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Da Totti a Montesano, ecco il tributo ad Alberto Sordi

ROMA - In occasione del 14esimo anniversario della morte di Alberto Sordi, l'agenzia Dire ha intervistato attori, calciatori

Pubblicato:24-02-2017 15:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:57
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ROMA – In occasione del 14esimo anniversario della morte di Alberto Sordi, l’agenzia Dire ha intervistato attori, calciatori e registi per raccogliere il loro ricordo del grande attore romano. Da Francesco Totti a Carlo Verdone, da Giorgio Gobbi ad Enrico Montesano, da Massimo Wertmuller a Paolo Calabresi, da Lillo e Greg a Pippo Baudo, da Giorgio Panariello a Fabrizio Frizzi, fino a Catherine Spaak e Serena Autieri. Nel video troverete i loro divertenti aneddoti su Albertone.

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FRANCESCO TOTTI: HA FATTO LA STORIA DI ROMA

“Da romano e romanista oggi voglio ricordare un grande personaggio di Roma, Alberto Sordi. Il mio ricordo in questa giornata va a una persona grandissima che ha fatto la storia di Roma in tutto il mondo”. È l’omaggio del capitano dell’AS Roma, Francesco Totti.


CARLO VERDONE: POTESSI, RECITEREI CON LUI NE ‘I VITELLONI’

“Sono tanti i ricordi che mi legano ad Alberto Sordi, alcuni sul lavoro altri nel privato”. A parlare è Carlo, considerato il suo erede artistico, fa un salto indietro nel tempo. “Se avessi una bacchetta magica mi piacerebbe essere catapultato nel 1953 e poter recitare la parte di Franco Interlenghi ne ‘I Vitelloni’ di Fellini. Quel film mi ha formato in tanti aspetti artistici, e mi ha fatto capire la grandezza di Alberto Sordi”. (Leggi qui l’articolo completo)

GIORGIO GOBBI: PER ‘RICCIOTTO’ NON MI VOLEVA, PREFERIVA CALIFANO

“È vero: Alberto Sordi non mi voleva per il ruolo di Ricciotto nel ‘Marchese del Grillo’ perché pensava fossi troppo giovane per interpretarlo. So che tra Sordi e Monicelli ci fu qualche scaramuccia, mentre per Ricciotto si erano fatti i nomi di Franco Califano e Ninetto Davoli, effettivamente più grandi di me di una ventina di anni”. A rivelarlo all’agenzia Dire è l’attore Giorgio Gobbi. (Leggi qui l’articolo completo)

ENRICO MONTESANO: SONO CRESCIUTO A PANE E ALBERTONE

“Sono cresciuto a pane e Alberto Sordi”, tanto che oggi sulla sua scrivania ha ancora una sua foto, nei panni di Onofrio, quel ‘Marchese del Grillo’ che recentemente ha portato a teatro. Enrico Montesano ricorda così Alberto Sordi. “Sulla mia scrivania ho una sua foto vicino alla mia. Albertone è nel nostro cuore. Il mio Marchese del Grillo a teatro? Ho cercato di farlo a modo mio, nel rispetto di un attore che ho amato e che stimo”.

MASSIMO WERTMULLER: È COME BELLI, ROMANITÀ CHE CI FA ONORE

Commosso e appassionato, malinconico ma pieno di ammirazione, “perché io ho avuto una grande fortuna…”. Massimo Wertmuller e il ricordo di Alberto Sordi, come tornare per un attimo al cinema o ritrovarsi sul set di un capolavoro come ‘In nome del popolo sovrano’ dove sotto la regia di Gigi Magni (“Il più grande cantore di Roma”) hanno interpretato l’uno il figlio devoto, l’altro il papà burbero. (Leggi qui l’articolo completo)

PAOLO CALABRESI: QUELLA VOLTA CHE MI CHIAMÒ ‘CICISBEO’…

L’unica volta che ho incontrato Alberto Sordi è stato in occasione di un David di Donatello nel 2002. In quel periodo come un matto facevo trasformismi e quel giorno avevo deciso di essere John Turturro. Mi avevano così fatto sedere vicino a Sordi, che a un certo punto si è girato, mi ha guardato dal basso verso l’alto e ha detto al signore che gli stava accanto: ‘Ma chi è ‘sto cicisbeo?’”. È il ricordo di Paolo Calabresi su Alberto Sordi.

