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Report del Consiglio grande e generale del 23 febbraio

SAN MARINO - Il tema dello sviluppo delle telecomunicazioni nella Repubblica di San Marino occupa i lavori consiliari

Pubblicato:24-02-2017 14:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:56

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SAN MARINO – Il tema dello sviluppo delle telecomunicazioni nella Repubblica di San Marino occupa i lavori consiliari odierni. La seduta si apre con la lettura della corposa relazione del segretario di Stato con delega alle Tlc, Andrea Zafferani, cui segue un lungo dibattito che si conclude con la presentazione di quattro Ordini del giorno: uno della maggioranza e tre delle opposizioni (Pdcs, Psd e Rete-Mdsi). A conclusione del dibattito viene approvato, con 28 voti favorevoli e 21 contrari, l’Odg sottoscritto dalle tre forze di maggioranza, Ssd, Rf e C10. Il testo è il seguente: il Consiglio grande e generale impegna il congresso di Stato affinché

– “proceda sollecitamente nella realizzazione delle 4 stazioni radio base che hanno già ottenuto tutte le autorizzazioni e che sono necessarie per assicurare livelli adeguati di servizio, tenendo presente la necessità di limitare al massimo l’impatto ambientale;

– adotti d’urgenza tutti i provvedimenti necessari al rapido miglioramento della qualità dei servizi radiomobili del Paese anche attraverso la concessione delle frequenze per il 4G agli operatori concessionari, in fase provvisoria, in attesa che si definiscano rapidamente oneri e canoni di concessione del servizio;


– favorisca lo sviluppo del settore della banca ultra larga, impegnando l’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi a presentare, entro aprile 2017, una relazione dettagliata sullo stato del progetto di realizzazione della infrastruttura in fibra ottica, sui costi, in modo che il congresso di Stato possano successivamente individuare d’intesa con Cda dell’Aass, le migliori scelte per consentire una razionale ed efficace utilizzo della stessa in tempi brevi e a proseguire nel percorso intrapreso circa la posa di fibra ottica affinché entro breve termine si possa giungere alla cablatura territoriale al fine di metterla al servizio delle imprese e degli utenti.

Il Consiglio grande e generale invita il congresso di Stato a presentare un progetto di legge per ammodernare l’impianto legislativo in materia, che preveda l’istituzione di un Soggetto neutrale e Regolatore per le Tlc ed affronti le principali tematiche tenendo conto dell’evoluzione intervenuto a livello internazionale; – a dare mandato all’Agenzia per lo Sviluppo digitale di realizzare un sistema di valutazione relativo alle prestazioni della linea internet;

– a tenere aggiornato il Consiglio grande e generale circa le ipotesi di sviluppo del settore e delle decisioni relative;

– a procedere con un’adeguata e capillare informazione della cittadinanza rispetto ai pro e contro dei vari progetti e opzioni esistenti.

Sono invece respinti tutti gli altri Odg proposti dalle forze di minoranza.

Concluso il comma 7 sulle Tlc, l’Aula riprende il dibattito iniziato ieri in seduta notturna sullo stato dei conti pubblici su cui si interrompono i lavori e che riprenderà domani mattina.

Di seguito un estratto degli interventi odierni al Comma 7.Riferimento del governo sullo stato e lo sviluppo delle telecomunicazioni e successivo dibattito.

Andrea Zafferani, segretario di Stato con delega alle Tlc spiega la relazione, di seguito alcuni estratti:

Alcune valutazioni economiche.

Attualmente lo stato ricava introiti applicando una tassa di concessione pari al 4,5% sul volume di affari dichiarato dalle aziende al netto dei costi che le stesse sostengono per prestazioni o servizi erogati da altre aziende dello stesso settore per esempio se una azienda utilizza la rete di un’altra corrispondendole un diritto, oppure p.es. spese di interconnessione, uso o affitto di linee, acquisto di quote di numerazione ecc. questo sarà detratto dal proprio volume tassabile. Lo stesso criterio di calcolo si applica alla telefonia mobile con la differenza che nel caso della telefonia fissa i dati sono già più affidabili anche perché ormai buona parte del volume di spesa di San Marino, nel caso della telefonia fissa + traffico in rete, è riconducibile a TISM ed in piccola parte a TELENET, entrambe di diritto sammarinese, mentre per quanto riguarda la telefonia mobile praticamente è tutto riconducibile a TI o sue società partecipate. Il problema riguardo la telefonia mobile è che il grosso del volume è probabilmente fatto da TIM che è una azienda italiana e l’imposta del 4,5% sul introito viene calcolata su valori dichiarati dallo stesso concessionario. Questo metodo sembra aver mostrato molti limiti negli anni scorsi, proprio per il fatto che non è possibile controllare gli imponibili dichiarati, questo avrebbe fatto suggerire all’Ufficio Telecomunicazioni di applicare una tariffa fissa annuale per la concessione delle frequenze, nell’allegato si possono verificare le loro riflessioni ed ipotesi.

In sintesi il ragionamento è il seguente: si constata che il gettito a fronte dell’applicazione del 4.5% come imposta di concessione sta via via diminuendo, vuoi per reali cali di fatturato o vuoi per nostra impossibilità a controllare la veridicità degli importi dichiarati, stante questa situazione potrebbe essere vantaggioso per lo Stato applicare una imposta forfettaria annuale sull’uso delle frequenze. In base alle loro ipotesi risulterebbe che prendendo in considerazione TIM, con le attuali frequenze e quelle richieste, il costo ora determinato sarebbe: 184.000,00 EURO/ANNO. Naturalmente questa cifra è da contrattare con le controparti ma è molto simile a quanto pagato da TI per l’anno 2015, vedi tabella sopra. Questo naturalmente andrebbe applicato a tutti gli operatori che intendessero operare a San Marino nel settore della telefonia mobile, sempre che intendano acquistare lo stesso numero di frequenze di TI. Oltre a questo sempre osservando la tabella si avrebbero gli introiti dovuti alla rete fissa ed infine gli introiti ricavabili dall’affitto dei siti delle stazioni radiobase. Quindi ricapitolando

1. Imposta sulla concessione all’uso delle frequenze (tariffa annuale fissa per fascia di frequenza)

2. Imposta sulla concessione all’uso delle reti (4,5% sul fatturato netto dichiarato)

3. Imposta sull’affitto dei siti radiobase (stimato 15 mila euro a sito)

Questo è quanto si può stimare di realizzare al momento, ovviamente si potrebbe pensare anche ad altre formulazioni al fine di ottenere maggiori vantaggi per lo Stato. Secondo i tecnici dell’ufficio Telecomunicazioni che hanno seguito le trattative con gli operatori esisterebbe un rischio di sovra tassazione per quanto riguarda la voce A, soprattutto per gli operatori minori. Si potrebbe ragionare sull’utilizzo incrementale della modalità di tassazione A e B: in sostanza, fermo restando una tassazione di base, dovuta da tutti, legata alla concessione all’uso delle frequenze, qualora l’importo del 4,5% del fatturato dichiarato risultasse superiore a tale cifra, verrebbe applicato questo ammontare allo specifico operatore.

