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Report del Consiglio grande e generale del 24 aprile – pomeriggio

I lavori del Consiglio Grande e Generale

Pubblicato:24-04-2020 18:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:12
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SAN MARINO – I lavori del Consiglio grande e generale ripartono dal dibattito sull’emergenza Covid-19. Carlotta Andruccioli (Domani – Motus Liberi) risponde alle polemiche sull’iniziale divieto per i delivery. “L’iniziale chiusura di tali servizi ha creato disagi, ma derivava da esigenze sanitarie in un momento in cui l’emergenza era ben più preoccupante”. Considerando il “fatto che il reperimento di risorse è alla base di un progetto credibile per la ripresa del Paese”, Sara Conti (Rf) chiede di “essere messi al corrente delle attività del Governo sul fronte della politica estera”. Il Segretario di Stato Elena Tonnini interviene invece sul tema degli stipendi e dell’organizzazione del lavoro nella Pubblica amministrazione: “Si è cercato un allineamento per il trattamento ridotto e il principio di rotazione che permette di salvaguardare le prestazioni essenziali privilegiando la tutela dei dipendenti”. “Il denaro pubblico risparmiato in queste settimane – aggiunge – 2 milioni e 160 mila euro, viene destinato a sostenere i costi dell’ISS”. Quindi, in merito ai provvedimenti adottati dal Governo, manda una frecciata a Rf : “forse non ha ben chiaro che non si tratta di decreti emanati di notte perché calati dall’alto, e non si tratta di interventi che hanno prosciugato le risorse del Paese come accaduto con il Cinque Ter. Alcuni decreti sono stati emanati di notte ma perché le ore del giorno le abbiamo usate per confrontarci con sindacati, categorie, etc”.

 “Non si può valutare per il futuro una degenza diversa anche per chi ha mostrato sintomi lievi?” chiede Rossano Fabbri (Libera).“Dobbiamo rilevare come i sistemi che hanno retto meglio al mondo siano quelli pubblici – osserva Giovanni Zonzini (Rete) -. Perciò dovrebbero tacere quelle correnti che hanno tentato di privatizzare la nostra sanità andando contro i principi di gratuità. “Oggi la sfida è riportare il Paese senza fare ripartire l’infezione – dice Vladimiro Selva (Libera) -.  Noi come Libera ci siamo impegnati portando degli emendamenti”.

“Nessuno vuole venire qui a dire che nei panni del Segretario Ciavatta avrebbe fatto meglio – rimarca Nicola Renzi (Rf) -. Un Paese non deve vergognarsi e non deve avere paura di dire che si trova in condizioni di bisogno. Se avessimo praticato questa etica, sarebbero potuti arrivare aiuti sanitari da Paesi come Cina, Russia e Albania”.  


Oscar Mina (Pdcs) annuncia la convocazione della Commissione numero quattro “per l’8 maggio prossimo”. Quindi chiede “un chiarimento” sul contagio di “cinque infermieri e un medico in un reparto no-Covid”. “Non dobbiamo dimenticarci – sottolinea – che la nomina del comitato esecutivo dell’Iss si rende necessaria e deve essere affrontata quanto prima”.

“Riallestire un ospedale quadruplicando i posti in terapia intensiva” è l’obiettivo per Paolo Rondelli (Rete). Lorenzo Bugli (Pdcs) chiede di puntare su “sburocratizzazione, riforme e rilancio del turismo”. “Nel mese di marzo scorso abbiamo avuto un aumento della mortalità del 238%: è un dato che va rilevato” rimarca infine Guerrino Zanotti (Libera)

