NEWS:

Salvini a Palermo per il processo Open Arms. Il fondatore Camps: “Alcune vite contano più di altre”

L'ex ministro dell'Interno, e attuale ministro dei Trasporti, è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio

Pubblicato:24-03-2023 10:43
Ultimo aggiornamento:24-03-2023 20:16
Autore:

matteo-salvini-open-arms
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è arrivato all’Ucciardone. Oggi a Palermo è prevista infatti una nuova udienza del processo a carico dell’attuale ministro dei Trasporti, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio a Palermo. Era il 2019 e l’allora ministro dell’Interno, per oltre venti giorni, non permise alla nave ong di attraccare in porto. A bordo c’erano 165 naufraghi.

“Qui Palermo, nell’aula bunker, in attesa che inizi l’udienza per il processo Open Arms. Da stamattina mi sto occupando di alcuni dossier come emergenza siccità, decreto ponte, Codice dei contratti, nuovo Codice della strada, sblocco di cantieri in tutta Italia. Vi aggiorno”, ha scritto questa mattina su twitter Salvini.

ANCHE OSCAR CAMPS ALL’UCCIARDONE PER IL PROCESSO OPEN ARMS

“Siamo di fronte all’aula bunker, è da un anno e mezzo che ascoltiamo le testimonianze e che notiamo il disprezzo con cui si parla della vita umana. Alcuni testimoni hanno fatto discorsi molto tecnici che sono del tutto fuori luogo. Stiamo parlando di persone, di esseri umani”, ha dichiarato il fondatore della ong Open Arms, Oscar Camps, prima di entrare nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo.


“Si è parlato tanto – ricorda Camps, chiamato oggi a deporre in aula – di quando una barca è in distress o di quando non lo è, quando in realtà stiamo parlando di situazioni drammatiche a bordo, molto dure. Donne violentate reiteratamente, ragazzine violentate reiteratamente, ragazzini che viaggiano soli, adulti torturati, violentati, detenuti per anni senza che avessero commesso alcun reato. E si omette di parlare di tutto questo e si preferisce discutere se queste barche avessero o meno bisogno di essere soccorse. Stiamo parlando di barche di 7 metri, con donne incinte, bimbi di pochi mesi, da giorni alla deriva, senza acqua né cibo, costretti a espletare i bisogni nella barca, disidratati, denutriti, che hanno bisogno di assistenza immediata, non solo di essere soccorsi, ma di essere curati immediatamente. E tutto questo non lo consideriamo, lo neghiamo, perché – conclude – la verità è che ci sono vite che contano di più e vite che contano di meno e che possono essere abbandonate in mare“.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it