Il Progetto Polab
Qui di seguito si trova una spiegazione di quanto è stato fatto e di cosa si tratti. Al momento si tratta dell’unico vero e concreto studio di pianificazione della copertura del territorio che abbiamo disponibile

Verifica e scelta dei siti opzionali per SRB operata dal Gruppo di Lavoro

Nella stesura del piano per l’individuazione dei nuovi siti e delle eventuali delocalizzazioni, la società Polab ha analizzato anche ipotesi alternative di localizzazione degli impianti, al fine di proporre una soluzione finale che tenda a minimizzare l’impatto ambientale, pur mantenendo il rispetto delle esigenze di copertura.

A partire dalla proposta complessiva, il Gruppo di lavoro ha verificato la fattibilità del progetto e valutato le proposte alternative, operando la scelta delle soluzioni più confacenti all’Amministrazione Pubblica.

  • ▪  Ipotesi di localizzazione n. 2: ai fini della scelta si è propeso per il sito “Impianti sportivi via Ventotto Luglio” in quanto su terreno di proprietà dell’Ecc.ma Camera.
  • ▪  Ipotesi di localizzazione n. 3: ai fini della scelta si è propeso per il sito “Area capannone AASLP” in quanto su terreno di proprietà dell’Ecc.ma Camera.
  • ▪  Ipotesi di localizzazione n. 4: ai fini della scelta si è propeso per il sito “Parcheggio via Fabrizio da Montebello” in quanto, rispetto alle altre soluzioni, più distante dal polo scolastico di Acquaviva.
  • ▪  Ipotesi di localizzazione n. 7: ai fini della scelta si è propeso per il sito “Parcheggio strada Rovereta” in quanto, rispetto all’altra soluzione, più distante dalla zona residenziale e dalle sedi scolastiche.
  • ▪  Ipotesi di localizzazione n. 8: ai fini della scelta si è propeso per il sito “Cimitero strada Forco” in quanto, rispetto all’altra soluzione, più distante dalla zona residenziale e migliore ai fini della sicurezza stradale.
  • Ipotesi di localizzazione n. 14 e 15: ai fini della scelta si è propeso per il sito “Strada Monte Olivo 2” in quanto vicino ad una cabina tecnologica già esistente.

Proposta per la costruzione e la gestione dei siti per SRB

I siti per SBR saranno essenzialmente costituiti da una soletta in calcestruzzo armato e da un palo flangiato alto circa 36 mt sul quale ci sarà la possibilità di ospitare gli apparati radioelettrici di massimo tre operatori. Per palo flangiato si intende un palo troncoconico composto da diversi settori impilabili uno sull’altro e collegati tra di loro accoppiando delle flange Il costo di massima di ciascun sito era inizialmente stimato in € 50÷60 mila, ad oggi per via delle necessarie misure antisismiche dei siti stessi il costo stimato è passato a € 100.0002. Trattandosi di infrastrutture strategiche, devono essere resistenti ad ogni condizione atmosferica e soprattutto ai terremoti, perchè è proprio durante un terremoto che tali comunicazioni devono essere assicurate: questo, ad esempio, fa capire perchè si è scelto di non costruire queste infrastrutture su edifici privati, che difficilmente avrebbero potuto garantire questa sicurezza dal punto di vista sismico in caso di un evento di portata importante.

L’altezza dei pali, per dare un riferimento fisico, è analoga a quella dei pali da illuminazione presenti nel parcheggio antistante il Multieventi di Serravalle ma di diametro maggiore per necessità meccaniche, questa altezza assicura una distanza di assoluta sicurezza anche agli eventuali insediamenti abitativi posti nelle prospicienze dei pannelli radianti, questo perchè i lobi radianti delle antenne, usando un paragone hanno una forma ad ombrello e, per farci capire, spazzano una area come farebbe la luce di un faro pertanto quanto è più in alto il fascio luminoso” e minore è la probabilità di investire abitazioni o centri abitati, questa è una delle ragioni, anche se non è la sola, per cui si sceglie di irradiare dall’alto. Inoltre l’altezza è determinata dall’esigenza di tenere il centro elettrico il più lontano possibile dagli insediamenti abitativi, se si considera che essendo pali per la multiutenza (3 operatori) e che ad ogni operatore è riservato uno spazio di circa tre metri, si capirà che almeno 9 metri + una fascia di servizio per eventuali esigenze della Pubblica Amministrazione di oltre un metro ci indicano che il centro elettrico partirà da 24 metri di altezza, assicurando così una eccellente fascia di sicurezza.

Tali siti, previsti su terreni dell’Ecc.ma Camera, potrebbero essere realizzati e gestiti dall’Azienda di Stato proprietaria dell’infrastruttura della rete in fibra ottica. Questa sarebbe la soluzione ideale ai fini dello sviluppo della tecnologia LTE, che utilizzerà i collegamenti in fibra ottica per lo scambio dei dati fra le SRB.

Va detto altresì che la gestione pubblica dei siti potrebbe consentire ad altri operatori di telefonia di fornire il migliore servizio a parità di condizioni, in un regime di libera concorrenza.
A questo proposito andrebbe sottolineato che rispetto alla prima fase della progettazione in cui si era individuato, quasi per elezione, in AASS il depositario naturale della realizzazione e gestione della rete di accesso, in un secondo momento si è scelto di utilizzare l’AASLP che avrebbe allo stato attuale l’incarico di costruire i primi 4 siti mentre nulla è stato deciso per quanto riguarda la gestione.
Ci è stato riferito che il dirottamento da AASS verso AASLP fu dovuto ad una volontà di AASS la quale poneva come condizione necessaria alla costruzione dei siti la preesistenza di futuri contratti di utilizzo da parte dei concessionari. In sostanza l
AASS era disposta a costruire solo dal momento in cui fosse assicurato che poi le strutture sarebbero state occupate. Questo vincolo, che avrebbe comportato ulteriori ritardi, fece decidere per l’opzione AASLP. Questa decisione ha, da un lato snellito la procedura ma da l’altro ha immesso due, ulteriori criticità:

  • Una di ordine finanziario
    o AASS disporrebbe della capacita di affrontare i costi dell’impresa in autonomia, mentre AASLP dipende da risorse accessibili attraverso la Segreteria al Territorio, ricordiamo che per l’esecuzione del primo lotto dei siti previsti dal progetto Polab sarebbero necessari circa 800 mila euro mentre al momento sarebbero stati stanziati solo 220 mila;
  • Una di ordine gestionale

