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Coronavirus, Cdm approva nuovo decreto. Conte: “Restrizioni fino al 31 luglio? Falso, ne usciremo molto prima”

"Previste multe fino a 3.000 euro per chi infrange le regole, no alla militarizzazione dei centri abitati"

Pubblicato:24-03-2020 18:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:01
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ROMA – “Da stamattina assisto all’indebita diffusione di una bozza gia’ superata, non tenete affatto conto della bozza pubblicata. Vorrei precisare che si e’ creato dibattito sull’emergenza prorogata fino al 31 luglio. Nulla di vero, assolutamente no“. Lo dice il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato il nuovo decreto sull’emergenza Covid-19.

“Siamo pronti in qualsiasi momento- aggiunge- e ci auguriamo prestissimo di poter allentare la morsa di queste limitazioni. Siamo confidenti e fiduciosi che ben prima di quella scadenza del 31 luglio fissata all’inizio dell’emergenza si possa tornare alle nostre abitudini di vita, a un migliore stile di vita, perche’ questa prova che stiamo affrontando ci rendera’ migliori”. 

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“Alla sanzione attualmente prevista- puntualizza Conte- si sostituisce la sanzione pecuniaria: la multa va da 400 euro a 3mila euro e che può essere aumentata di un terzo nel caso in cui l’infrazione venga compiuta con un mezzo di trasporto”.

“La disciplina di cornice- spiega il premier- ce la riserviamo noi come governo, ma lasciamo la possibilita’ alle regioni di fronte a specifiche situazioni, la possibilita’ di adottare anche misure ulteriori“.

“La stragrande maggioranza dei cittadini- aggiunge Conte- si sta conformando a queste nuove regole che comportano nuove abitudini di vita, questo ci deve rendere orgogliosi, perche’ tutti insieme, con ciascuno che fa la sua parte, possiamo vincere e rialzarci quanto prima“.

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Rispondendo alle domande dei giornalisti, Conte parla dello scontro di questi con le maggiori sigle sindacali: “I sindacati sanno che con loro la porta di palazzo Chigi e’ sempre aperta. Io personalmente lavoro con loro, quasi quotidianamente. Da loro ascolto le sensibilita’, poi la decisione spetta al governo, non possiamo pensare di introdure una concertazione, superata negli anni 90“.

Decidere di chiudere interi comparti di punto in bianco e’ una operazione complicatissima– aggiunge- stiamo facendo degli aggiustamenti, coinvolgendo i sindacati che non sono rimasti soddisfatti di alcune scelte. Mi auguro che non ci siano scioperi di sorta, in questo momento non ce lo possiamo permettere. Confido che questi annunci possano rientrare, questo vale anche per i benzinai”.

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A chi gli chiede se il governo prende in considerazione la possibilità di precettare i lavoratori in caso di sciopere, Conte risponde: “Sono convinto che non arriveremo a questo. Ne sono convinto. Perche’ ho visto nel mondo sindacale un grande senso di responsabilita’”.

“Non ritengo che sara’ necessario ma e’ chiaro che in questo momento dobbiamo presidiare in tutti i modi le attivita’ essenziali di una macchina statale che sta funzionando in maniera rallentata”, aggiunge il premier.

“Per quanto riguarda i rifornitori di carburante- continua Conte- la ministra De Micheli adottera’ una ordinanza che cosentira’ di regolamentare anche l’orario di apertura per assicurare i rifornimenti in tutta la penisola“.

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Su come far rispettare i divieti, Conte specifica: “Stiamo gia’ utilizzando l’esercito, il personale medico militare che si trasferiscono a seconda delle necessita’. Abbiamo gia’ delle pattuglie dell’esercito dell’operazione ‘Strade sicure’ che stiamo riconvertendo per integrare le forze dell’ordine, che stanno facendo un lavoro efficace ed efficiente”.

Poi, sottolinea: “Adesso c’e’ questa multa molto piu’ onerosa, abbiamo tutti gli strumenti. Ben venga l’aiuto dell’esercito, ma la tenuta dell’ordine pubblico non e’ affidata a una militarizzazione dei centri abitati, le forze dell’ordine stanno gia’ adesso svolgendo il controllo dell’ordine pubblico che avviene in modo molto efficace”.

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