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Cartabia attivi un Piano straordinario per i bambini. Dopo pensiamo ai detenuti

La Cassazione smonta quello che continua a dettare legge nelle aule giudiziarie: il rincorrersi di ricche perizie basate sull'alienazione parentale, smentita da tutte le autorità sanitarie e adesso anche dalla giustizia

Pubblicato:24-03-2021 10:25
Ultimo aggiornamento:24-03-2021 10:25
Autore:

marta cartabia
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ROMA – La Procura generale presso la Corte di Cassazione ha smontato la teoria, in voga nei Tribunali italiani, dell’alienazione parentale, la scure che consente una serie di azioni manu militari sui minori che nel nostro Paese sfidano e contravvengono a tutte le carte internazionali sui diritti dei fanciulli: dal prelievo coatto, alla custodia nelle case famiglia, a percorsi psico-psichiatrici di reset, all’affido con il genitore, quasi sempre il padre, che magari ha pendenti procedimenti giudiziari per maltrattamenti. Protagonista di questa operazione di ‘svelamento’ la procuratrice generale Francesca Ceroni, già giudice del Tribunale dei minori di Firenze e ora in servizio al Palazzaccio di Roma, sul caso di un bambino che aveva denunciato la violenza del padre ed era stato collocato in casa famiglia dopo le denunce di violenza presentate dalla madre. Il vocabolario delle perizie, regine delle aule giudiziarie, è sempre lo stesso: si parla di mamme simbiotiche, adesive, di conflitto di lealtà, a volte di mamme Pollyanniche. Fanno eco le relazioni dei servizi sociali. La Cassazione smonta quello che continua a dettare legge nelle aule giudiziarie. I giudici lo sanno? Anzi che faranno? E gli psicologi cosa scriveranno nelle loro ‘sentenze cliniche’? Perchè sono loro a suggerire alla Corte queste pratiche, consegnando i bambini al genitore del quale hanno paura, allontanandoli con forza dalle madri procurando traumi, paure, spiegazioni non funzionali di quell’assenza, di quell’asportazione che ora ha anche un nome: la parentectomia. ‘Ricche’ perizie in cui viene scomodata la gloriosa bibliografia dell’alienazione parentale, smentita da tutte le autorità sanitarie e ora anche dalla giustizia.

La Garante dell’Infanzia nazionale, Carla Garlatti, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, hanno un elemento in più, l’ennesimo se servisse, per lanciare un piano straordinario ispettivo nei nostri Tribunali. I detenuti, cara ministra, i loro diritti, la pena rieducativa, e tutto quel corollario legittimo di diritti umani vengono dopo. Prima occupiamoci degli innocenti, quelli che in ‘carcere’ ci finiscono bambini, in tenera età con infanzie saccheggiate e torturate, per colpa degli adulti, dei genitori indegni e delle mani ‘armate’ di questo scempio.


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