Questo aspetto probabilmente è stato approfondito in maniera insufficiente fino ad oggi, nel senso che si è data grande importanza alla parte relativa alla costruzione e gestione, all’ ”hardware”, ai mezzi fisici dei siti (costruzione piattaforme in CA, pali, shelters ecc) in gergo la cosiddetta BTS, trascurando l’aspetto “software”. Si è pensato che il fatto di lasciare l’incombenza della gestione degli impianti di ricetrasmissione agli operatori avrebbe semplificato il tutto, in realtà resta tutta quella parte della gestione della rete di accesso che tecnicamente viene definita “BACKHAULING” che per semplificare costituisce l’insieme di collegamenti fisici attivi e passivi che stanno tra le antenne e il cosiddetto MSC (Mobile Switching Center) che sempre per semplificare è la centrale di smistamento tra le BTS ed il resto della rete. Quindi per intenderci tutto quello che potrebbe stare tra la BTS (la stazione radio base, il palo, con antenne ed elettronica per il suo funzionamento) e la centrale di smistamento (switching) è una parte fondamentale dell’architettura della rete e di questa parte così importante non si è ancora deciso chi se ne debba occupare. Il problema è che se anche affidassimo ad AASS questa porzione dellinfrastruttura, potrebbero non esserci le necessarie competenze e quindi potrebbe essere necessario avvalersi di un partner tecnologico. In alternativa, qualora non fosse possibile una gestione da parte di AASS di questa parte dell’infrastruttura, si dovrà decidere se fornire ai concessionari i soli siti intesi come opere di ingegneria civile o poco più e loro occuparsi anche del backhauling oppure indire una gara d’appalto per la gestione del backhauling e lo si deve fare abbastanza in fretta, perché i tempi per la consegna dei primi 4 siti è prevista per fine estate 2017, quindi si avrebbero a disposizione si e no 2/3 mesi per decidere considerando che per avviare e portare a termine un Appalto occorrono mediamente 3 mesi. Come si vede anche questo potrebbe rivelarsi un ulteriore elemento critico nella catena decisionale, uno di quelli che andrà sicuramente approfondito in tempi molto brevi col nuovo Cda dell’AASS.

Stato dell’arte del progetto
Il progetto è diviso in tre lotti di cui un primo di 8 siti in buono stato di avanzamento, un secondo di 7 siti ancora da approvare ed un terzo ed ultimo di 7 che dovrebbe utilizzare i siti preesistenti attualmente in uso da TI . Il primo dei tre lotti è stato già tutto approvato dal CdS e di questo lotto, 4 siti sono già stati deliberati e due anche finanziati (e per i successivi due le risorse sono comunque disponibili). Di questi 4 sono già state attivate le procedure per gli appalti per i primi due siti Rovereta e Fiorina. I tempi previsti sono circa 6 mesi per la consegna del primo gruppo di 4 siti.
Come già accennato esistono ancora alcune riserve sulla collocazione di alcuni siti, in modo particolare quello ritenuto più critico risulta essere Borgo Maggiore da un punto di vista paesaggistico. Attualmente la localizzazione prevista dovrebbe essere in zona Borgo Alta sulle coste del Monte. Durante l’elaborazione del progetto pensando alla soluzione del “rebus” Borgo Maggiore, è stata preso in considerazione l’utilizzo di una rete stratificata che preveda la presenza di una parte in macrocelle ed una parte in microcelle. Il problema riguardo il sito di Borgo è di natura paesaggistica in quanto le due collocazioni previste dal progetto originale erano una in via Ordelaffi (sotto ex International) oppure nella parte alta a ridosso delle pendici ed in entrambi i casi ci sarebbe un considerevole impatto estetico per un sito Patrimonio Unesco.
Oltre a questo ci sono altri siti che rispetto alle individuazioni iniziali hanno subito lievi spostamenti ed alcuni altri che sono ancora sub judice da parte della commissione monumenti e questo relativamente al primo lotto. Il secondo lotto è ancora tutto da approvare, mentre il terzo ed ultimo riguarda i siti attualmente utilizzati da TI.
Dato che alcuni dei 7 siti del 3° lotto si trovano in zone urbane e/o densamente abitate. Le strutture che rimpiazzeranno l’esistente, se devono essere multioperatore dovranno per forza essere spostate da dove si trovano attualmente oppure eliminate.
In base a questo ragionamento con l’Ufficio Progettazione si è concluso che 4 dei siti del 3° lotto potrebbero essere facilmente eliminati.

Rete multistrato (Microcelle)

Per quanto riguarda l’uso di microcelle, o come si sente dire di “Rete multistrato” andrebbero fatte alcune doverose precisazioni.
Per onore della cronaca, la precedente segreteria Belluzzi, a metà dell’estate scorsa, ha paventato la possibilità di prendere in esame una cosiddetta “Rete multistrato”, dando incarico ad AASS di produrre uno studio entro 60 giorni, ma non ci sono notizie sull’esito di questo studio. Sempre ad onor di cronaca, anche Polab aveva già contemplato l’uso di questa
configurazione di rete (stratificata) in modo particolare per quei siti che presentano caratteristiche morfologiche o di interesse culturale architettonico peculiare, nella fattispecie l’area patrimonio Unesco.
Per rete multistrato si intende una rete composta da diverse tipologie di “celle”: Macro, Micro, Pico e Femto che operino in modalità complementare anche sulla medesima area di copertura Con questi suffissi si intende la dimensione fisica delle celle stesse o più propriamente l’area di operatività delle stesse.

Per Macrocelle si intendono quelle originate dalle ordinarie BTS, per capirci i siti del progetto Polab, grandi strutture con installati pannelli antenna radianti e la loro elettronica, in grado di coprire grandi superfici di territorio con importanti potenze operative mentre per Micro, Pico ecc… si intendono dispositivi di piccole o piccolissime dimensioni spesso inglobati in strutture pubbliche o private costituenti l’arredo urbano o gli edifici urbani. Quindi si parla di una moltitudine di POP (point of presence) che rappresentato la rete di accesso (RAN) che hanno una area di intervento limitata a poche decine o centinaia di metri a seconda del tipo di cella.

Una caratteristica vantaggiosa di questo tipo di celle è quella di avere basse emissioni elettromagnetiche a scapito di una limitata area di operatività quindi per coprire vaste superfici si deve ricorrere ad un elevato numero di elementi. Normalmente si ricorre a questa soluzione laddove ci sono elevate concentrazioni di utenze e quindi di traffico in presenza di situazioni topografiche complesse, ad esempio centri abitati con elevate densità di traffico e complessa penetrabilità architettonica.

I vantaggi dei sistemi a microcelle risiedono nel bassissimo impatto ambientale sia esso di carattere estetico architettonico che elettromagnetico, gli svantaggi sono principalmente di due tipi: economico e di complessità gestionale.
Dal punto di vista economico si parla di ordini di grandezza fino anche 10 volte superiori rispetto ad un sistema Macro e dal punto di vista della gestione della rete pare sia particolarmente critica la fase cosiddetta di “handover” vale a dire il passaggio da una cella ad un’altra, cosa che avviene molto di frequente in mobilità.

