VIDEO | La riforma delle pensioni ‘infiamma’ Parigi: “Roghi di immondizia e scioperi, impossibile lavorare”

Il racconto alla Dire di Michele Cagnoni, un cuoco italiano originario di Roma e residente nella capitale francese da circa dieci anni

Pubblicato:24-03-2023 15:40
Ultimo aggiornamento:25-03-2023 13:17

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ROMA –  “Siamo tornati alla stagione calda dei gilet gialli: gli scioperi settimanali sono sistematici, con la sola differenza che non avvengono solo di sabato. Lo stop dei trasporti rende impossibile per molta gente andare al lavoro, quello di insegnanti e collaboratori scolastici lascia i bambini a casa e con loro i genitori, mentre la protesta dei netturbini ha trasformato Parigi in Roma: c’è immondizia ovunque. È un disastro”. A parlare con l’agenzia Dire è Michele Cagnoni, un cuoco italiano originario di Roma e residente nella capitale francese da circa dieci anni. L’uomo descrive il caos in cui è precipitata Parigi, da giorni preda di cortei e proteste contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron, che lunedì scorso è stata approvata salvandosi dal voto di fiducia.

Solo ieri un milione di persone si è riversata nelle strade stando ai dati del ministero dell’Interno, ma per la Confédération Générale du Travail (Cgt), la principale sigla sindacale che sta guidando le manifestazioni, i partecipanti sarebbero stati tre milioni e mezzo. I media francesi riportano di oltre un centinaio di incendi, 457 arresti e 441 tra poliziotti e gendarmi feriti, una situazione che ha convinto l’Eliseo a chiedere il rinvio della visita di Re Carlo III d’Inghilterra – la prima in Francia dalla sua incoronazione – prevista da domenica 26 a mercoledì 29 marzo. “La novità di questa mobilitazione- prosegue Cagnoni- sono gli scioperi dei netturbini. Il problema è che spesso i manifestanti danno fuoco ai cumuli di spazzatura che si formano nelle strade, insieme a biciclette e monopattini elettrici. Le batterie talvolta esplodono. L’aria è irrespirabile”. Un altro grande disagio per i cittadini sono gli scioperi del personale scolastico: “Chi come me ha una bambina è costretto a restare a casa o a trovare amici o colleghi che a turno badino a due-tre bambini alla volta”. 

Le mobilitazioni hanno anche un impatto economico su negozi e ristoranti: “Io sono un cuoco- prosegue Cagnoni- e nelle giornate di sciopero preparo la metà delle quantità necessarie per i miei piatti, perché so già che i clienti abituali, quelli che lavorano nel quartiere, non saranno in grado di venire in centro”. Ai turisti “resta una Parigi surreale”, commenta, aggiungendo: “nessuno sa quando la protesta si spegnerà. La questione è complessa, ma la riforma non era più rinviabile”.

PERCHÉ IL GOVERNO FRANCESE VUOLE ATTUARE LA RIFORMA DELLE PENSIONI

La Francia era il primo paese per “baby pensioni”, con l’età fissata a 62 anni. Ma con l’aumentare dell’aspettativa di vita, che si somma alla crisi energetica che alimenta l’inflazione, la pressione delle pensioni sulle casse dello stato – con un rapporto del 14,8% sul Pil – sarebbe ingestibile secondo i vertici dell’Eliseo. L’alternativa era quella di aumentare le tasse. E invece, il governo ha portato l’età pensionabile a 64 anni a partire dal 2030, con un graduale incremento di tre mesi per ogni anno che manca alla pensione. La norma però incoraggia i lavoratori a resistere fino a 65, quando si potrà aspirare alla contribuzione piena, a patto di avere 40 anni di contributi. Cagnoni prosegue: “In Francia si parla da anni di riforma delle pensioni anche a causa di alcune categorie di impiegati statali che si ritirano molto presto e percepiscono somme molto più alte. Il tema è complesso. Ora che Macron l’ha fatta, la mia impressione è che quelle stesse forze politiche che in passato avevano invocato la riforma, davanti alla reazione della piazza si siano tirate indietro, preferendo raccogliere consensi”. Secondo i detrattori, questa legge avvantaggerebbe chi fa lavori manageriali e poco usuranti, lasciando gli altri in difficoltà. Oggi il capo della Cgt Laurent Berger ha chiesto al governo di “mettere in pausa” la riforma per placare gli animi. Intanto per martedì 28 è stata annunciata una nuova mobilitazione nazionale, tra i motivi del rinvio del viaggio di Carlo d’Inghilterra.

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