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Scatta il cartellino giallo, via l’etichetta sessista

BOLOGNA - La scritta sessista sarà tolta dall'etichetta della felpa

Pubblicato:24-02-2015 15:44
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:08

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L'etichetta incriminataBOLOGNA – La scritta sessista sarà tolta dall’etichetta della felpa per adolescenti della Shoeshine. Richiamata ufficialmente dall’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap), l’azienda ha deciso di fare un passo indietro e di cambiare la scritta (“Give it to your mum, it’s her job”) a partire dalla collezione autunno-inverno 2015-2016. La coordinatrice delle donne Pd di Bologna, Federica Mazzoni, ha così ottenuto la sua vittoria. E’ stata proprio la democratica, la settimana scorsa, a segnalare l’etichetta allo Iap, denunciando il contenuto sessista della frase, che invitava i ragazzi a consegnare la felpa alle loro madri per lavarla e stirarla, tanto “è il loro lavoro”. Ieri Mazzoni ha ricevuto la risposta del comitato di controllo dell’Istituto, che spiega di aver contattato l’azienda “per segnalare la criticità del messaggio”. In quella frase, infatti, “si paleserebbe la proposizione di uno stereotipo sessista, che vede la donna unico soggetto deputato ai lavori domestici, discriminandone la condizione”. La ditta “ha prontamente risposto- fa sapere ancora lo Iap- informando che non era nelle intenzioni utilizzare una frase che potesse esseer interpretata come ‘discriminante e sessista’, ma unicamente ironica. Tuttavia, anche al fine di evitare ulteriori strumentalizzazioni, si è impegnato a modificare il messaggio apposto sulle etichette sin dalle prossime produzioni, collezione autunno-inverno 2015-2016”. Quindi, “il caso è archiviato”.

La storia dell’etichetta, nel frattempo, ha fatto letteralmente il giro del mondo, portando a Mazzoni complimenti e attestati di stima, ma anche critiche, insulti (“Pure a sfondo sessuale”) e minacce. “Una persona su Twitter ha scritto che per fortuna tra un po’ arriverà l’Isis per ristabilire l’ordine”, fa sapere Mazzoni in una nota. Per questi messaggi la coordinatrice delle donne Pd di Bologna “sta valutando la maniera migliore per tutelarsi”. Tra le critiche, molti hanno sostenuto che la politica non dovrebbe occuparsi di queste cose, considerate poco serie. “Precisando che non ho mai detto che questo è il problema più grave per il nostro Paese- replica Mazzoni- mi sembra evidente, proprio vedendo reazioni così numerose e aggressive, l’esistenza di un radicato problema culturale che riguarda la rappresentazione delle donne e la divisione dei ruoli femminili e maschili nella società. Certo che la politica si deve occupare di questo, perché dietro alla presunta ironia si nasconde il pensiero più profondo della società e io, come coordinatrice della donne Pd di Bologna, devo e voglio occuparmene”. E aggiunge: “Le cose vanno cambiate tutte, dall’alto al basso, dal grande al piccolo, dal particolare al generale, senza cedere mai alla tentazione di rinunciare, perché le cose possono essere cambiate e migliorate”. Partendo dalle agenzie di stampa e dai quotidiani locali e nazionali, la denuncia di Mazzoni è stata riportata da radio e tv (ne ha parlato, ad esempio, anche Luciana Littizzetto su Rai3 a ‘Che tempo che fa’) e anche da organi di informazione inglesi, americani, russi, turchi, ungheresi, rumeni, estoni, colombiani, cileni, brasiliani, giapponesi, armeni e di Taiwan. In totale, fanno sapere dal coordinamento donne Pd di Bologna, ad oggi sono usciti 97 articoli in tutto il mondo e servizi in 11 lingue.


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