Normalmente si ricorre a questo sistema laddove si abbiano particolari problemi di propagazione del segnale per motivi architettonici (centri urbani particolari) oppure problemi di difficile collocazione di un sistema Macro (ad esempio Borgo Maggiore) o dove si prevedono alte densità di traffico a bassa mobilità, (uffici, centri commerciali, centri direzionali, stadi, ecc).
Una ulteriore complicazione nella gestione di un impianto a microcelle potrebbe risiedere nel fatto che è complicato gestire gli impianti in “co-siting” ossia in multioperatore e questo obbligherebbe i gestori ad impiantare ognuno il proprio sistema con il rischio di sovraffollare con antenne aree ristrette vanificando così il potenziale vantaggio intrinseco nel sistema facendo inoltre lievitare i costi per gli operatori.

Altro problema di ordine tecnico potrebbe essere costituito dal modo di irradiamento orizzontale tipico delle microcelle che potrebbe incontrare dei problemi ad esempio in un centro come quello di Città dove ci sono edifici con muri molto spessi.
Altro potenziale problema tecnico potrebbe essere costituito dal fatto che in alcune zone (centri storici tipicamente) il collegamento tra le microcelle e la BSC lo si ottiene via radio per motivi di difficoltà a collegare fisicamente via cavo, ma il collegamento via radio attualmente ha tempi di latenza trascurabili nelle tecnologie 4G ed inferiori ma con l’avvento del 5G (2020) i tempi di latenza attuali potrebbero costituire un problema.

Si tenga presente che nella normale progettazione di una rete la stratificazione al di sotto dell’ambiente macro è affidata ai sistemi Micro Pico e Femto tipicamente in funzione complementare, vale adire dove si incontrano problemi con la normale diffusione via macro celle.

Una visione strategica nel medio periodo.
Per avere una visione prospettica nel medio periodo dove per medio periodo possiamo pensare al 2020/2022 tempo in cui è prevista l’introduzione a livello continentale della nuova tecnologia di quinta generazione (5G) In previsione di questo prossimo traguardo tecnologico dobbiamo senza meno immaginare di disporre di una infrastruttura atta ad ospitare tutto quello che lo sviluppo della rete ci imporrà quindi è necessario procedere senza incertezze e tentennamenti verso la realizzazione di una infrastruttura solida, sempre disponibile, aperta ed implementabile al bisogno. Per far ciò è necessaria una pianificazione di tutto quell’insieme di opere che devono prevedere la totale disponibilità nel tempo oltreché prevedere criteri di economicità e sicurezza. Queste ed altre ragioni sono alla base dei principi ispiratori del Progetto Polab, ci preme sottolineare che qualunque sia la scelta futura relativamente alla gestione delle reti, dovremmo tener conto di almeno buona parte delle risultanze emerse dallo studio eseguito dalla Polab nel senso che alcuni dei siti individuati dal progetto sono imprescindibili al fine di ottenere una infrastruttura anche solo sufficiente.
Detto questo, va da sé, che qualunque strada si decida di prendere, quello che è previsto si faccia nella prima parte del Progetto Polab (il primo lotto di 8 siti) è un passaggio obbligato. La prima parte prevede di assicurare una solida copertura per il segnale lungo tutto l’asse della Superstrada ed assicurare una copertura dignitosa ad altri due centri nevralgici, attualmente in sofferenza, che sono le aree industriali di confine di Gualdicciolo e Faetano.
Altra doverosa precisazione che andrebbe fatta a corollario delle premesse che hanno dato vita allo studio della Polab, è una precisazione di ordine metodologico. Quando l’Amministrazione ha commissionato lo studio alla Polab, i criteri individuati come ispiratori del progetto, sono stati soprattutto di carattere, diciamo così “ecofriendly” nel senso che la priorità, a ragion veduta, era quella di minimizzare
l’impatto elettromagnetico. Normalmente quando si procede ad una pianificazione di quel tipo, per logica si parte dagli operatori vale a dire si chiede agli operatori quali siano le loro esigenze di natura economica che li può portare, eventualmente, a concentrare i propri interessi in aree geografiche in cui hanno o prevedono di avere una quota importante di traffico: in questo modo potrebbe arrivare indicazione per realizzare un sito piuttosto che un altro. Effettivamente la Polab questo approccio lo aveva anche avuto in quanto aveva chiesto agli operatori di far pervenire le loro relazioni. La risposta la hanno avuta solo da TI, l’altro operatore SMT pare non abbia fatto pervenire alcuna relazione. Questo ha fatto sì che Polab producesse un elaborato che, a detta di diversi tecnici, prevede una certa ridondanza rispetto al fabbisogno e questo assicura una copertura certosina ed omogenea del territorio a scapito forse del costo complessivo dell’opera ma a tutto vantaggio della sicurezza.
Tutto comunque è valutabile, se si riterrà di ridurre la ridondanza e, quindi, parzialmente, la sicurezza, si potrà ridurre il numero degli impianti. Fermo restando, almeno, gli 8 impianti del primo lotto, essenziali per una copertura adeguata del territorio.

Fatta questa premessa possiamo vedere ora le 3 possibili vie per la gestione dell’infrastruttura.

PROGETTO POLAB ORIGINALE

  1. a)  Il progetto prevede l’individuazione di 22 siti su cui impiantare dei pali antenna con relativi shelters dove ospitare le stazioni radio base BTS con possibili integrazioni a microcelle ove se ne manifestasse la necessità
  2. b)  La gestione da parte dell’amministrazione attraverso una delle Aziende di cui dispone della struttura (pali + relativi collegamenti in fibra e alimentazione elettrica)
  3. c)  Gestione delle BTS da parte di concessionari (max 3) quindi sui pali saranno installate le antenne di tutti i concessionari
  4. d)  Si utilizza il piano di numerazione dei gestori italiani e le loro frequenze
  5. e)  Iconcessionaripaganounafeeannualeforfaitariaperl’utilizzodellastruttura+le normali tariffe a consumo dell’energia e/o eventuali altri tipi di servizi di interconnessione a seconda che si scelga di fare condurre anche il backhauling al gestore del sito.