Di seguito una sintesi degli interventi

 Comma 21 – b) Ratifica Decreti-Legge relativi a Covid-19

Carlotta Andruccioli (Domani – Motus Liberi): Noi di domani Motus Liberi esprimiamo immensa gratitudine al personale sanitario, forze dell’ordine, volontari e istituzioni oltre ad ogni singolo cittadino che con responsabilità e buon senso ha fatto la sua parte. Ci siamo sempre opposti alla volontà di chiusura totale del comparto produttivo. Come finanziamo il comparto sanitario se quello produttivo si ferma? Dunque il Governo si è attivato con forze interne rivedendo i capitoli di spesa e attivandosi con canali di finanziamento. Imprese e famiglie hanno bisogno di ripartire. In questo senso vanno gli ultimi decreti emanati. Io mi rendo conto che non si tratta di interventi sufficienti a risollevare l’economia ma è un primo passo importante nella ripartenza economica e sociale. I prossimi interventi devono prevedere supporti concreti a comparti molto colpiti. Vorrei fare una precisazione sul delivery. L’iniziale chiusura di tali servizi ha creato disagi, ma derivava da esigenze sanitarie in un momento in cui l’emergenza era ben più preoccupante. Pensiamo anche all’assenza di tutele per il personale nelle cucine.

Segretario di Stato Andrea Belluzzi: Non possiamo valutare questa emergenza Covid con i canoni e i metodi di critica normali del normale dibattito politico. Questo è un momento eccezionale. Dispiace sentire in un momento in cui siamo ancora dentro la crisi delle analisi e dei commenti fortemente critici su una struttura che è ancora in corso. Non vorrei si mancasse di dare quella fiducia a chi oggi ancora lavora. Quell’importanza non passa solo attraverso la tutela legale ma anche nel trasmettere la fiducia giorno dopo giorno. Sicuramente sappiamo che in autunno dovremmo ancora convivere con questa situazione. Abbiamo vissuto situazioni di tensione che si riverberano sui nostri pensieri. Il dialogo che era opportuno fare aiuta nel ritrovare un metro critico. Ritenevamo fosse più importante lavorare piuttosto che dire quello che stavamo facendo. I decreti sono stato frutto di un lavoro in emergenza. Sono mutati nel tempo perché il virus mutava i suoi effetti e mutavano le esigenze. Non mi sono piaciuti i richiami ad altri Paesi che annunciano stanziamenti per milioni di euro. Li annunciano. Quegli stanziamenti sono promesse. Sono garanzie dello Stato, non interventi diretti. Con la parola d’ordine prudenza ascolterò tutti: le criticità per riprendere l’attività scolastica che abbiamo oggi la avremo anche a settembre. Dovremo studiare più opzioni per tenere viva la scuola. La pubblica amministrazione non ha ancora oggi lo smart working: il mondo del lavoro lo dovrà prevedere.

Gianfranco Terenzi (Pdcs): Non possiamo prescindere dall’azione che siamo chiamati a svolgere per il futuro. Riflettere sulla nostra condizione di micro-stato e sulle condizioni che si stanno innescando nel mondo geopolitico. Dall’altra parte dobbiamo attivarci per capire come porci di fronte a queste situazioni. Non nascondiamo che in queste fase abbiamo la necessità di far fronte a dei finanziamenti, aiutare le imprese, dare alle famiglie più bisognose un supporto adeguato. Non possiamo tardare di fronte a queste esigenze impellenti. Vorrei ricordare la capacità e la bravura del professor Bigi. Ci ha indirizzato verso una integrazione internazionale che vede San Marino presente a pieno titolo come organismo integrato. Non possiamo ignorare ma dobbiamo cercare di valutare meglio i rapporti con la vicina Italia. Assisteremo a una trasformazione della mobilità in una maniera inimmaginabile. Una modalità nuova dell’organizzazione imprenditoriale. Dovremo concentrarci per creare occupazione e sviluppo favorendo il sistema economico e delle imprese. Non è da escludere che la nostra realtà possa restare immune da sacrifici anche a carico dei cittadini ma occorre una relazione cosciente ed approfondita della prospettiva futura.

