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Covid, Bassetti: “Ecco come gestire malati da casa all’ospedale”

Cinque livelli di gravità della malattia: asintomatica, lieve, moderata, grave e critica. Febbre a 38 e 92% di saturazione di ossigeno, valori soglia per classificarla lieve o grave

Pubblicato:24-02-2021 11:58
Ultimo aggiornamento:24-02-2021 13:53

Matteo Bassetti
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GENOVA – Cinque livelli di gravità della malattia: asintomatica, lieve, moderata, grave e critica. Febbre a 38 e 92% di saturazione di ossigeno, valori soglia per classificarla lieve o grave. E, solo in caso di malattia grave, prevedere il ricovero. Sono i punti cardine del documento per l’appropriatezza delle cure dei malati covid, redatto per conto dell’Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, da un gruppo di esperti coordinati dal direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti.

“Un’indicazione di questo tipo mancava- spiega l’infettivologo- e mi auguro che possa aiutare tutti i clinici italiani a uniformare i loro comportamenti”. Le linee guida prevedono che i pazienti con malattia lieve e moderata vengano preferibilmente seguiti a domicilio o in strutture extra-ospedaliere dedicate: dovrebbero disporre di strumenti di misura della saturazione dell’ossigeno, non necessariamente saturimetri, ma anche braccialetti o pulsossimetri digitali.

Bassetti spiega che, “in caso di gestione in ospedale, per un corretto inquadramento del paziente con covid-19 e possibili co-infezioni da virus o batteri, ci sono alcuni esami da fare sia in pronto soccorso che nei reparti degenza: a tutti i pazienti vanno fatti gli esami del sangue standard, emogasanalisi, radiografia del torace o ecografia o tac torace (sulla base dei parametri clinici e biochimici)”. Per quanto riguarda la dimissione a casa, infine, “si richiede un solo tampone negativo fatto dieci giorni dopo l’inizio dei sintomi ed essere asintomatici da almeno tre giorni. Se si è ancora sintomatici, si può essere dimessi se non si ha febbre e se si ha saturazione superiore al 92% da almeno 48 ore, oltre a non essere in ossigenoterapia ed essere autosufficienti nelle attività quotidiane”.


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