PROGETTO POLAB CON GESTIONE STATALE INTEGRALE

    1. a)  Il progetto prevede l’individuazione di 22 siti (o quelli che saranno ritenuti necessari) su cui impiantare dei pali antenna con relativi shelters dove ospitare le stazioni radio

base BTS con possibili integrazioni a microcelle ove se ne manifestasse la necessità

    1. b)  La gestione della infrastruttura (pali + antenne+ centrale di switching) da parte della Amministrazione attraverso una società di gestione degli impianti. Andrebbe quindi

prevista la collaborazione con un partner tecnologico esterno

    1. c)  I concessionari si interfacciano con l’infrastruttura collegandosi in roaming tecnico
    2. d)  Si adotterebbe un piano di numerazione nazionale sotto giurisdizione sammarinese
    3. e)  La centrale sarebbe in territorio e sotto giurisdizione sammarinese
    4. f)  I gestori pagano una tariffa a consumo sul traffico generato

PROGETTO POLAB GESTITO DA IMPRESE DOMESTICHE

Il progetto prevede l’individuazione di 22 siti (o quelli che saranno ritenuti necessari) su cui impiantare dei pali antenna con relativi shelters dove ospitare le stazioni radio base BTS con possibili integrazioni a microcelle ove se ne manifestasse la necessità

La gestione da parte dell’amministrazione attraverso una delle Aziende di cui dispone della struttura (pali + relativi collegamenti in fibra e alimentazione elettrica)

Le imprese ottengono il permesso ad operare solo se sono imprese stabilizzate nel territorio e quindi di diritto sammarinese, non sono più previsti concessionari

Gestione delle BTS da parte delle imprese (max 3) quindi sui pali saranno installate le antenne di tutti i concessionari

La gestione del backhauling è ancora da stabilire
La centrale di instradamento MSC deve essere in territorio sammarinese

Vantaggi e svantaggi del PROGETTO POLAB GESTITO DA IMPRESE DOMESTICHE

Questa è la soluzione che caldeggiamo come governo, in quanto a nostro parere rappresenta un buon compromesso tra le esigenze di rapidità di messa in opera, economia, riacquisizione di sovranità ed accettabilità da parte dei potenziali gestori.
Potenzialmente offre tutti i vantaggi della prima soluzione ed alcuni della seconda minimizzando gli svantaggi

VANTAGGI:
Società di gestione di diritto sammarinese

  • Obbligo ad investire in territorio da parte dei gestori
  •  Giurisdizione sul punto di snodo del traffico MSC
  •  Tempi relativamente rapidi per l’esecuzione
  • Sicurezza di una ottima copertura del territorio
  • Basso inquinamento elettromagnetico
  • Maggiore occupazione qualificata (gestione backhauling e MSC)
  • Controllo sul traffico dati, con relative informazioni statistiche
  • Maggiore sicurezza nazionale
  • Possibilità di puntualizzare le tariffe da applicare
  • Confidiamo anche in una maggiore redditività

SVANTAGGI

  • Maggiore investimento iniziale per l’amministrazione per quanto riguarda

l’infrastruttura in caso si decidesse di gestire anche la connettività fino alla MSC

(Backhauling)

  • Mancanza di personale adeguato alla gestione
  • Ricorso ad un partner esterno per la gestione per un tempo limitato
  • Tempi di messa in opera leggermente più lunghi, rispetto alla soluzione 1
  • Possibile riluttanza da parte dei gestori a voler spostare la propria MSC in territorio

Obiettivi

Entro il 2017:
4G su tutto il territorio nazionale;
• 100% della popolazione con un accesso alla banda ultra larga (>= 30 Mbit/s)
30% degli abbonati ad Internet con un accesso alla banda ultra larga (>= 30 Mbit/s) • Wi-Fi gratuito disponibile presso tutti gli uffici di pubblico interesse, centri di Aggregazione sportiva, turistica, culturale e commerciale;

Entro il 2020:
100% della popolazione con un accesso ultra fast broadband (>= 100 Mbit/s)
• 50% degli abbonati ad Internet con un accesso ultra fast broadband (>= 100 Mbit/s) • 1 Gbit di connettività per scuole, università, centri di ricerca, biblioteche, ospedale e Centri sanitari;
” 5G su tutto il territorio nazionale;

Entro il 2025
100% delle imprese con possibilità di accesso ad 1 Gbit di banda

Dibattito consiliare

Jader Tosi,C10

La relazione mi ha confortato sui tempi di realizzazione del primo lotto di interventi, già a fine anno avremo alcune piccole soluzioni. Esorto il governo ad andare avanti con sollecitudine in questo, è fondamentale per dare corso ad un nuovo impulso di crescita.

Stefano Canti, Pdcs

La relazione del Segretario sembra un documento scritto da una compagnia telefonica piuttosto che un progetto elaborato dal Governo sullo sviluppo delle telecomunicazioni.

Nella fattispecie io credo che il governo vuole calare modelli di sviluppo sulle telecomunicazioni come quelli che si stanno portando avanti in Italia. Non le sembra paradossale segretario di Stato Zafferani prendere come modello di sviluppo delle telecomunicazioni il Paese ultimo in Europa per prestazioni al servizio delle Imprese ed al servizio degli utenti? Quello che dobbiamo chiederci è cosa serve a questo Paese in materia di Telecomunicazioni? Di qui partire con un progetto per giungere all’obiettivo.

Il nostro Paese è caratterizzato da una limitatezza territoriale che rende difficile il ritorno degli investimenti, la copertura territoriale con servizi di telefonia mobile e fibra ottica può essere realizzata solo a mezzo di investimento pubblico con infrastrutture che permettono di operare anche con più operatori. E’ inaccettabile condividere il Telecom pensiero dove in buona sostanza i servizi rettitizi e con una certa marginalità (come ad esempio l’elettricità, il gas ecc…) se la deve prendere il privato, mentre, i servizi in perdita devo essere in gestione pubblica. Parlando di rete e di fibra ottica oggi significa parlare di infrastrutture vitali per lo sviluppo tecnologico futuro, come lo sono state le autostrade, gli acquedotti, le ferrovie. Pensare che tutto ciò debba dipendere dalle scelte di un operatore privato non sammarinese equivale di fatto ad un commissariamento delle Telecomunicazioni e delle reti in fibra. Se questa è la scelta del Governo la dovete spiegare ai Sammarinesi cari colleghi”.

Alessandro Bevitori, Ssd

Per trovare la migliore soluzione nell’istallazione delle antenne, non dobbiamo pensare solo al corretto funzionamento delle tecnologie, all’aspetto economico necessario per la realizzazione delle infrastrutture- che è da tenere assolutamente monitorato. Non dobbiamo tenere in considerazione solo l’impatto paesaggistico delle infrastrutture da realizzare. Ci teniamo tutti alle soluzioni di minor impatto, ma la questione principale per determinare la giusta scelta è la salute dei cittadini. E’ stato dimostrato che l’inquinamento elettromagnetico è pericoloso per la salute. Da uno studio risulta però che un telefonino con poco campo però produce emissioni più forti di uno con una buona ricezione: oggi i sammarinesi stanno subendo una carica elettromagnetica più pesante dei residenti di Rimini, così come emerge cha pali più alti sono meno dannosi di quelli più bassi, con minore impatto sulla persona. Non sfugge nea ssuno che un’antenna più alta e con maggior impatto ambientale risulti peggiorativo in termini paesaggistici, ma non deve essere l’unico e principale criterio di scelta. Sotto questo aspetto dobbiamo avere tutti una grande responsabilità.

