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BOLOGNA – I primi nove ragazzi, da Milano, Firenze e Treviso oltre che dall’istituto minorile del Pratello, sono già al carcere bolognese della Dozza. E altri ne arriveranno nei prossimi giorni fino a portare in totale a 26. Poi si vedrà, ma il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari ipotizza che si possa restare ad un numero “anche inferiore ai 50” che era stato preventivato. E per quanto tempo questi giovani adulti, dai 21 ai 25 anni, resteranno alla Dozza? “Stiamo attendendo la consegna di tre istituti nuovi, Lecce, l’Aquila e Rovigo, confidiamo che la consegna avvenga nei tempi stabiliti. Ci hanno assicurato che per la fine dell’estate ci sarà la consegna definitiva di tutti e tre”, spiega Ostellari, oggi in visita alla casa circondariale bolognese proprio per l’avvio del trasferimento.
A fine estate dunque il nuovo reparto dedicato ai giovani “sarà restituito agli adulti”. Per il futuro, garantisce Ostellari, la soluzione all’aumento dei giovani detenuti non sarà la costituzione di nuove strutture carcerarie. Anche in Emilia-Romagna, così come si è cominciato a fare in Lombardia, “vorremmo investire su comunità socio-educative in grado di intercettare queste devianze”. Ostellari spiega che l’operazione Dozza (“è l’istituto che dava maggiori garanzie. Ci consente di stare tranquilli evitando la promiscuità con gli adulti”) è stata pensata proprio per potere garantire più spazi richiesti dai trattamenti dei detenuti più giovani.
Quello nella sezione della Dozza che ospitano i nuovi arrivi “sono luoghi che sono stati risistemati, ho visto anche una sala da musica con una batteria, banchi di scuola e un campo di calcio dedicati solo a loro. Questa operazione, che aveva destato un po’ di allarme iniziale è stata ricondotta nel suo alveo. Confido che il tavolo tecnico parta quando prima. Ci consentirà di dare una risposta efficace”. Il capo dipartimento Antonio Sangermano riassume così le caratteristiche dell’operazione: “emergenzialità e provvisorietà”, oltre alla “assoluta separatezza” rispetto agli adulti e alla “assoluta prevalenza trattamentali”. L’inserimento dei ragazzi, inoltre, “sarà graduale e progressivo”.
La decisione di spostare una parte dei detenuti del Pratello (e di altri Ipm) alla Dozza, nelle scorse settimane, aveva suscitato molte polemiche tra le associazioni che si occupano di carcere. Ed era stata criticata anche dal Comune di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna, oltre che da Camera penale, Garante dei diritti delle persone private della libertà. Lo scetticismo riguardava il fatto di portare detenuti giovani, abituati a condizioni detentive più soft proprie di un istituto minorile, in un ambiente carcerario per adulti. Dove tra l’altro c’è un forte sovraffollamento.
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