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Cultura, eccellenza Iscr fa scuola, a Roma esperti dei paesi esteri

Dalla conservazione preventiva nelle aree archeologiche al pronto

Pubblicato:24-01-2017 16:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:50

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Dalla conservazione preventiva nelle aree archeologiche al pronto intervento sugli scavi, dall’uso dei laser per la pulitura al restauro dei mosaici, del cuoio e dei materiali tessili. E ancora, i metodi per integrare le lacune nella ceramica, gli interventi sui materiali lapidei, gli effetti dell’inquinamento sui beni all’aperto e gli strumenti 3D per la documentazione. Sono in tutto trenta i corsi attivati dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (Iscr) nell’ambito dell’International training project, la Scuola internazionale del ministero dei Beni culturali dedicata a professionisti del settore provenienti da tutto il mondo.

I CORSI – Avviati nel 2016, i corsi sono finanziati dal Mibact attraverso la società Arcus (confluita in Ales), così come le borse di studio previste, e coinvolgono gli istituti di eccellenza del ministero, tra cui l’Iscr, l’Opificio delle pietre dure, l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione e l’Istituto nazionale per la grafica. In più, al progetto partecipano anche il Piccolo teatro di Milano, l’Accademia teatro alla Scala di Milano e il Comando Carabinieri tutela patrimonio culturale. Tra Conservazione e restauro, Conoscenza dei beni culturali, Tutela dei beni culturali e Musica e spettacolo dal vivo, l’offerta formativa conta in tutto 107 classi, la cui durata varia da una a otto settimane.




L’INTERNATIONAL TRAINING PROJECT ALL’ISCR – Al San Michele i corsi internazionali sono iniziati a giugno con cinque conservatori arrivati dalla Bulgaria per studiare la conservazione preventiva nelle aree archeologiche e del patrimonio sommerso. A febbraio e marzo, invece, sarà la Bosnia Erzegovina a usufruire dei corsi Iscr, che questa volta saranno incentrati sul restauro dei metalli, dei gessi e sul biodeterioramento dei beni culturali. E il 2017 si è aperto con un gruppo di professionisti iraniani, a cui l’Istituto ha dedicato un corso sull’effetto dell’inquinamento sui manufatti all’aperto e, dal 16 al 27, una full immersion di due settimane sui sistemi informativi territoriali per la prevenzione del rischio. Una scelta non casuale, che rimanda alla missione dell’Iscr nel sito iraniano di Pasargade, dove per tre anni i restauratori italiani e i tecnici iraniani hanno lavorato insieme alla conservazione della Tomba di Ciro il Grande e dei Palazzi circostanti.

LO SCAMBIO CON L’IRAN – Ed è oggi che gli esperti del San Michele, affiancati dai colleghi iraniani, hanno fatto il punto sulla collaborazione tra le istituzioni culturali dei due Paesi che ha portato a Pasargade i restauratori del San Michele e che, proprio in queste settimane, vede i professionisti iraniani ospitati dall’Iscr grazie all’International training project.

“Il corso è arrivato alla sua terza settimana ed è l’occasione per approfondire un lavoro comune svolto intensamente tra i tecnici dell’Istituto e i colleghi che provengono da Pasargade e dal museo di Teheran”, ha detto il direttore Iscr, Gisella Capponi, che ha ricordato come la collaborazione tra l’Istituto e l’Iran può contare su un “rapporto storico iniziato negli anni Sessanta e costellato da molte occasioni di lavoro svolto in varie missioni”. Tra queste, nel 1966 l’interesse dell’Iscr sui problemi di deterioramento del sito di Persepoli e “l’ambizioso progetto del luglio ’68 per realizzare a Teheran un grande centro di restauro”.

Poi, la presenza dei restauratori italiani in Iran dopo il terremoto del 2003 e, a partire dal 2010, il sito di Pasargade. “Dopo una pausa- ha specificato Capponi- dal 2014 i lavori sono ripresi con grande impulso e hanno portato alla realizzazione di laboratori scientifici, interventi di conservazione della Tomba di Ciro, del Palazzo privato e della stele del Genio alato. La missione ha visto anche una intensa attività di formazione che si e’ affinata con il corso di queste settimane all’Istituto”.

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