Davide Forcellini, Rete

La relazione sostiene che quello di Polab è l’unico piano a disposizione, perché non sono stati fatti altri studi? O lo diamo valido perché è stato deciso dall’altro governo, metà del quale è tutt’ora al governo, e bisogna tenere in equilibrio la maggioranza? La relazione mi pare molto fumosa, propagandista e populista, confusa poi sul ruolo dell’Azienda nella sua operatività, di cui Zafferani ha sottolineato le mancate risposte e la possibilità di rivolgersi a un partner esterno. Rispetto l’opzione “gestione statale integrata” mi chiedo come si possa optare per questa, quando si ha una collaborazione tra l’Azienda e un partner tecnologico esterno, io vedo piuttosto la svendita della nostra sovranità ad un operatore italiano. Noi di Democrazia in movimento formalizzeremo in Odg con la proposta di una soluzione basata su fibra e gestione pubblica, che era anche nel nostro programma, con cui tutti gli operatori avranno le medesime opportunità.

Lorenzo Lonfernini, Rf

Servono interventi a stretto giro di posta che possano portare un primo miglioramento, in particolare rispetto alla concessione delle frequenze 4G, potrebbe portare a una diminuzione del traffico dati sulle tecnologie precedenti e portare a un miglioramento tecnologie ‘voce’, poi le installazioni delle stazioni radiobase che hanno già ottenuto autorizzazioni, interventi realizzabili in pochi mesi. Valutiamo positivamente il segretario, propone degli scenari su cui la politica al termine del dibattito dovrà esprimersi e dare delle linee, poi si dovrà andare avanti ed essere conseguenti con le decisioni prese. Il gruppo di Rf assicura l’appoggio al segretario Zafferani.

Iro Belluzzi, Psd

Che la politica smetta di fare ‘il tecnico’ e faccia politica, dia delle indicazioni. Mi sembra si stia perdendo una grande occasione. Nelle scelte del passato governo si parlava di antenne, ma dal punto di vista di impatto ambientale ed estetico erano più basse e si andava in quella che era la riappropriazione della sovranità dello Stato attraverso la gestione delle reti mobili e di fibra ottica. Oltre a tutto sappiamo con quale vantaggio per la cittadinanza, una siffatta configurazione avrebbe portato alla possibilità di insediamento di più operatori a San Marino. Purtroppo non si verificherà un proliferare di operatori che vogliono venire a sperimentare il mercato sammarinese. Nella relazione mi pare di capire che l’orientamento è quello del progetto Polab. Chiedo anche al segretario Podeschi che si faccia promotore presso l’Aass perché possa ripartire il piano della fibra, sembrano infatti proliferare celle apposte nel territorio e sembra che siano della Telecom e non c’è nessuna concessione relativa. Stiamo valutando con altre forze di valutare un Odg che delinei tutta una serie di passaggi.

Federico Pedini Amati, Mdsi

Ogni volta che si parla di Tlc si parla male, se si interviene si arreca danno a salute, se non si interviene va tutto male. Do per scontato che prima si guardi alla salute a cittadini, qualsiasi cosa si vada ad installare. Da una parte c’è chi sostiene il progetto Polab, dall’altra parte, l’ex governo ha ragionato su microcelle, ma interessa poco la scelta ultima, qualsiasi scelta presa, si è detto, se ne parlerà in Aula e prima ancora con la cittadinanza. Eppure non mi sembra ci sia stata condivisione per la scelta di installare 4 nuovi tralicci vicino la Casa di Riposo La Fiorina.

Massimo Andrea Ugolini, Pdcs

Si è valutato che la rete mobile con microcelle ha un impatto minore. Le microcelle avranno costi più elevati, ma sono un investimento per il Paese per i prossimi anni. L’installazione non sia in prossimità delle scuole e la casa di riposo, il ruolo nevralgico nell’infrastruttura sia in mano all’Aass.

Marina Lazzarini, Ssd

Quanto incide sulla bolletta telefonica se devo fare tre telefonate al posti di una perché mi cade la linea? Quanto non avere un segnale buono può essere pericoloso per la salute delle persone? E quanto può essere appetibile per un investitore esterno un Paese in cui la rete per telefonia mobile sia in condizioni primordiali Usare il cellulare in modo agevole e in tutta sicurezza è una questione che riguarda tutti. Per migliorare il segnale della telefonia mobile è possibile installare antenne. Ci sono comunque zone oscure dove il segnale non arriva e dove possono essere collocate microcelle. Che sono anche loro antenne e costano molto. La soluzione migliore è sempre quella che sta nel mezzo, un sistema fatto sia di macro antenne che di microcelle.

Il progetto Polab ha l’obiettivo di migliorare la copertura in tempi brevi con minor impatto sulla salute, il primo lotto è realizzabile a breve. Il punto su cui come Ssd non vogliamo sorvolare: impedire i monopolio. Se non c’è concorrenza non c’è spinta al miglioramento, né convenienza per lo Stato. Le tasse di concessione attualmente non portano granché. San Marino si deve aprire a nuovi gestori per migliorare l’offerta interna. Lo Stato deve essere proprietario e fornitore tramite l’Aaas delle infrastrutture su cui installare tecnologie dei gestori. Gli operatori devono avere società di diritto sammarinesi, questa è garanzia per sovranità.

Oscar Mina, Pdcs

Aumentare concorrenza, tutelare utenza, regolamentare servizi e strutture, ci sono delle regole precise da introdurre, quella sull’uso congiunto da parte degli operatori e senza che ogni volta si debba andare intervenire sulle convenzioni stesse, sul monopolio al momento di un solo ente. Dal punto di vista politico chiedo qual è la vostra traiettoria, il vostro paracadute di arrivo ancora non lo abbiamo capito.

Teodoro Lonfernini, Pdcs

Le deleghe di carattere politico sulle Tlc sono state date nella precedente legislatura a un forza politica a voi alleata per molto tempo, i problemi li conoscete senza partire dallo stato “0”. Desidero come tutti i soggetti che guardano questo Paese che in un tempo limitato serva per risolvere la problematica delle Tlc che non significa solo far funzionare una telefonata da Valdragrone. Per quanto riguarda l’attività di medio periodo lei, Segretario, considera il periodo 2020-2022. Ora siamo nel 2018, vuole dire che passano altri 4 anni, ma quale sarà la tecnologia in quel periodo? Se cita il 5G, ricordo che è già in funzione fuori di qui, nel 2020-2022 ci sarà forse il 10G, se vogliamo stare al passo serve crono-programmazione migliore.

Marco Podeschi, segretario di Stato con delega ai rapporti con l’Aass

A Mina e colleghi dell’ex maggioranza chiedo piuttosto a voi che linee avevate. Questa è una relazione di 40 pagine e io non l’ho mai vista in Consiglio e nei vari governi precedenti. Oggi c’è una relazione su cosa sta accadendo nel settore delle Tlc. Quando parliano di Tlc il tema è legato all’Azienda dei servizi, ma io in due mesi ho cercato di capire cosa avesse fatto. Ci sono due delibere in agosto, una per avviare la telefonia mobile, l’altra delibera dove si avventurava nell’avventura del wi-fi nei luoghi pubblici. Mina dice che l’Aass ha risorse, vorrei capire dove sono i tecnici delle Tlc. Laureati nel settore delle Tlc nell’Aass non ci sono. L’Aaass fatica a fare igiene urbana e poi vuole fare telefonia mobile? Noi vogliamo pianificare. Mi piacerebbe sapere, visto che spendiamo tanto denaro per l’Azienda, cosa fa nel settore delle Tlc. L’ Aass deve quindi essere il soggetto che gestisce a livello nazionale l’infrastruttura tecnologica come avevate pensato, senza consulenze e dando tutto gratis?.

