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Coraggio pacifisti, ora scendete in piazza a gridare “Russia go home”

Mi auguro che il mio Paese, i miei concittadini, questa volta non ripieghino sul vecchio adagio, molte volte visto e applicato in passato, del "Franza o Spagna purché se magna"

Pubblicato:24-02-2023 20:47
Ultimo aggiornamento:24-02-2023 21:50

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ROMA – E’ passato un anno dall’invasione russa. Un anno di guerra, distruzione e massacri. Centinaia di migliaia di morti, soprattutto giovani soldati ma anche cittadini semplici, uccisi o costretti ad andarsene con i soli abiti, a milioni, in altre città e Stati dopo che missili e cannoni avevano ridotto in polvere le loro abitazioni. Il dittatore russo di trattare, di mettersi a discutere di pace non ha proprio intenzione. Poche ore fa Putin, nei discorsi fatti ai suoi parlamentari e davanti agli 80mila tifosi raccolti allo stadio di Mosca, ha rilanciato le sue idee di conquista, di ritorno alla grande madre Russia che non tollera l’indipendenza dei popoli ai suoi confini, messo in discussione anche trattati che riguardano l’uso degli ordigni nucleari. Nelle strade delle città russe, nelle scuole, la propaganda putiniana non lascia tregua: manifesti che inneggiano alla lotta per la Patria contro i nazisti (e non si vergognano, loro, di far sfilare i militari col passo dell’oca quello sì hitleriano), giannizzeri che in tv minacciano lancio di bombe nucleari, una retorica che riporta i russi a ragionare come fossero di nuovo piombati nel secolo passato. Sicuramente c’è molto consenso attorno al dittatore Putin e alla sua cricca, è sempre stato così nei regimi autoritari, ma è anche vero che c’è tanta paura ed è questa che costringe molte persone a starsene zitti e buoni. Come ha detto Vera, figlia di Anna Politkovskaya la giornalista  uccisa dagli sgherri del regime davanti l’ascensore di casa sua, in Occidente si può manifestare liberamente, protestare contro questo o quel potente e poi si ritorna tranquilli a casa. In Russia se esci a protestare devi mettere in conto che qualcuno possa ucciderti o farti sparire in qualche cella di tortura.

Di nuovo, a livello internazionale, c’è la dura presa di posizione dell’Onu, con la risoluzione votata dalla stragrande maggioranza dei Paesi del mondo, 141 favorevoli, 7 contrari e 32 astenuti, che intimano a Putin di metter fine alla guerra e di ritirarsi dall’Ucraina. Passo importante che, si spera, adesso in ogni angolo del mondo spinga il variegato popolo della pace a muoversi e premere perché si arrivi a quanto deciso in sede Onu. Venendo a casa nostra, con gli ultimi sondaggi che mostrano la maggioranza degli italiani pronti a lavarsene le mani preoccupati per le ripercussioni a livello economico che possono toccare le loro tasche, penso che anche qui il popolo della Pace abbia una grande possibilità, di mobilitarsi lasciando da parte però la tanta ipocrisia che abbiamo visto in molte occasioni. Vero che da tradizione il nostro pacifismo ha una dose alta di anti-americanismo e anti Nato che nel passato, e anche oggi, monopolizza slogan e idee. Sempre colpa dell’Occidente, sempre colpa degli americani e della Nato… alla fine, anche se non lo dicono apertamente, è un modo di ragionare che porta a giustificare i massacri di Putin perché si sta solo difendendo. E non fa niente se quello parlando ai suoi dice che vuol spazzare via l’Occidente, che siamo tutti dei falliti e perversi, il poverino si sta solo difendendo, i cattivi siamo noi. Lo possono dire qui, liberamente e senza conseguenze, e se ne fregano di quanto accade in Russia, dove è vietato e si finisce male solo a dire ‘bah’. Ma accettando anche questo loro modo di ragionare, come ha notato qualcuno, come mai alla fine giustificano Putin che compie le medesime infami azioni degli Occidentali? Perché non scendono in piazza ad urlare “Russia go home”, e non solo “Usa e Nato go home” come fanno ancora adesso?

Guardando al passato, anche durante la guerra in Vietnam si sapeva benissimo che Unione sovietica e Cina armavano la resistenza del popolo vietnamita, perché allora questa veniva di fatto giustificata mentre lo stesso che facciamo noi oggi, dare armi alla resistenza del popolo ucraino, viene considerato immondo, da combattere? E se anche questo popolo di pacifisti a senso unico ritengono giusto l’interesse di Putin ad invadere per difendere il suo Stato, perché invece è da disprezzare l’interesse dei liberi stati europei di battersi per difendere la libertà di un popolo che vuole stare in Europa e non vuole farsi annettere? Gli ucraini stanno difendendo anche la nostra libertà, per questo non vanno abbandonati costi quel che costi. Mi auguro che il mio Paese, i miei concittadini, questa volta non ripieghino sul vecchio adagio, molte volte visto e applicato in passato, del “Franza o Spagna purché se magna”. 


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