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Report del Consiglio Grande e Generale, seduta del 24 marzo – pomeriggio

Pubblicato:24-03-2021 22:21
Ultimo aggiornamento:25-03-2021 10:25

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Malgrado l’ok ricevuto dall’Aula alla procedura d’urgenza, la sessione consiliare termina senza che sia iniziato l’esame dell’articolato del progetto di legge al comma 11 “Modifiche alla Legge 5 dicembre 2014 n.211 – Legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell’informazione”. Nel pomeriggio infatti prosegue il dibattito sul provvedimento che giunge alle repliche. Gli interventi sono infine interrotti per lasciare spazio al discorso di congedo degli Ecc.mi Capitani Reggenti, Alessandro Cardelli e Mirko Dolcini, in occasione dell’ultima
sessione del Consiglio Grande e Generale del loro semestre. E con il messaggio di congedo terminano anche i lavori consiliari. L’esame del Progetto di legge sarà ripreso nella prossima sessione.

Di seguito un estratto del dibattito al comma 11.

Comma 11. Progetto di Legge “Modifiche alla Legge 5 dicembre 2014 n.211 – Legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell’informazione”. Approvata la procedura d’urgenza.


Fernando Bindi, Rf

Il potere della politica, qualunque esso sia, si deve solo preoccupare che sia rispettata in ambito formale e sostanziale la normativa e che sia rispettata – e questo è un problema di tipo deontologico- l’onestà dell’informazione. Uno degli elementi è quello di sganciare completamente dall’autorità politica ogni ruolo che non sia quello di essere parte attiva in caso di violazione di norme del codice. Per il resto noi presenteremo emendamenti e ne discuteremo ma vorrei far capire al Segretario e a chi ha contribuito a confezionare la legge che non devono temere anche le uscite irruenti e trasgressive, l’importante è che non vi siano offese personali, che non si citino falsamente le fonti e, nel caso si facesse, ci siano il codice e gli strumenti per recuperare prontamente la legalità. Il mio auspicio è che questo testo sia aperto. Invito a non blindarvi al testo che avete preparato.

Eva Guidi, Libera

Su questa legge non si è avuto nessun confronto, nonostante più volte abbiamo dimostrato la nostra volontà di essere propositivi e collaborativi, soprattutto in materie come queste. E dopo la richiesta di procedura d’urgenza, la sorpresa ha lasciato il posto all’imbarazzo. Qui l’urgenza viene usata per un Pdl liberticida che oggi con gli emedamenti della maggioranza è stato mitigato, ma mi riferisco al pdl che abbiamo letto in ufficio di Presidenza. E aveva un passaggio incredibile. Perché è vero che ci sono elementi che sono sicuramente degli aggiornamenti, ma non il contenuto dell’articolo 3. Una delle caratteristiche delle democrazie è la liberta di stampa e il rispetto dalle ingerenze del potere politico. Nonostate la presenza già oggi nella legge 2014 di organismi con funzioni specifiche, il Segretario avocava a sé competenze che non gli sarebbero spettate con poteri discrezionali. La prima stesura della legge la valutiamo quindi abbastanza scandalosa. Per fortuna poi è intervenuta la maggioranza che ha stravolto la legge presentata per correggere anche questo intervento che avrebbe fatto fare una brutta figura davanti agli organismi internazionali.

La materia dell’informazione non è di pertinenza di una sola parte politica, dovrebbe essere dibattuta da tutti e non nella fretta, come faremo oggi. Che modo è di pensare che siccome avete fatto un confronto tra voi, allora è tutto a posto adesso? Vi ringrazio per averci risparmiato una brutta figura ma questi interventi lo sapete bene che si fanno con il confronto e avreste dovuto chiedere l’iter normale della legge. Non c’era alcun bisogno di procedere così con la forza dei numeri che in questo caso è pura presunzione, si poteva fare molto di più tutti insieme.

Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete

Il tema dell’informazione è un tema cardine per il Paese democratico, l’informazione a San Marino è stata da sempre legata a questioni di matrice politica. E’ necessario contemperare da un lato la necessità e il dovere di informare e informarsi, dall’altro vanno poste in essere delle regole, come intende fare questa legge, perché il discorso della vicinanza a qualche fazione politica di una fonte informazione è pur legittima, ma nei Paesi è tutelato il pluralismo di più testate che dichiarano la propria appartenenza e a San Marino purtroppo non è cosi. E questo va contro non la libertà di informazione, ma contro la trasparenza. L’informazione deve essere sì libera, ma anche trasparente.

Marica Montemaggi, Libera

Non deve passare il messaggio che non siamo per l’emendamento della trasparenza. Queste indicazioni erano già presenti nella legge attuale, ma se servono per specificare meglio, benissimo, andiamo a rivederla. Ma l’urgenza mostra una fretta che è difficile da capire. E’ importante fare tutti i passaggi legislativi, è rischioso compiere un unico passaggio, soprattutto in un parlamento a camera unica come il nostro. Se fosse stato possibile fare approfondimenti necessari, anche in commissione, e avere spunti da chi l’informazione la tratta, avrebbe permesso di fare un lavoro migliore. Anche Libera presenterà emendamenti che andranno nel senso di dire che tutto quello che riguarda l’informazione non deve dipendere dalla politica. Altro aspetto è sicuramente quello della trasparenza e permettere alla Consulta di avere una personalità giuridica che oggi non ha e che si garantisca il diritto all’informazione. E che se ci sono regole devono valere per tutti.

Denise Bronzetti, Npr

Non c’è nulla di scandaloso in chi decide di finanziare un organo di informazione, purchè sia noto e sia garantito al cittadino che si vuole informare di chi è il finanziamento e, di conseguenza, quale sia la linea editoriale che emerge. Ecco cosa si cerca sostanzialmente di garantire negli articoli che ci accingiamo ad esaminare, questo è uno dei punti più importanti di questo iniziale intervento e che abbiamo il dovere di chiarire fino in fondo. Questo è l’apsetto più tutelante su cui ci dobbiamo concentrare.

Guerrino Zanotti, Libera

Mi riconosco in toto nel discorso di Matteo Ciacci. Il Sds Lonfenini ha sbagliato metodo e ha presentato un Pdl che comunque, anche se non liberticida, non portava nulla di nuovo rispetto ai bisogni per una pluralità e libertà di informazione. Tutti quanti hanno sicuramente apprezzato l’intervento del Sds Lonfernini, rispetto la libertà di stampa, in una precedente sessione consiliare, e le sue minacce più o meno velate rivolte a un organo di stampa. A distanza di un giorno è arrivato il pdl della Segreteria all’Informazione. La proposta portata dal Segretario è indegna: rende possibile alla politica mettere mani sulla libertà di informazione e nessuno può negarlo, tant’è che oggi il pdl del Segretario viene stravolto dalla maggioranza.

Vladimiro Selva, Libera

Il Pdl di cui l’opposizione era a conoscenza era quello depositato dalla Segreteria all’Informazine di cui l’articolo 4 riguardava l’entrata in vigore. Zonzini diceva che le nostre critiche erano rivolte proprio all’articolo 4 perché non vogliamo la trasparenza. Tranquillizzo Zonzini, io condivido in pieno la trasparenza. Ogni cittadino giustamente deve conoscere chi produce il giornale che legge e il pluralismo è una ricchezza. Certo però che bisognerebbe fare in modo che chi contribuisce anche con poco, per timore di finire in un elenco pubblico poi preferisca non contribuire più. Quindi bisognerebbe fare in modo che ci sia un ‘tetto’ sulla pubblicazione dei piccoli finanziatori.

Lorenzo Bugli, Pdcs
Un plauso a questo pdl che dà in questa fase operatività e trasparenza al settore.