Alessandro Mancini, Ps

E’ una relazione ben fatta, ma mi sarei aspettato, prima ancora di un riferimento della parte tecnica, un riferimento politico. Diteci chiaramente cosa volete fare nel settore delle Tcl.

Elena Tonnini, Rete

Dalla relazione emerge una passività rispetto all’operatore dominante, Telecom, la logica del mercato vince su tutta, ma qui la partita è molto grossa. Il nostro Stato deve garantire a tutti gli operatori uguali condizioni, invece si vuole avere fibra spenta, come vuole Telecom.

Non si è intervenuti negli anni sul monopolio di fatto che ha impattato su ricezione, sull’impatto elettromagnetico e sulla trasparenza fiscale. Questi operatori hanno pagato il 4,5%, cifra irrisoria, ma sugli utili su cui lo Stato non ha il controllo perché non sono dati verificabili. Vi pare normale? La politica ha rinunciato e accettato l’opacità. Se l’Aass ha puntato e ha investito su una struttura, perché deve essere penalizzata? E’ statale e si penalizza lo Stato in favore di privato. Non accontentiamoci. Questo governo vuole offrire fibra spenta a Telecom come previsto da Polab? Microcelle: si dice che costerebbero troppo, ma è un investimento.

Gian Carlo Venturini, Pdcs

Credo ci debba essere un maggior coinvolgimento con tutti gli addetti ai lavori. Sull’infrastruttura non possiamo tenere in considerazione solo i costi, come ascoltato nella relazione del segretario. Non possono essere un unico elemento di valutazione. La salvaguardia della sovranità deve essere una priorità, se l’Azienda investe sull’infrastruttura è cosa utile. E’ un investimento per il nostro Futuro e per l’economia del Paese. L’infrastruttura deve essere pubblica. Attuare quanto è stato previsto da Odg 2012, tante cose inattuate e responsabilità è di chi aveva delega Tlc.

Dalibor Riccardi, Psd

Da relazione mi sarei aspettato qualcosa di politico, pensavo che anche C10 sostenesse la eete dello Stato, ho capito già che la sovranità statale verrà superata da soggetti esterni, mi sembra chiaro e ho anche capito chi governa davvero il Paese, ovvero Repubblica futura. Do lettura del nostro Odg: “Al termine del dibattito sulle Tlc, (…) Il Consiglio grande e generale invita il congresso a presentare entro il mese di maggio un Pdl per ammodernare l’impianto legislativo in materia, che preveda l’istituzione dell’Autorità Garante per le Tlc e affronti le principali tematiche tenendo conto dell’evoluzione nel frattempo intervenuta a livello internazionale; perseguire la strada della nazionalizzazione delle reti cablate (meno quela in rame) e radianti in maniera tale da poter poi creare un mercato delle tlc aperto ad almeno 3 operatori internazional (..) definire piano di revisione convenzioni con gli operatori esistenti, far completare la rete pubblica in fibra ottica e scegliendo i siti per l’installazione delle antenne (…)”.

Nicola Selva, Rf

Con la relazione si è approfondita la tematica con i soggetti e le tecnologie presenti, devono essere tenuti a mente gli obiettivi di internet a banda larga su fibra ottica, la copertura del territorio con radiomobile, l’accesso ad alta velocità con wifi in luoghi pubblici. Convenzioni: rivederle dove necessario e garantendo che gli scopi prefissati siano raggiunti. Si prospetta uno scenario che deve avere degli obiettivi, uno è che i telefonini funzionino. Bisogna aprire al 4G e porterà benefici in tempi molto brevi. Poi bisogna procedere a realizzare le prime stazioni radio a coprire il territorio, vanno messe, poi sicuramente si possono integrare con microcelle. Sulla fibra e quindi la banda larga si deve favorirne lo sviluppo, giustamente l’Azienda di stato ha fatto un progetto di realizzazione di fibra ottica dove però vanno evidenziati costi e benefici. Si spende per mettere fibra il doppio dei soldi del buco di liquidità che abbiamo. Sono da tenere conto questi aspetti, non significa che non si deve fare, ci dovrà poi essere un organo regolatore per dare opportunità per tutti coloro che investono nel settore.

Luca Boschi, C10

Oggi finalmente in aula parliamo di Tlc . Le priorità sono diverse, la prima è la salute poi l’aspetto paesaggistico-ambientale, terzo criterio nella scelta tecnologia è la funzionalità. I telefoni devono funzionare, quarto, è il costo. Quinto criterio è la sovranità. I telefoni devono funzionare con attenzione alla salute, dobbiamo aprire il mercato per avere ritorno vantaggioso per la cittadinanza. Quindi i tempi devono essere rapidi. Le critiche sulla sovranità: ma siete sicuri che Telecom sarà contenta di quello che andiamo a fare? Altra critica dalla Dc, che ci dice che siamo in ritardo, voi ce lo dite a noi? Noi faremo funzionare i telefoni”.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Tutto ciò che è Tlc a San Marino deve essere dello Stato. Vi pare normale che non si possa avere una verifica sulle imposte dei concessionari? Domani Boschi ci dice che i telefonini funzioneranno, ma qui è un problema di sistema, è lo Stato che deve avere il controllo degli introiti del settore. E si dice un’azienda autonomia di Stato non ha dato dei documenti. Do lettura dell’odg di Rete e Mdsi: “Il Consglio Grande e generale impegna il governo govenro 1) as incaricare l’Aaas affinchè completi la rete di fibra ottica entro il 2018 su tutto il territorio, con una rete attiva, con relativi apparati che dovranno essere di proprietà statale; 2) a superare ogni monopolio (…) 3) ad incaricare Aass affinché metta a disposizione uno studio di fattibilità per un piano di telefonia mobile su tutto il territorio prevedendo tecnlogie a basso impatto elettromagnetico nei centri abitati a tecnologia come le microcelle, (…)”.

Augusto Michelotti, segretario per il Territorio

Rispondo a Forcellini, la prassi per l’installazione palo, nella relazione c’è un’imprecisione, il costo stimato è di 40 mila euro, poi è stato fatto il calcolo con l’antisismica, basato su un capitolato preciso, di 100 mila euro a palo. Cifra che andrà ritoccata al ribasso con cifra intorno 80-90 mila euro l’uno. Per spiegare imprecisione della relazione.

