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Sostenibilità e qualità, ‘lavoro di squadra’ di Asl Viterbo e Roma 4

Le due aziende hanno creato una rete per migliorare la sostenibilità e accrescere la sicurezza delle cure per i pazienti con tumore cerebrale, ma anche per garantire la prossimità delle terapie

Pubblicato:24-02-2021 16:30
Ultimo aggiornamento:24-02-2021 16:43

ospedale belcolle viterbo
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VITERBO – “La vera sostenibilità di un’azienda sanitaria si misura sull’investimento in qualità offerto al cittadino: più il percorso e la cura sono personalizzati, maggiore sarà il risparmio sanitario e la risposta di salute per il paziente”. Queste le parole di Daniela Donetti, direttore generale dell’Asl di Viterbo che da poco più di un mese, insieme all’azienda Roma 4 ha unite le forze per la gestione integrata dei pazienti con tumore cerebrale.

Le due aziende hanno creato una rete interaziendale per migliorare la sostenibilità e accrescere la sicurezza delle cure, ma anche per garantire la prossimità delle terapie ed evitare così che i pazienti debbano cercare specialisti e spostarsi sul territorio per sottoporsi ad interventi e seguire terapie personalizzate. Un progetto che è frutto della volontà delle due direzioni strategiche di Viterbo e Civitavecchia, e che la direttrice Donetti, racconta all’agenzia Dire.

Dottoressa Donetti, lei è stata confermata recentemente alla direzione dell’azienda sanitaria viterbese, può spiegarci come funziona la rete e qual è la genesi del progetto?
“E’ nata per rispondere ai bisogni di salute di un’area più vasta della sola Asl di Viterbo, in particolare per i tumori che riguardano il sistema nervoso centrale, e si basa sulla collaborazione tra professionisti dell’Asl di Viterbo, in particolare dell’ospedale di Belcolle, e la Asl Rm4. Questo tipo di tumori sono molto rari, fortunatamente, ma con questa rete abbiamo costruito una sinergia tra le competenze, le esperienze e le tecnologie dei professionisti che possono occuparsene, e ci siamo ispirati a due principi: la complessità e la prossimità delle cure, che a loro volta rispondono ad un principio ancora superiore, ovvero la sicurezza delle cure. I professionisti di questa rete hanno elaborato e avviato dei percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali in cui il paziente riceve la diagnosi nell’Asl di Civitavecchia e attraverso una valutazione multidimensionale e sistemi di e-health si attiva questo percorso nell’ambito della rete. Il paziente viene poi preso in carica per l’attività di chirurgica nei nostri centri di alta complessità, successivamente verrà seguito con i follow-up sempre nel contesto della nostra rete interaziendale. In sostanza il paziente non viene mai lasciato solo e noi crediamo che questo possa essere un aspetto che mira a dare maggiore qualità alle cure e alla presa in carico, facendo leva sull’innovazione e la condivisione delle competenze e della messa a fattor comune di un’organizzazione flessibile”.


C’è anche un approccio innovativo in questa scelta.
“Certo ed è legato all’approccio multidisciplinare e multiprofessionale che avviene tra due aziende: attraverso i sistemi di teleconsulto e telemedicina possono valutare insieme l’evoluzione del paziente. Questo genera una presa in carico di maggiore qualità ma anche un efficientamento delle attività condotte dai sanitari. Poi c’è anche la flessibilità organizzativa che è un tratto fortemente innovativo”.

Una flessibilità che dispiega la sua forza soprattutto nella capacità di intervenire su vari bisogni di salute del paziente: questi tipi di tumore sono sì rari ma possono colpire anche persone già affette da cancro e svilupparsi in modo metastatico, andando ad ampliare la potenziale platea di persone interessate da un’operazione chirurgica o da terapie specifiche.
“Purtroppo sì, 6 pazienti per 100mila abitanti come tumore primario, diversi invece i numeri come forma di tumore secondario. Proprio per questo la personalizzazione delle cure è meglio implementata all’interno di una rete interaziendale: se due aziende mettono a valore le proprie tecnologie e competenze impediscono la frammentazione dei percorsi, forniscono valore aggiunto, ed è una ricetta vincente. Credo molto in questo modello e stiamo cercando anche di attuare altre reti interaziendali e intra-aziendali perché garantiscono la crescita della qualità e l’efficacia del sistema, sia all’interno che all’esterno dell’azienda. Le aziende sanitarie risparmiano solo se investono tanto in qualità: se personalizziamo la cura al cittadino, sia nel percorso che nella terapia, abbiamo evitato duplicazione di prestazioni e ritorni in visita che accrescono spese non necessarie e indeboliscono la risposta di salute al cittadino”.

RICCIUTI (BELCOLLE): “RETE ASL VITERBO-RM4 FRUTTO PERCORSO ATTENTO

“Questa rete interaziendale è un tassello, frutto di una storia iniziata oltre un anno fa”. È un percorso che è stato costruito meticolosamente, questo della rete interaziendale che ha permesso di operare e seguire pazienti con tumori cerebrali unendo due aziende sanitarie per un’unica presa in carico, la Asl di Viterbo e la Rm 4. A spiegarlo alla Dire è il professore Riccardo Ricciuti, neurochirurgo che sta rendendo possibile tutto questo, insieme agli altri colleghi.

“Le due direzioni strategiche hanno deliberato un percorso diagnostico terapeutico per i pazienti con tumori del sistema nervoso centrale in cui come professionisti siamo coinvolti tutti: il neurochirurgo, l’oncologo, il radiologo, radioterapista, il neurologo, lo specialista di anatomia patologica e di medicina genetica. Ci incontriamo con regolarità per designare una strada per il paziente e nei tre anni che dirigo la neurochirurgia dell’ospedale Belcolle abbiamo lavorato a diversi casi, numeri che sono diventati importanti, e che ci hanno consentito secondo le linee guida Aiom (associazione italiana di oncologia medica) di essere un punto di riferimento per i tumori cerebrali. In virtù di questo, abbiamo migliorato la nostra capacità diagnostica, acquistando nuovi macchinari e ci siamo specializzati negli interventi chirurgici da svegli, per tumori che si trovano nell’area della parola, la cosiddetta “wake”. In questo veniamo anche affiancati anche da psicologi delle neuroscienze che preparano i pazienti a questi interventi e li seguono anche durante l’operazione”.
Come si svolge la presa in carico del paziente, in presenza e anche a distanza, con il progetto di rete interaziendale? “In due modi: andiamo presso l’ospedale San Paolo di Civitavecchia due volte al mese, svolgendo attività di ambulatorio classico, nell’ambito del quale facciamo consulti con i colleghi degli altri reparti che hanno necessità di valutazione neurochirurgica. Con l’endorsement della Regione abbiamo realizzato la valutazione anche in telemedicina, con l’aggiunta di altri due medici che faranno sia reperibilità di notte che la presenza durante il giorno”.

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