LILLO&GREG: TI RENDE ORGOGLIOSO DI ESSERE ROMANO

“Ti rende orgoglioso di essere romano”, ma è anche “terapeutico, se sei giù di morale ti aiuta”. Lillo e Greg, al secolo Pasquale Petrolo e Claudio Gregori, ricordano così Alberto Sordi. Per Greg Sordi “è protagonista di gran parte della mia infanzia e adolescenza”, mentre per Lillo “Alberto è fondamentale a livello terapeutico: quando sono giù mi aiuta”.

PIPPO BAUDO: ERAVAMO AMICI, PORTAI ANCHE SUA GIACCA IN TINTORIA

“Una volta gli feci fare con Heather Parisi uno sketch su Stanlio ed Olio e si divertì moltissimo. Heather però si appoggiò a lui e gli macchiò la giacca, così Alberto mi disse: ‘Questa è la giacca della mia vita, come faccio?’. Allora io andai in lavanderia e dissi ‘Mi raccomando, recuperate questa giacca perché è di Alberto Sordi e deve tornare come prima’. Fortunatamente ce la feci”. È il ricordo di Pippo Baudo su Alberto Sordi.

GIORGIO PANARIELLO: ERA OLTRE, NON CI SARÀ MAI ALTRO ‘ALBERTONE’

“Se ci sarà mai un altro Alberto Sordi? Mai:  l’ho sempre detto e lo continuerò a dire, credo di trovare d’accordo anche il 90% dei miei colleghi, mentre l’altro 10% secondo me se la tira un po’… Siamo tutti dei grandi caratteristi e sicuramente riusciamo a fare delle belle parti o performance cinematografiche, ma al cospetto di Alberto Sordi saremo sempre solo dei ‘contorni’”. Il ricordo di Giorgio Panariello su Alberto Sordi.

FABRIZIO FRIZZI: DA PICCOLO GLI COMUNICAVO GLI INCASSI DEI SUOI FILM

“Sordi chiamava a casa mia per chiedere degli incassi dei film e spesso ero io a comunicarglieli, perché papà, che era un distributore cinematografico, era di frequente fuori per lavoro. Avevo 10-12 anni e sentivo d’altra parte del telefono ‘Buonasera, sono Sordi, come è andato il film stasera? Ed io emozionatissimo gli rendevo noti tutti i guadagni”. Così Fabrizio Frizzi su Alberto Sordi.

CATHERINE SPAAK: UOMO RISPETTOSO, EDUCATO E TIMIDO

“Con Alberto Sordi ho girato un solo film, ‘Io e Caterina’, ed ho bel ricordo, divertente. Era un uomo molto rispettoso, educatissimo, gentile e timido, anche”. Così Catherine Spaak, interpellata dall’Agenzia Dire su Alberto Sordi. “Si diceva che fosse tirchio, ma non è vero. Nel nostro ambiente spesso ci sono maldicenze”.

SERENA AUTIERI: GRAZIE A LUI HO CONOSCIUTO I ROMANI

“Chi era Alberto Sordi? Roma”. Risponde così l’attrice e cantante Serena Autieri, interpellata su Alberto Sordi. “Quando da Napoli sono arrivata a Roma, ormai venti anni fa, giravo per strada e mi sentivo così piccola in questa città così bella e magica, ricca di storia e di cinema. Volevo capire i romani, conoscerli, e volevo entrare subito in questa atmosfera. Mi capitò così di accendere la tv in casa e di vedere un film di ‘Albertone’. Ho cominciato quindi a comprare tutti i suoi film e solo così ho veramente capito e conosciuto Roma”.

di Carlotta Di Santo e Adriano Gasperetti

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