NEWS:

Elezioni europee 2019, cosa succede con il rinvio della Brexit

SPECIALE EUROPEE | Con il rinvio della Brexit la Gran Bretagna sarà chiamata ad eleggere i propri delegati a Bruxelles

Pubblicato:24-04-2019 14:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:23
Autore:

brexit_3
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Elezioni europee e Brexit, cambia la composizione del Parlamento Europeo. Con il rinvio dell’accordo per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea al 31 ottobre prossimo, la Gran Bretagna resta a tutti gli effetti un paese membro con pieno diritto ad eleggere i propri delegati a Bruxelles.

Annullato il ricalcolo dei seggi parlamentari, scesi a 705, la nuova legislatura dovrebbe contare nuovamente su 751 membri, esattamente come oggi, di cui 73 eletti oltremanica.

Un’opzione, questa, che non piace nessuno. I paesi membri, infatti, guardano con preoccupazione alla presenza di deputati inglesi, non interessati ai problemi dell’Unione Europea. Ma sono gli stessi britannici a non gradire questa soluzione: stando agli ultimi sondaggi, la delusione si esprimerebbe nell’esplosione di consensi verso il partito ‘pro-brexit’ di Nigel Farage, che potrebbe diventare il partito con il maggior numero di eletti nel parlamento europeo.


Oltre agli anti-euro, il rinvio della Brexit potrebbe rafforzare il gruppo del PSE, il Partito Socialista Europeo che, con l’arrivo di una nutrita pattuglia di labouristi, potrebbe diventare il primo gruppo dell’europarlamento.

LEGGI ANCHE:

Elezioni europee 2019, come si vota per il nuovo Parlamento Ue

Elezioni europee 2019, quando si vota? Ecco la data in Italia e negli altri paesi

Elezioni europee 2019, chi vincerà? Ecco cosa dicono gli ultimi sondaggi

Elezioni europee 2019, cos’è e come funziona il Parlamento Europeo

LA DISTRIBUZIONE DEI SEGGI DOPO BREXIT

Nel momento in cui la Brexit si concretizzerà, il parlamento sarà chiamato a ratificare la sua nuova composizione. I seggi dovrebbero essere redistribuiti secondo un accordo già raggiunto tra gli stati membri, nel seguente modo: 5 alla Francia (che salirebbe a 79), 3 all’Italia (76), 5 alla Spagna (59), 3 all’Olanda (29), uno ciascuno a Polonia (52), Romania (33), Svezia (21), Austria (19), Danimarca (14), Slovacchia (14), Finlandia (14), Croazia (12) ed Estonia (7), due all’Irlanda (13).

Rimarrebbero come sono oggi i seggi di Germania (96), Belgio, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria e Portogallo (21), Bulgaria (17), Lituania (11), Lettonia (8), Slovenia (8), Cipro, Malta e Lussemburgo (6).

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it