposto al pubblico ludibrio per la sua poltronaggine. 


GLI STRATAGEMMI PER FAR ARRIVARE GLI ALTRI IN RITARDO

Già ce n’è abbastanza per dare dei matti agli anghiaresi. Ma il bello deve ancora venire, perché chi si iscrive ha anche un’altra missione, quella di impedire agli altri di arrivare puntuali. E dunque ci si inventa ogni tipo di stratagemma possibile. Il che vuol dire che bisogna stare sempre attenti a tutto e a tutti. Nel mese di maggio, per esempio, chi va al bar la sera non deve perdere d’occhio la tazzina: il barista o uno degli astanti può averci messo del sonnifero. C’è chi tenta di corrompere madri, mogli o fidanzate perché somministrino all’iscritto qualcosa per farlo dormire della grossa: per gabbare i più furbi si parla di cifre di livello, anche 500 euro. Ma di solito non c’è nemmeno bisogno di pagare. Altro trucco è spegnere ai tapini tutte le sveglie di casa, e anche questo è accaduto di frequente.

LA FUGA DALLA FINESTRA

In una delle ultime edizioni, conferma il presidente della società, Bruno Grottini, meglio conosciuto come Capruggine, i figli minorenni di una coppia di iscritti hanno gabbato così i genitori, poi beccati e sottoposti alla “scarrettata”. Nel 2015, invece, un figlio ha chiuso il padre dentro casa, si è piazzato dietro la porta e ha iniziato a prenderlo in giro: il babbo si è dovuto calare dalla finestra legando delle lenzuola, in stile fuga dal carcere, e ha fatto appena il tempo ad arrivare in piazza. Ora il ragazzo si è iscritto alla prossima edizione, ma sa che il padre gliel’ha giurata e dovrà stare all’erta.

LA PORTA DI CASA MURATA

Tra i racconti mitologici, ma tutti confermati da Capruggine, c’è quello dell’uomo che alle 5.30 di mattina aprì la porta di casa e si trovò davanti un muro: durante la notte, con tanto di cemento e mattoni, gli ‘amici’ avevano murato l’ingresso. Visto che il cemento era ancora fresco, però, con qualche spallata riuscì a buttarlo giù e ad arrivare in tempo all’appello. Innumerevoli le volte in cui qualcuno si è trovato la porta o il cancello incatenato da fuori, oppure le gomme dell’auto sgonfie, pratiche che, spiega Capruggine, la società “non consiglia, perché qualcuno potrebbe avere un’urgenza”. Ma, appunto, si tratta solo di un ‘non consiglio’ e quindi… Anche chi esce con gli amici il sabato sera, fa tardi e conta di arrivare in tempo per l’appello rischia. È accaduto che i cosiddetti amici, con una scusa, hanno fatto scendere uno di loro dall’auto e sono ripartiti, lasciandolo a diversi chilometri dal paese. Un altro, per non farsi fregare, una volta parcheggiò in una piazza vicina, ma sfortunatamente si addormentò: ovviamente tutti lo videro e nessuno lo svegliò. Passate le 6 ecco un capannello di persone che, bussando al finestrino, gli mostrarono l’orologio. La punizione fu inevitabile.

VIETATO AIUTARE CHI È IN RITARDO

Non va poi dimenticata un’altra fondamentale regola: nessuno degli iscritti può aiutare chi è in ritardo, altrimenti c’è il carretto anche per il salvatore. Ma, d’altro canto, rischia persino chi si prende l’onere di fare scherzi agli altri: in una delle ultime edizioni, un iscritto propose a un altro di bloccare l’arrivo in piazza di un terzo amico. I due partirono in moto, ma era un inganno. Il motociclista fece scendere l’amico e lo lasciò, anche in questo caso, abbastanza lontano da non arrivare per le 6 all’appuntamento. E se uno, fatto rarissimo, si rifiuta di essere sottoposto al carretto? Per cominciare non potrà mai più iscriversi alla Scampanata e poi, per tutto il mese di maggio, nessuno dovrà rivolgergli la parola, è come se fosse invisibile. Una punizione che è meno sopportabile del carretto per qualsiasi paesano che ci ha provato. Risultato, si sale e ci si fa imbrattare.

LA ‘SCAMPANATA’ FERMATA DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE E DAL COVID

Va detto che chi si iscrive lo fa sapendo benissimo a cosa va incontro, che bisogna essere maggiorenni, che gli over 65 sono esentati dal carretto e che da diversi anni è proibito tirare al condannato sostanze non commestibili. Pare che anticamente, invece, si potesse usare di tutto… La Scampanata si è parzialmente adeguata ai tempi, ma è una tradizione granitica. È stata interrotta solo due volte: con lo scoppio della Seconda guerra mondiale e con il Covid. Nel primo caso, in realtà, si è dovuto attendere fino al 1980 per ripristinarla, ma a furor di popolo. Poi dopo una seconda edizione fatta nel 1981 è stato stabilito che si svolga ogni cinque anni, anche per far crescere l’attesa. E infatti, stoppata di nuovo nel 2020 a causa del Covid, finalmente ora torna come edizione “2020+1+1” ed è già deciso che nel 2025 si rifarà. In paese nei punti di iscrizione, prevalentemente nei bar, si fa incessante opera di convincimento perché tutti si iscrivano, persino i fuori sede. In questo caso, sia chiaro che  ovunque siano nel mondo, nei tre giorni stabiliti devono essere fuori dalla porta del domicilio, ovviamente alle 6 spaccate. E ci sono stati diversi casi di missioni imbastite dalla società o dagli altri iscritti per andare a controllare. 
Per iscriversi, c’è chi temporeggia, racconta ancora Capruggine, ma negli ultimi giorni c’è sempre la corsa a segnarsi. Gli iscritti, anche donne, non sono mai meno di 200-240, di cui 160-180 under 65 e quindi “scarrettabili”. Un buon numero in un paese di circa 5.400 anime, dove in maggio nemmeno della mamma ti puoi fidare.

(Le immagini in bianco e nero e i filmati sono stati gentilmente forniti da Stefano Draghi, anghiarese doc)

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