Daniela Giannoni (Rete): I decreti non sono stati emanati col favore delle tenebre ma a favore delle parti sociali coinvolte. Il nostro Congresso di Stato da due mesi non ha orario e lavora continuamente. Di questo dovremmo essere tutti grati. Ora sta a noi cominciare a riconoscere di nuovo i diritti di cui momentaneamente abbiamo dovuto privarci. Come Parlamento abbiamo ritenuto fosse importantissimo tornare ad esercitare il nostro diritto alla democrazia. Mai come adesso abbiamo capito che i diritti che abbiamo conquistato sono interconessi tra loro. Azzerarne uno vuol dire limitarne un altro. Dobbiamo trovare una nuova strada di vivere appieno i nostri diritti e le nostre liberà personali. Se non pensiamo ad un modo di far vivere la scuola ai ragazzi in maniera diversa, questo si ripercuoterà anche sulla vita economica: pensiamo alle famiglie che dovranno tornare al lavoro. Aziende chiuse si traducono in costi sociali per lo Stato. Agiamo prima, non arriviamo a questo punto: impediamo che questo scenario tragico si realizzi. Mettiamo in campo nel concreto e urgentemente le azioni che ieri abbiamo sottoscritto a cominciare da quelle che infondono liquidità al sistema.

Rossano Fabbri (Libera): Il riferimento del Segretario Ciavatta sulla scansione dei fatti e la gestione del virus ci ha permesso di tornare indietro con la mente al momento dello scoppio di quella che sarebbe diventata una pandemia mondiale. Voglio spendere una parola anche per ringraziare la nostra Protezione Civile. Va riconosciuta una grande professionalità all’interno dipartimento che ci ha permesso grazie ad un ottimo intervento iniziale di evitare un qualcosa che sarebbe stato da scongiurare. Io sono certo che si è fatto tutto il possibile, così come bisognerà migliorare molte cose. Non possiamo in futuro più farci trovare impreparati. Mi giungono riscontri sul fatto che tutti sono stati dotati dei necessari presidi. Che tipo di mascherine erano? Qualcosa che non ha funzionato ce lo dobbiamo dire. Non si può valutare per il futuro una degenza diversa anche per chi ha mostrato sintomi lievi? Non tutti hanno case che permettono convinvenze tra positivi e non positivi. Si poteva valutare l’isolamento in strutture apposite di coloro che avevano mostrato sintomi lievi. Una riapertura può essere fatta solo a ragion veduta dotando il Paese di tutti i dispositivi di sicurezza altrimenti ci ritroveremo nella medesima situazione. Il monito più forte è rivolto al Governo: sappiamo le difficoltà che più o meno potete avere attraversato, ma ora davvero non possiamo più permetterci di perdere del tempo e che quei provvedimenti decantanti a più riprese non vengano portati avanti. Ora abbiamo davvero bisogno di coraggio e riforme.

Giacomo Simoncini (Npr): Questo dibattito sarà utile per pensare al dopo alla famosa fase 2. Superare l’emergenza economica senza abbandonare la gestione sanitaria. Riaprire in tempi brevi e nella maggiore sicurezza possibile. Ci sarà bisogno di cambiare molto ripartendo da zero. Nel momento in cui l’architettura istituzionale del Paese mostra segni di invecchiamento essa svela tutti i suoi mali e rischia di cedere. Questo dibattito deve essere l’occasione per decidere come ripartire. Oggi va combattuta la battaglia per il contenimento del contagio: oggi va tamponata l’emergenza, ma è su un progetto di largo respiro che ci giochiamo la credibilità del Paese. Vanno individuate le priorità nell’immediato e cosa fare nel futuro. E’ nel mezzo delle grandi difficoltà che possono nascere le migliori opportunità.

