Scarcerato il marito di Rosa Vespa: “Estraneo al rapimento della piccola Sofia”

Svolta nelle indagini. L'avvocato: "Ha scoperto che la bambina non era sua figlia solo una volta tornato a casa"

Pubblicato:24-01-2025 15:13
Ultimo aggiornamento:25-01-2025 11:48

rosa vespa COSENZA NEONATA
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ROMA – Sarebbe stato all’oscuro di tutto.

Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta di scarcerazione avanzata dal pubblico ministero Bruno Tridico per Moses Acqua, il 43enne marito di Rosa Vespa, autrice del rapimento della piccola Sofia, la bimba portata via dalla clinica in cui è nata dopo appena un giorno di vita. L’uomo, originario della Nigeria, ha già lasciato il carcere di Cosenza dove era detenuto.

L’avvocato difensore Gianluca Garritano ha commentato: “Il mio assistito è completamente innocente. Ha scoperto che la bambina non era sua figlia solo una volta tornato a casa, poco prima che arrivasse la polizia. Moses è stato vittima delle bugie di sua moglie”.

ROSA VESPA RIMANE IN CARCERE

Diversa la posizione di Rosa Vespa, moglie di Moses, che resterà in carcere. Difesa dall’avvocatessa Teresa Gallucci, Rosa ha confessato di aver orchestrato il rapimento della neonata, sottraendola dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza. Subito dopo il fermo, la donna ha dichiarato agli agenti: “Sono stata io, ho fatto tutto da sola”. Rosa aveva finto per mesi una gravidanza inesistente, inventando il nome del presunto figlio, Ansel, per ingannare il marito e i parenti.

UN PIANO PREMEDITATO

Secondo le indagini, Rosa Vespa aveva simulato una gravidanza per mesi, convincendo il marito e le persone vicine della sua veridicità. Moses Acqua, ignaro del piano della moglie, aveva creduto che il bambino fosse realmente loro figlio. Il pubblico ministero ha escluso qualsiasi coinvolgimento consapevole da parte dell’uomo nel rapimento. La sua presenza alla clinica è stata interpretata come parte della messinscena architettata dalla moglie.

VALUTAZIONE PSICHIATRICA AL TERMINE DELL’INTERROGATORIO

Al termine dell’interrogatorio davanti al gip, Rosa Vespa ha risposto a tutte le domande, confermando il suo coinvolgimento e spiegando le ragioni del gesto. L’avvocatessa Gallucci ha avanzato la richiesta di una visita psichiatrica per la sua assistita, ottenendo il via libera dal giudice. Questa valutazione servirà a chiarire eventuali aspetti legati alla condizione mentale della donna al momento dei fatti.

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