Luca Boschi, Libera

A qualcuno ha dato fastidio qualche voce critica sull’operato del governo e tra questi il Sds Lonfernini che il mese scorso è venuto in Aula per fare la sua filippica contro una testata. E non solo in Aula, sembra anche con il Garante che è sato convocato con all’ordine del giorno solo quel tema. E di pancia il Segretario ha fatto uscire quel provvedimento. Ci ha messo la firma e la faccia. Poi evidentemente in maggioranza si è barattata l’approvazione della legge con la procedura d’urgenza con un cambiamento radicale del provvedimento. Tant’è che noi oggi andremo anche a dare il nostro consenso ad alcuni emendamenti della maggioranza. Questa è la storia vera della legge.

Matteo Rossi, Npr

Nonostante i temi legati alla pandemia siano prioritari, e non mi pare si stia facendo poco a riguardo, non possiamo dimenticarci delle tematiche fondamentali per uno Stato democratico. E’ opportuno quindi parlare di questo tema, a me caro, avendo lavorato alla prima stesura della legge su cui si interviene. Anche a San Marino è importante garantire informazione, già nel 2014 dicemmo che la legge sarebbe stata da rivedere perché il mondo dei media galoppa. Per cui si è messo mano al progetto, il Sds Lonfernini ci ha parlato della volontà di portare una legge completa migliorativa. Ai tempi facemmo passaggi epocali sull’informazione, cercando di mettere ordine ad un ginepraio, malgrado i timori di interferenze della politica, interferenze che poi, in tutti questi anni, non ho visto.
Il problema è la trasparenza, più che le ‘fake news’. Non contesto quello che un blog o una testata voglia scrivere, tutti possono esprimersi. Ma dal lato di chi legge c’è il sacrosanto diritto di sapere perchè una testata ha una linea editoriale piuttosto che un’altra, perchè fa certi titoli, chi lo finanzia.

Faccio appello ai colleghi di opposiziome, ci sarà il momento del confronto. Non vogliamo mettere il bavaglio ma sapere perché certi gruppi economici finanziano certe testate. Poi abbiamo rafforzato i presidi, ovvero chi deve vigilare sul settore, e metteremo dei paletti tali per cui chi fa informazione sia tenuto ad essere il più trasparente possibile, do tutto il mio apprezzamento a questo lavoro.

Andrea Zafferani, Rf

La parte più problematica del Pdl era l’articolo 3, avevo trovato pericoloso il fatto che una Segreteria di Stato potesse arrogarsi il diritto di definire una testata di informazione. Non era democraticamente accettabile ed è incredibile che fosse portato in procedura d’urgenza. La maggioranza qui è intervenuta bene, riportando sotto il controllo dell’Autorità garante dell’informazione, su base volontaria, la possibilità di essere certificati come testata giornalistica. Ma non si può non sottolineare l’aspetto politico dell’intervento della Segreteria di Stato su cui poi è stata messa la pezza.

Andrea Belluzzi, Sds per la Cultura e l’Istruzione

Do merito al Segretario di Stato Lonfernini di aver sollevato il tema dell’editoria. Oggi fare informazione è diritto e dovere. E non si parla poi tanto di resposnabilità in chi fa informazione. Do merito al Segretario di aver iniziato a parlare di responsabilità, nessuno qui mette in discussione la libertà di informazione. E’ arrivato il momento di capire dove arrivano i finanziamenti delle testate. È onorevole finanziare un organo di stampa, ma deve essere reso pubblico. E’ interesse di tutti.