Sara Conti (Rf): Abbiamo assistito ad una serie di eventi ed immagini che non ci dimenticheremo. Ogni giorno venivano pubblicate immagini del ministro Di Maio che riceveva aerei provenienti da altri Paesi carichi di dispositivi ed equipe mediche. Dispiace non avere approfittato di questa corsa alla solidarietà e di non esserci ritagliati questo spazio. Però è anche vero che grazie ai nostri consoli all’estero abbiamo ricevuto aiuti importanti. Per quel che riguarda l’aspetto economico, Rf ha fin dalle prime settimane espresso la propria posizione, Abbiamo espresso la necessità di lavorare alacremente sul fronte di politica estera. Mi auguro che il Governo sia davvero al lavoro e abbia chiesto aiuto agli Stati amici. Non siamo nelle condizioni di poter scartare opzioni a priori. Purtroppo non abbiamo informazioni precise a riguardo se non vaghe rassicurazioni. Non voglio tornare a rimarcare questa mancanza di confronto tra maggioranza e opposizione, ma mi auguro che si possa resettare tutto e si possa ripartire lavorando insieme. Alla luce del fatto che il reperimento di risorse è alla base di un progetto credibile per la ripresa del Paese, chiediamo di essere messi al corrente delle attività sul fronte della politica estera.

Segretario di Stato Elena Tonnini: Per quanto riguarda gli stipendi della Pa, a questo rallentamento è corrisposto un intervento. Si è cercato un allineamento per il trattamento ridotto e il principio di rotazione che permette di salvaguardare le prestazioni essenziali privilegiando la tutela dei dipendenti. Se per il privato si può ricorrere alla Cassa integrazione, il pubblico non può accedevervi. Anche alla Pa si è riconosciuta una prestazione ridotta con una riduzione dei carichi di lavoro. Allineamento tra pubblico e privato non significa che il rapporto è identico. Nella Pa si è stabilito l’utilizzo di un massimo di 5 giorni per lo smaltimento delle ferie. Il trattamento assume un maggiore rigore ma si è tenuto conto delle situazioni che hanno retribuzioni più ridotte. Per i servizi essenziali non c’è l’opzione di astensione dal lavoro. Sembra un elemento superficiale ma non lo è. Il denaro pubblico risparmiato in queste settimane, 2 milioni e 160 mila euro, viene destinato a sostenere i costi dell’ISS. Sono stati svolti tutti i passaggi per verificare se fosse possibile continaure a svolgere l’attività istituzionale. La Sala del Palazzo continua ad offrire uno spazio per lo svolgimento dei lavori delle commissioni in sicurezza. Si è proceduto con norme specifiche per la consegna elettronica delle Istanze d’Arengo. Mi si lasci dire una cosa su tutta la polemica sull’autoritarismo. Rf forse non ha ben chiaro che non si tratta di decreti emanati di notte perché calati dall’alto, e non si tratta di interventi che hanno prosciugato le risorse del Paese come accaduto con il Cinque Ter. Alcuni decreti sono stati emanati di notte ma perché le ore del giorno le abbiamo usate per confrontarci con sindacati, categorie, etc. Sono stati emanati di notte per facilitare i lavori consigliari. Con un testo unico sul decreto 62 c’è l’opportunità di agire con emendamenti su di un unico decreto. Lo abbiamo fatto in corso di emergenza e non di ordinarietà. Abbiamo voluto dare al Paese tutto il tempo di adeguarsi alle norme di graduale riapertura. La capacità di collaborazione delle forze di polizia sta facendo la differenza nella gestione di questa situazione. Si sta passando dalla difesa al contrattacco. Si sta andando alla graduale ripresa delle attività. Emessa una nuova delibera del congresso di Stato che rimodula diversi servizi della pubblica amministrazione. Adottate modalità operative basate sul ricevimento per appuntamento, posta elettronica e telematica. L’ospedale si sta organizzando per prevenire la nascita di nuovi focolai. La capacità di reazione delle nostre strutture ci hanno permesso in un tempo breve di passare da una fase molto difficile a una fase di programmazione e convivenza. Sono orgogliosa di un Paese che sta mostrando di distinguersi. Siamo tra i primi al mondo per la mappatura epidemiologica. Ora andiamo a cercare il virus per disinnescarlo.

