Dire Podcast – Quella IA ‘buona’ che riduce il divario sociale

Ne parlano gli esperti: Paolo Boccardelli, rettore della Luiss Guido Carli, e padre Paolo Benassi, consigliere di Papa Francesco

Pubblicato:24-01-2025 13:00
Ultimo aggiornamento:24-01-2025 13:06

intelligenza artificiale
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ROMA – Usare l’intelligenza artificiale con intelligenza. Mantenendo il controllo, restando umani. E riuscendo però a liberare tutte le potenzialità “buone” dello strumento. Una sfida difficile, ma da tentare. Se n’è parlato anche a Davos, sulle Alpi svizzere, in occasione del World Economic Forum, uno spazio di incontro e dibattito tra decisori politici e imprenditori globali. I lavori sono stati anche spunto e occasione per riflettere sugli squilibri sociali che continuano a segnare il panorama internazionale. Ha provato a farlo anche Oxfam, organizzazione non governativa attenta al tema dell’equità.
In un rapporto dell’ong si evidenzia che nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta, in termini reali, di 2.000 miliardi di dollari, raggiungendo quota 5,7 miliardi di dollari al giorno, a un ritmo tre volte superiore rispetto all’anno precedente. Allo stesso tempo il numero assoluto di individui che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è oggi lo stesso del 1990, poco più di 3,5 miliardi di persone e, alle tendenze attuali, ci vorrebbe più di un secolo per portare l’intera popolazione mondiale sopra tale soglia.

Torniamo però all’intelligenza artificiale. E alla sua capacità di diffondere benessere e ridurre divari. Lo facciamo chiedendo aiuto a Paolo Boccardelli, rettore della Luiss Guido Carli, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese e di Strategie d’impresa. Insieme con lui a riflettere sulle nuove frontiere dell’Ia, su inclusione e cittadinanza globale è padre Paolo Benanti, teologo francescano, consigliere di Papa Francesco, unico italiano tra i 39 esperti dell’advisory board sull’Ia dell’Onu, ora a capo della Commissione nazionale sull’intelligenza artificiale per l’informazione.

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