Matteo Fiorini, Rf

Abbiamo ancora a che fare con le convenzioni pluriennali anche decennali, date in regime concessorio e questo ha delineato un rapporto tra politica e operatori che in alcuni casi ha assunto un sottobosco politico-affaristico in cui non vi nascondo come sia difficile muoversi. Le responsabilità politiche di queste convenzioni decennali sono certamente accertabili e vanno accertate, e non guardo sul piano penale, ma politico. Chi ha creato questo sistema è prevalentemente quella parte politica che nel dibattito se l’è presa con chi ha gestito il settore in precedente legislatura. Poi c’è da accertare il reddito reale degli operatori, è un settore che gode di immunità, lo Stato non riesce a fare politiche fiscali. Ho apprezzato il passaggio di Tonnini, c’è difficoltà a capire la partita che giocano gli operatori. Il segretario aggiunge un’altra difficoltà, in modo costruttivo e non polemico, difficoltà a capire la partita che sta giocando l’Aass. E’ un aspetto che non si può ignorare.

Marco Gatti, Pdcs

Cosa migliore non è solo risparmiare, ma fare spesa che sia costruttiva.

Polab- se andiamo a vedere- lavora in modo determinante per Telecom, bene il suo studio, ma approfondiamolo. Io ho sentito poco parlare dell’azienda o di altri operatori. Aass stava portando avanti una serie di investimenti che erano stati deliberati, si parlava di fibra accesa, non spenta. Sarebbe bello sapere il perché. Bisogna approfondire fino in fondo per fa sì che non sia che noi facciamo investimenti e ne godano altri. Presenterei il nostrp Odg: “Il Consiglio Grande e generale impegna il Congresso di Stato a proseguire nel percorso intrapreso circa la posta di fibra ottica accesa affinché, entro breve termine, si possa giungere alla completa cablatura territoriale (…); ad istituire l’Authority delle Tlc come previsto per legge nonché a presentare entro il mese di parile un progetto di legge che consenta la possibilità di definire il nunero degli operatori e obbligare l’operatore dominante a mettere a disposizione dei concorrenti le proprie infrastrutture.

Giuseppe Maria Morganti, Ssd

Anche per noi ci deve essere un supplemento di riflessione, non è semplice cablatura del territorio con fibra l’infrastruttura principale, ma è necessario capire quali siano le tecnologie migliori per farla accendere e prendere scelte. Abbiamo un ritardo strutturale anche su internet, ma è sulla telefonia mobile il ritardo strutturale che va sanato domani mattina. Il punto è esercitare la sovranità sull’elemento del futuro, le tlc, dobbiamo riconquistare la nostra piena e totale sovranità sulla gestione delle tlc, ci sono diverse strade, una indispensabile. Una citata della relazione, ovvero dire che gli operatori devono aprire una società sammarinese poi devono avere una struttura in Repubblica per dare possibilità dello Stato di proteggere dati che possono essere trasmessi. Non è solo un aspetetto di orgoglio alla sammarinese.

Anche su odg minoranza mi sembra ci sia questa volontà. Discorso celle, microcelle, credo siano aspetti tecnici, noi ai tecnici dobbiamo dire che vogliamo fare determinate cose, con minor impatto possibile sulla salute e territoriale. Ma nella scala di priorità prima va la tutela della salute, secondo che si possano aprire autosyrade tlc per lo sviluppo, quindi la tutela del paesaggio. Do lettura Odg di maggioranza: “il Consiglio grande e generale impegna il congresso di Stato affinché

proceda sollecitamente nella realizzazione delle 4 stazioni radio base che hanno già ottenuto tutte le autorizzazioni e che sono necessarie per assicurare livelli adeguati di servizio, tenendo presente la necessità di limitare al massimo l’impatto ambientale;

-adotti d’urgenza tutti i provvedimenti necessari al rapido miglioramento della qualità dei servizi radiomobili del Paese anche attraverso la concessione delle frequenze per il 4G agli operatori concessionari, in fase provvisoria, in attesa che si definiscano rapidamente oneri e canoni di concessione del servizio;

– favorisca lo sviluppo del settore della banca ultra larga, impegnando l’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi a presentare, entro aprile 2017, una relazione dettagliata sullo stato del progetto di realizzazione della infrastruttura in fibra ottica, sui costi, in modo che il congresso di Stato possano successivamente individuare d’intesa con Cda dell’Aass, le migliori scelte per consentire una razionale ed efficace utilizzo della stessa in tempi brevi e a proseguire nel percorso intrapreso circa la posa di fibra ottica affinché entro breve termine si possa giungere alla cablatura territoriale al fine di metterla al servizio delle imprese e degli utenti.

Il Consiglio grande e generale invita il congresso di Stato a presentare un progetto di legge per ammodernare l’impianto legislativo in materia, che preveda l’istituzione di un Soggetto neutrale e Regolatore per le Tlc ed affronti le principali tematiche tenendo conto dell’evoluzione intervenuto a livello internazionale; – a dare mandato all’Agenzia per lo Sviluppo digitale di realizzare un sistema di valutazione relativo alle prestazioni della linea internet;

– a tenere aggiornato il Consiglio grande e generale circa le ipotesi di sviluppo del settore e delle decisioni relative;

– a procedere con un’adeguata e capillare informazione della cittadinanza rispetto ai pro e contro dei vari progetti e opzioni esistenti”.

Andrea Zafferani, segretario di Stato replica:

Sarà ruolo del governo informare la cittadinanza, di sicuro su queste tematiche non ci sarà opacità. Il confronto sarà sempre alla base del nostro agire.

Tema che è venuto fuori in modo forte è che non abbiamo dato indicazioni politiche sul tema. Credo l’analisi fatta sulla relazione sia ricca di dati per far capire perché arriviamo alle valutazioni su pagine finali sulla preferenza della scelta politica, è lì, bisogna solo leggerla. Ci sono poi indicazioni su come gestire la rete mobile, micro e macro e criticità su rete internet su cui ci confronteremo con il Cda di Aass appena insediato.

C’è un grosso problema rispetto la gestione della fibra, di costi, fattibilità e di competenze, di necessità di aggiornamenti anche tecnici per mantenere in funzione la rete accesa. Non è questione di voler favorire un operatore, ma se si riesca a capire cosa è fattibile o no, e i rapporti costi-benefici. Se si offre la fibra accesa è l’azienda che la deve rendere sempre funzionante, se non funziona ci sono resposnaiblità dell’azienda. E’ questione per trovare modo migliore per dare un servizio di livello. Ci confronteremo con il Cda e su questo aggiorneremo l’Aula.

Il ruolo di Aass e rete in fibra: l’azienda fornisce pochi dati e c’è un po’ di opacità su quello che ha fatto. Tutti i temi che riguardano il ruolo Aass in questa partita sarà oggetto di confronto con la Cda appena insediato.

Noi abbiamo cercato di indicare una soluzione che per noi è il miglior compromesso per costi, tempi e fattibilità. Creare un’infrastruttura pubblica é un’ipotesi su cui nel tempo possiamo lavorare. Belluzzi parlava di Authority delle Tlc, nella relazione si parla di autorità di regolamentazione.

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