Giovanni Zonzini (Rete): Dobbiamo rilevare come i sistemi che hanno retto meglio al mondo siano quelli pubblici. Perciò dovrebbero tacere quelle correnti che hanno tentato di privatizzare la nostra sanità andando contro i principi gratuità. Si dice che le malattie colpiscono tutti in maniera uguale. Non è vero. In un momento di forte tensione le disugualiganze diventano ancora più evidenti. Le fasce più povere delle popolazione si sono trovate in una enorme difficoltà. Tant’è che la nostra Protezione Civile ha dovuto raccogliere tonnellate di cibo per sfamare queste famiglie. Il Decreto dà delle prime risposte, ma dovranno essere solo le prime e sarà necessario reperire ulteriori risorse.

Marco Nicolini (Rete): Voglio ricordare la nota dell’OMS che indica che la metà delle persone decedute viveva in case di riposo. Purtroppo il virus è penetrato all’interno del Colore del Grano, mentre il Casale La Fiorina è rimasto intonso. Il Governo ha avuto un comportamento adeguato e responsabile. Mai quanto oggi in un mondo che sta diventando casa di una sola specie parlare dei diritti degli animali vuol dire parlare dei diritti dell’uomo. Vi sono molte situazioni intermedie da combattere, se le nostre intenzioni sono quelle di non lasciare ai nostri figli un mondo con un mare di plastica e rifiuti e una terra priva di animali selvatici. Una terra in cui l’essere umano è sempre più indebolito a causa degli attacchi di virus.

Vladimiro Selva (Libera): Abbiamo chiesto di fare i test sui sanitari. Non è un privilegio poter fare il test. Non ci si venga a dire che i preisidi ci sono sempre stati. Io ho testimonianza che non era così. Avremmo potuto fare di meglio? Probabilmente no. Non dico questo. Il problema è prendere tutto quello che diciamo come un tentativo di demolire, e non come una critica che serve a migliorare la situazione. Se alcune cose non vanno, bisogna dirlo. Oggi la sfida è riportare il Paese senza fare ripartire l’infezione. Noi come Libera ci siamo impegnati portando degli emendamenti.

Maria Luisa Berti (Npr): Davvero difficile gestire una situazione del genere con le poche risorse economiche a disposizione. Può darsi che qualcosa nellle procedure concrete nell’affrontare l’emergenza sanitaria non abbia funzionato al meglio. Potrebbero esserci stati degli errori, dei responsabili di questi errori. Non dobbiamo tenere l’eventualità di constatarlo, ma nell’ottica di un miglioramento. La sanità non deve continuare ad essere un mezzo per politiche clientelari, nella sua missione di assistenza sociale a tutti, la stessa concepita quando l’Iss è stato fondato. Ci sono soggetti che sono rimasti senza aiuti e risorse e a loro dobbiamo necessariamente guardare. Facciamo particolare attenzione alle sirene che promettono soldi: massima allerta verso la provenienza dei fondi privati.

Nicola Renzi (Rf): Oggi bisogna mettere sul piatto della bilancia la limitazione della libertà e la responsabilità. Se i cittadini riusciranno a capire che il loro comportamento ha una correlazione con la salute degli altri, se manteniamo in Aula e fuori dall’Aula atteggiamenti esemplari, potremo riacquistare un po’ della nostra libertà. Nessuno vuole venire qui a dire che nei panni del Segretario Ciavatta avrebbe fatto meglio. Però ci sono alcune cose che sono semplici interrogativi e che noi portiamo in Aula perché ci sono stati sottoposti dalla cittadinanza. Sull’impostazione comunicativa. Credo che anziché della retorica del va tutto bene, avremmo dovuto avere il coraggio di praticare l’etica del bisogno e della necessità. Un Paese non deve vergognarsi e non deve avere paura di dire che si trova in condizioni di bisogno. Se avessimo praticato questa etica, sarebbero potuti arrivare aiuti sanitari da Paesi come Cina, Russia e Albania. Abbiamo visto tutti le pagine della Farnesina piene di questi aiuti. Si sarebbero potuto liberare delle risorse utilissime. Vorrei glissare sul piccolo caso diplomatico che abbiamo avuto con la Confederazione elvetica. Oggi l’aspetto degli asintomatici è fondamentale. Questo io credo debba essere uno degli aspetti da seguire nella fase 2. State progettando una fase due? Il 4 maggio sarà un punto di svolta. Segretario, ci dica realmente che cosa accadrà nella scuola. Ci dica realmente quali ragazzi e bambini torneranno e quali no. Alcuni insegnanti hanno continuato a lavorare eppure hanno visto decurtare lo stipendio. Abbiamo davanti una fase 2, speriamo di poter portare miglioramenti effettivi.

