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Scomparsa di Michele Cilli a Barletta: Borraccino si professa innocente, Sarcina non risponde al gip

Il 34enne è finito in carcere assieme a Dario Sarcina nell'ambito delle indagini sulla scomparsa del 24enne di cui si sono perse le tracce nella notte tra il 15 e il 16 gennaio scorso

Pubblicato:24-03-2022 12:29
Ultimo aggiornamento:24-03-2022 15:01
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giustizia
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BARI – “Il mio cliente si è professato innocente e si è avvalso della facoltà di non rispondere”. Lo dichiara alla Dire, Nicola Mastropasqua, difensore di Cosimo Damiano Borraccino, il 34enne finito in carcere martedì scorso assieme a Dario Sarcina, nell’ambito delle indagini sulla scomparsa di Michele Cilli, il 24enne di cui si sono perse le tracce nella notte tra il 15 e il 16 gennaio scorso. Nel carcere di Trani c’è stato stamattina l’interrogatorio di garanzia. L’uomo è indagato per soppressione di cadavere.

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“Faremo degli approfondimenti tecnici perché il compendio indiziario si fonda prevalentemente su movimenti desunti da alcune registrazioni e contatti telefonici – aggiunge l’avvocato – il compendio indiziario è prevalentemente di carattere tecnico e va approfondito”. “Il mio cliente è sereno perché si professa innocente e auspichiamo che gli accertamenti che faremo diano una svolta favorevole alla sua posizione”.


 SARCINA SI AVVALE DELLA FACOLTÀ DI NON RISPONDERE

Dario Sarcina, il 34enne che da martedì scorso è in carcere con l’accusa di omicidio volontario e soppressione di cadavere nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa di Michele Cilli, il 24enne di Barletta svanito nel nulla due mesi fa, “si è avvalso della facoltà di non rispondere”. Lo dichiara alla Dire, Francesco Di Marzio, legale difensore dell’uomo dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari, Anna Lucia Altamura che si è tenuto questa mattina in carcere a Trani.

“Abbiamo deciso come collegio difensivo di esaminare tutti gli atti che ci sono stati messi a disposizione, che sono molteplici – aggiunge l’avvocato – compresi quelli di natura tecnica, che richiedono un approfondimento”. Tra questi ci sono anche “foto e filmati da esaminare, non possiamo fermarci alle fotocopie”, aggiunge evidenziando di aver trovato il proprio assistito “tranquillo e con la volontà di dimostrare la sua non colpevolezza”. 

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