Carlotta Andruccioli, Dml

Condividiamo la necessità di andare a colmare lacune normative dell’informazione attraverso un lavoro approfondito di riforma in cui la politica dovrà essere coinvolta. La lotta alle fake news e alla disinformazione è una priorità sentita da quest’Aula. Questo Pdl che andiamo a discutere oggi è un intervento più mirato rispetto alla riforma, fatto per sopperire alcune lacune che non permettono di applicare pienamente la legge del 2014. Comprendo le preoccupazioni di chi avrebbe voluto essere coinvolto su questi temi, per questo auspico massima condivisione per i successivi step. C’è stata condivisione in maggioranza per migliorare l’intervento. Accolgo con favore la volontà di regolamentare le figure dei professionisti e l’attività della testata nell’articolo 1, mentre l’articolo 6 regola meglio le attività del Garante, sull’articolo 3 abbiamo ritenuto di fare approfondimenti per eliminare l’ingerenza da parte della politica e su cui presenteremo emendamenti. Chiaro non può essere la Segreteria di Stato a classificare una pubblicazione come testata giornalistica o testata giornalisica on line. Anche io ritengo ci siano interventi più urgenti, ma alla luce del confronto abbiamo accolto l’urgenza.

Maria Catia Savoretti, Rf

La maggioranza è corsa ai ripari per gli errori della prima versione della legge, la tempestività ha portato un certo malumore chiaramente. Avremmo potuto valutare questa legge in maniera più ponderata ascoltando anche gli operatori del settore. Certi articoli, così come sono stati presentati, gridano vendetta. Anche l’articolo 1 ha una dicitura che può penalizzare le testate nazionali italiane o internazionali che non trattano in prevalenza notizie locali. Ok alla personalità giuridica per l’Autorità garante, si sarebbe però dovuto intervenire in modo analogo anche sulla Consulta e noi presenteremo un emendamento per questo. Un altro nostro emendamento è sull’aumento del numero dei membri dell’Authorità, da 5 a 6 membri, per non avere la maggioranza di rappresentanti di nomina politica. Poi la nomina del presidente dell’Autorità garante non dovrebbe essere del Segretario all’Informazione, ma dovrebbe avvenire all’interno della stessa Autorità.

Giuseppe Maria morganti, Libera

Siamo disponibili a leggere il provvedimento e ad appoggianre anche parti sostanziali. Abbiamo presentato emendamenti, uno in particolare per fare un’ulteriore passo nell’allontare la politica da possibili ingerenze.

Rilevo che sarebbe stato più urgente affrontare oggi un pdl all’ordine del giorno importante come quello sugli affidi, su cui c’era accordo di tutti i gruppi politici, ma si è preferito procedere alla legge sull’editoria.

Francesco Mussoni, Pdcs

Il segretario Lonfernini ha seguito i lavori del redigere il provvedimento, ha convocato la maggioranza e i gruppi, ricevuto gli emendamenti, ha incontrato la Consulta per l’informazione e ha prodotto una serie di emendamenti condivisi atti a correggere la legge già in vigore dal 2014. Diciamo che l’opposizione ha invece cercato di strumentalizzare questo tema, il Segretario con delega all’Informazioe ha fatto suo dovere e così la maggioranza. Oggi avere un’Autorità dell’informazione che non ha strumenti per operare e non ha dati sui bilanci e le proprietà degli organi di informazione è un problema, in particolare in un momento come questo in cui le fake news regnano sovrane. Noi qui facciamo non un dibattito sull’informazione, ma sulle autorità che regolano il settore dell’informazione. Tutto sommato mi sembra di comprendere che sui contenuti ci siano molte condivisioni.

Sds Teodoro Lonfernini, replica

Ho avuto l’impressione che alcuni intervenuti dell’opposizione non abbiano letto con attenzione né del problema sollevato a novembre scorso, né la delibera dello scorso febbraio, né il testo portato in ufficio di Presidenza per richiedere la procedura d’urgenza, né parte degli emendamenti presentati successivamente, né gli ultimi arrivati. C’era evidentemente più interesse nel dibattito a sollevare il lavoro compiuto con la maggioranza, strumentalizzando con malizia politica che non ha nulla a che fare con interventi pragmatici come quelli presentati.

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