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Scout contro il fascismo, a Bologna un parco per le Aquile randagie

BOLOGNA - La storia è una di quelle

Pubblicato:24-03-2016 14:31
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:27

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BOLOGNA – La storia è una di quelle che meriterebbe di essere raccontata in un film (il progetto c’è, in effetti). Intanto, però, a Bologna un parco porterà il loro nome. Si chiamerà parco “Aquile randagie”, per ricordare il gruppo di scout milanesi che si oppose al Fascismo: quando il Duce dichiarò soppresso il movimento, loro continuarono lo stesso a ritrovarsi e a fare attività.

A decidere di intitolare un parco alle Aquile randagie è stato il Comune di Bologna: l’area verde si trova nel quartiere Savena e la cerimonia ci sarà il 9 aprile. Ieri la delibera di giunta che dà il via libera al riconoscimento. La vicenda di questi ragazzi inizia, di fatto, nel 1928 quando il Consiglio dei ministri presieduto da Benito Mussolini, dopo aver fondato l’Opera nazionale Balilla, dichiarò soppresso tutto il movimento scout italiano. Alcuni ragazzi dei gruppi di Milano e Monza, però, si rifiutarono di cessare ogni attività ed entrarono così in clandestinità.


I giovanissimi scout milanesi, tutti tra gli undici e i 17 anni, continuarono a ritrovarsi sotto la guida, tra gli altri, di monsignor Andrea Ghetti, del gruppo Milano 11, detto Baden, e Giulio Cesare Uccellini, capo del Milano 2, che prenderà il nome di Kelly durante la Resistenza. Con la cancellazione dello scoutismo da parte del regime, inizia per questi ragazzi quello che chiamarono, con riferimento alle opere di Kipling, il periodo della giungla silente‘, durante il quale continuarono segretamente le loro attività. Del resto si erano impegnati a durare “un giorno in più del fascismo”.

scout_agesciDopo l’8 settembre, prendendo parte attiva alla Resistenza, ma senza alcun legame con la politica, le Aquile randagie diedero vita all’Oscar, (Organizzazione scout collocamento assistenza ricercati) che si occupò del salvataggio di perseguitati e ricercati senza badare a provenienza, razza o religione, favorendo gli espatri in Svizzera (tra i salvati anche il giornalista Indro Montanelli). A guerra finita, si schierarono contro vendette e rappresaglie, difendendo quelli che fino al giorno prima erano stati i persecutori e occupanti. A Bologna le Aquile randagie sono state anche ospiti nel 2009, invitate dall’Agesci e dal Cngei. “La loro è stata una testimonianza fondamentale”, ha detto ieri l’assessore alla Cultura del Comune di Bologna, Davide Conte, annunciando l’iniziativa dell’amministrazione.

di Vania Vorcelli, giornalista professionista

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