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Sanità. Reggio Emilia, le cooperative si ribellano ai tagli in montagna

REGGIO EMILIA -  La montagna reggiana

Pubblicato:24-03-2015 17:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:12

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ospedale (700 x 452)REGGIO EMILIA –  La montagna reggiana prepara le barricate contro la chiusura del reparto di ostetricia all’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ monti. La soppressione della struttura sarebbe infatti prevista come imminente dalle nuove norme del piano sanitario della Regione sui poli di neonatologia che risultano al di sotto dei 500 parti all’anno, giudicati per questo insicuri. Ma contro la scelta di viale Aldo Moro e, a cascata, del direttore dell’Azienda Usl di Reggio Fausto Nicolini, si solleva oggi Giovanni Teneggi, direttore di Confcooperative, già intervenuto a metà del novembre scorso sui rischi gravanti sull’ospedale montano. “Questo è un pezzo di smantellamento della montagna, e le ragioni addotte per la chiusura del reparto di ostetricia sono perlomeno inquietanti”, dice senza giri di parole.

“Le scelte regionali- prosegue Teneggi- danno intanto una prima certezza, e cioè che per chi fa politica la montagna e la vita in Appennino significano soltanto tradizione e memoria, dimenticando temi come la crescita dell’economia, i giovani, le famiglie, i servizi, la sicurezza e una sanità adeguata ad un territorio di per sé svantaggiato”. Infatti “non abbiamo ancora visto nulla a proposito di sviluppo economico e di servizi, ma intanto vediamo il taglio di un reparto ospedaliero che viene chiuso, stando alle motivazioni addotte, per motivi di sicurezza, e non per ragioni economiche”. Una spiegazione che “se non nascondesse un problema riconducibile a tagli di costi- incalza Teneggi- apparirebbe quantomeno allarmante: quante donne, se così fosse, hanno partorito in questi anni nell’insicurezza e quante, da oggi, si rivolgeranno al Sant’Anna?” […].

(Prosegue nel notiziario DIRE in abbonamento)


di Mattia Caiulo

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