Stefano Giualinelli (Pdcs): Una riflessione sulle restrizioni delle libertà individuali. Dopo quasi due mesi di reclusione forzata si avverte l’esigenza di allentare alcune restrizioni nel rispetto delle misure di distanziamento. Non possiamo prescindere dal repertimento di risorse esterne attraverso l’attivazione di tutti i canali e linee di credito internazionali. Tali contributi potrebbero rivelarsi insufficienti senza riforme strutturali. Economia di guerra: l’espressione è stata evocata più volte. Non è sufficiente rinviare il pagamento di imposte e tasse, ma bisogno immettere subito liquidità nel sistema. Le banche devono fare la loro parte prestando denaro a costo zero alle imprese. I costi dell’esitazione potrebbero essere insostenibili. Famiglie e aziende sono state messe al centro delle politiche economiche del nostro Governo.

Gaetano Troina (Pdcs): Un pensiero va a tutti i lavoratori che hanno continuato a garantire i servizi essenziali per la cittadinanza. Arrivando all’ambito politico, faccio qualche considerazione sull’emanazione dei decreti legge. Decreti che derivano da una rapida evoluzione delle esigenze della comunità. Il Governo sta dimostrando di saper reagire prontamente alle esigenze evidenziate dalla cittadinanza nel confronto continuo e costante con gli operatori mai stato così fitto come in questi giorni. Le future misure dovranno essere ponderate in base al grado di rischio. Si va verso una graduale riapertura di gran parte delle attività. Mi tolgo un sassolino dalla scarpa: in questi giorni ho sentito critiche troppo facili a posteriori. Ho ascoltato interventi dell’opposizione discutibili. Come si fa a paragonare il pacchetto adottato in una situazione di emergenza con quello di altri Paesi?

Gerardo Giovagnoli (Npr): Questo virus ci ha insegnato che sono assolutamente dannosi i complottisti e gli esorcisti e i premi Nobel che si sono dimenticati del metodo scientifico. Questo virus ci ha spinto a fare delle considerazioni su previsioni che non funzionano. Questo ci deve indicare che le nostre società devono fare ancora molti passi avanti. C’è ancora una ritrosia verso gli strumenti di visualizzazione del contagio per motivi di privacy. Se devo rischiare la vita, davanti alla privacy faccio uno sforzo di contenimento. Essere una comunità piccola non ha aiutato le statistiche. Meritorio il fatto di aver fatto tanti test. Si poteva fare di più? Probabile, come sempre. Ma non credo sia questo il momento di puntare il dito contro nessuno. C’è stato un grandissimo impegno che deve essere riconosciuto. Se possiamo permetterci di ragionare su una fase 2, è perché il picco dello stress test sanitario è stato superato.

