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‘As we see it’, su Amazon la serie sui sogni e le sfide di tre giovani autistici

Amicizia, lavoro e relazioni affettive: "Vogliamo essere normali"

Pubblicato:24-02-2022 15:49
Ultimo aggiornamento:24-02-2022 18:06

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ROMA – “Vorrei un lavoro, vorrei un ragazzo, vorrei una ragazza, vorrei uscire, ma soprattutto vorrei essere ‘normale'”. Non è lunga la lista dei sogni dei tre ragazzi autistici protagonisti della nuova serie ‘As we see it’, targata Amazon Prime Studios e ispirata a un precedente format israeliano. Però i loro desideri ci ricordano che anche per sognare ci vuole coraggio, in particolare se si parla di autismo: “Le paure e le ansie sono bestie da domare”.

E alle paure dei tre protagonisti, di dover nascondere la loro sindrome, si sovrappongono quelle dei familiari di doverli rendere autonomi e degli amici che come i tre giovani affrontano le esperienze di vita tipiche dei ventenni: relazioni importanti, amicizie da costruire, lavori con cui mantenersi.

Allora che cos’è davvero la normalità a cui tanto aspirano i personaggi e a cui tanto aspiriamo anche noi? L’essere incapaci di esprimere i sentimenti, il sentirsi giudicati ed esclusi, il fare fatica nelle relazioni interpersonali e nel creare vere amicizie, il bisogno di sentire che qualcuno ci ama per quello che siamo e si prende cura di noi: queste sono cose che, in un modo o nell’altro, abbiamo vissuto tutti.


Quello che rende, però, i ragazzi che hanno una sindrome autistica speciale è la loro immediatezza. Così, in linea con le dinamiche tipiche dello spettro autistico, i protagonisti si relazionano con gli altri personaggi in maniera istintiva, senza alcun filtro, portando a una sovraesposizione dell’interiorità che può toccare davvero profondamente lo spettatore.

Le emozioni, positive o negative che siano, non vengono trattenute e qualsiasi evento tende a essere vissuto in maniera molto intensa. Tutto ciò può suscitare imbarazzo in chi guarda è, d’altra parte, un’interessante possibilità narrativa per mettere in luce sentimenti e aspettative che in altre serie fanno fatica a emergere in maniera esplicita e a essere tematizzate. I personaggi si fanno, dunque, canale delle sensazioni che ci abitano, pagandone anche le conseguenze: esclusione sociale, bullismo, l’essere sempre considerati “strani”; tutte sensazioni che fanno paura a chi fa di tutto per essere considerato “normale”.

In questa serie l’ironia non manca. La capacità così bella delle persone autistiche di soffermarsi sui dettagli è qui usata con maestria per poter creare un fermo immagine su tanti passaggi importanti della vita interiore. E, quindi, che cosa c’è di così speciale nell’essere normale? Di fatto questa serie, nel cercare di dare spazio alla non-normalità delle percezioni esteriori e interiori, ci mostra che “la vita è un ampio spettro di possibilità” attraverso cui cercare di camminare, con tutte le preoccupazioni e le speranze che albergano nel cuore umano. As we see it, insomma, è una serie che getta uno sguardo sulle persone con una sensibilità particolare, ma che aiuta anche noi a eliminare ogni pregiudizio sul mito della “normalità” e che invita a esplorare le grandi paure, ma anche le piccole gioie e le infinite bellezze della vita con uno sguardo tutto nuovo.

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