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L’export del Verdicchio cresce il doppio della media italiana

Nel 2014 le esportazioni del bianco fermo più premiato dalle guide italiane hanno registrato una crescita sul 2013 del 2,9%, contro un +1,4% della media nazionale, mentre sono stabili le vendite sul mercato interno".

Pubblicato:24-03-2015 18:26
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:12

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vino viti (700 x 468)ROMA – “Cresce più del doppio della media italiana l’export del Verdicchio, il bianco autoctono marchigiano“. Lo dice un’indagine realizzata da Nomisma Wine Monitor per l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) e presentata oggi a Vinitaly nello stand della regione Marche.

Infatti, “nel 2014 le esportazioni del bianco fermo più premiato dalle guide italiane hanno registrato una crescita sul 2013 del 2,9%, contro un +1,4% della media nazionale, mentre sono stabili le vendite sul mercato interno“.

Nel complesso, gli autoctoni di Matelica e Jesi hanno realizzato lo scorso anno “un fatturato dell’imbottigliato di oltre 37,5mln di euro, con il 52% (19,5mln di euro) del valore proveniente dal mercato interno e il 48% (18mln) riservato all’export, con Stati Uniti (22%), Belgio e Olanda (20%), Germania (17%), sul podio, seguiti da Regno Unito (8%) e Cina (6%)”.


Secondo l’indagine svolta dal responsabile Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini, sugli associati Imt (di 19 doc)- il principale consorzio vinicolo regionale che somma l’82,1% delle esportazioni regionali- “il Verdicchio rappresenta oltre la metà del loro fatturato”.

Per il responsabile Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini, “oltre all’ottima performance all’export, il Verdicchio ha buone opportunità anche sul mercato nazionale. Infatti tra gli user di verdicchio in Italia, sono prevalenti quelli con consumo abituale (almeno 2-3 volte a settimana), pari al 68% e le altre leve di espansione del Verdicchio sono il bio e la comunicazione. Il 70% dei consumatori di Verdicchio, infatti, è interessato a provare vino bio, così a conoscere l’identità del vino: dai luoghi dove è prodotto a come è fatto, rappresentando al contempo una potenziale leva per lo sviluppo dell’enoturismo”, conclude il responsabile Wine Monitor di Nomisma.

Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, spiega inoltre che “Negli ultimi 5 anni, a fronte del successo sul mercato, il valore del Verdicchio è cresciuto di circa il 175% a ettolitro. Ma il rischio adesso è che gli ettari coltivati non bastino più, perché siamo sotto scorta. E’ perciò necessario impiantare ulteriori nuovi 100 ettari di vigneti attraverso il bando che la regione emanerà nei prossimi mesi sulla riserva regionale- di circa 150 ettari- finché sarà disponibile e utilizzabile, vale a dire fino al 31 dicembre 2015, altrimenti questo potenziale andrà definitivamente perso”, conclude Mazzoni.

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