Oscar Mina (Pdcs): La Commissione 4 verrà convocata l’8 maggio prossimo e il 12 maggio. L’ordine del giorno verterà in larghissima parte sull’audizione del comparto ospedaliero e delle varie figure apicali nonché un riferimento da parte dei Segretari sulla gestione dei rifiuti. Ci sono alcuni aspetti da mettere in evidenza. A proposito del corpo infermieristico. Menzionarlo ora solo mi pare riduttivo. Esperienza e capacità devono essere considerate prioritarie alla luce di un collocamento stabile nel comparto ospedaliero. Sostenere un bando di concorso per 9 posti è veramente anomalo. Anche perché ci sono circa 80 operatori che stanno operando. Un paradosso, perché questo bando prevede delle prove pratiche. Come possiamo noi pensare di volere nominare la commissione? Una riparametrazione corretta legata ad una retribuzione. E’ una cosa che credo sia opportuno mettere in evidenza. Qualche cosa credo ci sia sfuggita: non lo dico come critica, attenzione. Stupito da quanto successo nel Colore del Grano, dove ci sono stati dei deceduti. Ma anche il caso del reparto di medicina. Cinque infermieri e un medico contagiati in un reparto no-Covid: credo sia necessario un chiarimento.  Non dobbiamo dimenticarci che la nomina del comitato esecutivo si rende necessaria e deve essere affrontata quanto prima. Un correttivo è necessario alla luce dei fatti e delle casistiche, rivedere tutti gli asset del comparto, tenendo conto di un potenziamento dei servizi, modernizzazione, garantendo maggiore autonomia in futuro. Non sono critico verso il Governo, ma voglio solo sottolineare alcuni aspetti. Positivo il protocollo di intesa per la mutua collaborazione siglato con tempestività. Avrei anche preferito da parte di altri colleghi ascoltare rivendicazioni del ruolo dell’opposizione con un profilo di richieste collaborative. Paragonare la nostra Repubblica con altri Stati con ben altri numeri è una utopia.

Paolo Rondelli (Rete): Giusto non comunicare i nomi dei deceduti per Coronavirus nella nostra Repubblica. Mi stupisco che qualcuno ieri abbia accennato alla possibilità di conoscere i nomi delle persone malate. Facciamo attenzione a non cadere nelle polemiche da social. Dobbiamo tutelare sempre la salute dei cittadini e il loro diritto alla riservatezza sulla loro condizione. Il nostro sistema ha retto alla bordata. Dobbiamo fornire strumenti alla popolazione per ripartire gradualmente e non distruggere agendo in fretta lo sforzo fatto in queste settimane. Riallestire un ospedale quadruplicando i posti in terapia intensiva. Arlotti ha detto che più test si fanno, più se ne trovano. E’ il momento della responsabilità e non della polemica.

Lorenzo Bugli (Pdcs): Un ringraziamento va anche agli operatori della nettezza urbana, ai cassieri e a tutti coloro che con un gesto semplice consentono alla Repubblica di stare in piedi. Hanno deciso responsabilmente di non sottrarsi al loro dovere, rischiando per la loro stessa salute. A molti di loro andrà attribuita maggiore attenzione anche dopo. Si potrebbe parlare per ore sul fatto che abbiano trascurato per anni i nostri operatori sanitari. Vorrei rivolgere un pensiero alle famiglie che non hanno potuto dire addio ai loro cari e ai nostri nonni che mi stanno molto a cuore. La nostra economia chiede di ripartire con forza e chiede di tenere conto della nostra salute. Un’emergenza che deve richiamare anche al bene comune globale e se non vi sarà una risposta Europea globale si aprirà una stagione complicata per tutti. Occorre muoversi bene per essere autorevoli a quei tavoli a cui chiederemo aiuto. La burocrazia vuol dire regole, ma imprenditori e categorie hanno bisogno di risposte celeri e semplici. Non si può continuare con interventi a spizzichi e bocconi. Bisognerà andare avanti con un progetto di riforme che rivedano anche quelli che sono diritti acquisiti negli anni. Non è il momento di fare campagna elettorale, ma di prendere decisioni. Se avessimo fatto le riforme in passato avremmo una liquidità maggiore per operare. Il turismo ha perso solo in centro storico il 62 per cento. Sarà uno dei settori che ripartirà più tardi di tutti. Avrà necessità di una attenzione in più a livello economico ma anche in termini di progettualità. Progettualità che deve partire adesso. Incentivi al commercio con una Card che permetta ai commercianti di avere un prezzo competitivo. Valorizziamo i nostri sentieri e puntiamo sul trekking.

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